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Benevento, prefetto arrestato per corruzione

Creato il 21 aprile 2014 da Makinsud

Un arresto eccellente ha scosso la città di Benevento poiché riguarda l’attuale prefetto della città campana, Ennio Blasco, in carica a Benevento dal 2012 dopo una lunga carriera nella Polizia di stato. Ennio Blasco è prefetto dal 2006 e, prima che a Benevento, ha rivestito tale ruolo ad Isernia ed Avellino dopo aver ricoperto anche il ruolo di Commissario straordinario nella gestione di molti enti locali campani, tra cui Caserta, Napoli, Torre Annunziata, Nola, Terzigno, Poggiomarino, e il ruolo di Coordinatore della Commissione di accesso presso San Giuseppe Vesuviano, Tufino e Volla.

Una personalità di spicco, dunque, per cui è scattata l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari eseguita dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli e del Nucleo di Polizia tributaria, coordinati dalla procura di Avellino.

I reati contestati al prefetto di Benevento Ennio Blasco, di origine catanzarese, sono connessi alla corruzione posta in essere nell’ambito della procedure di certificazione antimafia nel periodo compreso tra gli anni 2009 e 2011, quando Ennio Blasco ricopriva la carica di prefetto della città di Avellino.

Benevento

Oltre al prefetto Ennio Blasco, l’ordinanza di custodia cautelare è scattata anche per tre imprenditori di Nola: Carmine Buglione, Carlo Buglione ed il cognato di quest’ultimo, Erasmo Caliendo, attivi nel settore della vigilanza privata. Risulta, invece, solo indagato Antonio Buglione, fratello di Carmine e Carlo Buglione.

L’input alle indagini condotte dalla Guardia di Finanza era scattato a seguito del rapimento, avvenuto nel 2010, dell’imprenditore Antonio Buglione da parte di una banda di sardi. In tale circostanza, a seguito della liberazione dell’imprenditore, la Guardia di Finanza aveva avviato un’indagine per accertare l’eventuale pagamento di un riscatto per la sua liberazione. In tale frangente, però, gli uomini delle Fiamme Gialle scoprirono che le imprese di vigilanza privata dei tre fratelli Buglione avevano repentinamente esteso le loro attività, aprendo delle filiali proprio laddove Ennio Blasco aveva ricoperto il ruolo di prefetto: Napoli (come viceprefetto), Isernia, Avellino e Benevento.

Una singolare coincidenza in apparenza che però, a seguito delle indagini, ha rivelato proprio lo scenario corruttivo alla base. Il prefetto Ennio Blasco, infatti, avrebbe favorito le attività imprenditoriali dei tre fratelli Buglione ricevendo in cambio preziosi doni: viaggi, gioielli, altri oggetti di valore, auto con tanto di autista ed il pagamento di spese di lavanderia.


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