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Beppe Grillo: momento giusto per un colpo di stato?

Creato il 07 aprile 2013 da Fenrir

grilloguevara“Inciuci? La gente prende i bastoni.”
Come abbiamo scritto nel nostro ultimo articolo, a Beppe Grillo rimangono poche carte da giocare se i partiti tradizionali si riformano o se si mettono d’accordo per una legge elettorale che sia la più dannosa possibile per il Movimento Cinque Stelle. Ora, se si verificassero gli scenari descritti nell’articolo precedente, l’ultimo carta da giocare per il carismatico comico genovese è questa: rivoluzione, colpo di stato. Ovviamente non abbiamo nessuna prova che si stia preparando una rivoluzione o un golpe e vogliamo semplicemente elaborare questo scenario e dimostrare come la sua possibilità di realizzazione nella nostra situazione politico-economica non sia così remota.
Vogliamo partire elencando quattro possibilità riguardanti un colpo di stato da parte di Grillo:

1) Colpo di stato appoggiato dagli americani con lo scopo di destabilizzare l’Eurozona, così da frenare il futuro crollo della valuta americana.
2) Colpo di stato appoggiato dagli americani con lo scopo di formare un governo interventista che decida di attaccare l’India o di intervenire in Siria (ricordiamoci che per quanto riguarda l’India il casus belli potrebbe essere la pena di morte per i due Marò).
3) Colpo di stato appoggiato dai poteri forti finanziari eurocratici per portare la guerra civile in Italia e così privarla definitivamente della sovranità anche con una missione militare.
4) Rivoluzione non appoggiata da nessuno con lo scopo di instaurare la democrazia diretta, il reddito di cittadinanza, proporre un referendum sull’euro e ristrutturare il debito pubblico.

Detto questo vogliamo inoltre elencare la strategia “americana” che Grillo potrebbe aver consapevolmente o inconsapevolmente seguito allo scopo di orientare l’opinione pubblica a favore di una rivoluzione:

1) Demonizzazione dell’avversario: l’ex comico genovese ha attaccato ferocemente l’intera classe politica con toni molto duri e aggressivi, ponendo il suo movimento in totale opposizione all’intero sistema politico. Inoltre continua con questa strategia evitando ogni alleanza o apparentamento con i partiti tradizionali. Questo ricorda la strategia americana di avvicinamento alla guerra, come in Iraq 2003 dove il regime di Saddam Hussein venne demonizzato per mesi prima di attaccarlo, così da disporre di un’opinione pubblica già preparata all’intervento militare. Nel nostro caso sicuramente il popolo potrebbe anche essere favorevole ad una rivoluzione contro questo sistema politico.
2) Sostegno popolare: Beppe Grillo ha fatto del sostegno popolare la sua arma vincente. Egli ha evitato di andare troppo a destra o troppo a sinistra, così da poter rappresentare tutto il popolo. Inoltre ha usato i mass media ed internet in maniera innovativa così da poter pubblicizzare se stesso e le sue idee nel massimo modo possibile.
3) Graduale inasprimento dei toni: c’è un sottile confine tra l’essere un leader carismatico o un pazzo. Grillo questo lo sa e gradualmente ha abituato l’opinione pubblica a toni sempre più forti, partendo dai “Vaffa Day”, passando al “siete morti”, al “uscite con le mani alzate”, al “saremo il 100%” fino ad arrivare al recentissimo “La gente prende i bastoni”, un chiaro riferimento ad una possibile rivolta violenta. Anche questo ricorda l’escalation usata nelle guerre dall’amministrazione americana.
4) Casus belli: come gli Stati Uniti non attaccano mai senza avere un casus belli che giustifichi il loro intervento, allo stesso tempo Grillo per poter invocare una rivoluzione ha bisogno di una provocazione chiara e grave da parte della casta politica, a questo riguardo specificheremo meglio in seguito.

Inoltre, ora elencheremo anche tutte le particolari circostanze che rendono la nostra situazione ideale per un colpo di stato:

1) Stallo politico: le recenti elezioni hanno portato la situazione politica in uno stallo senza precedenti, come sappiamo storicamente sono da situazioni del genere che sono scaturiti colpi di stato o rivoluzioni.
2) Aggravarsi della crisi economica: la crisi economica continua ad aggravarsi e non c’è alcun modo di poterla fermare, dato che il nostro stato è indebitato e non può ridurre le tasse, anzi le può solo aumentarle. I casi di suicidio aumentano, e alcune parti del Movimento Cinque Stelle iniziano a sostenere : “Non suicidarti, ribellati”.
3) Incontro con ambasciatore americano: penso che sia motivo di riflessione il fatto che il M5S abbia incontrato l’ambasciatore statunitense. Si è capito che siamo una colonia americana, ma il fatto che ci sia un incontro separato tra un ambasciatore straniero e il terzo partito italiano mi sembra perlomeno sospetto.
4) Dimissioni Terzi: come già scritto in un nostro altro articolo, sostenevamo che il Ministro Terzi avesse preso la decisione di non far rimpatriare i Marò su suggerimento degli USA dato che lo stesso ministro aveva incontrato da poco il Segretario di Stato Kerry. Lo stesso ministro si è poi improvvisamente dimesso ed è andato in rottura con il governo. Da monitorare.
5) Insofferenza dei militari: dopo il rimpatrio dei Marò, è di dominio pubblico l’insofferenza dei militari verso la molle politica del governo nei confronti dell’India. Inoltre da segnalare l’arresto di un militare che voleva organizzare l’occupazione del Parlamento e il fatto che Grillo in passato disse chiaramente che molti poliziotti e membri della Digos si fossero uniti al M5S.
6) Visibilità dei media stranieri: è sotto gli occhi di tutti come i media stranieri abbiamo dato moltissima visibilità a Grillo, questo deve far riflettere.
7) Conto alla rovescia: il Movimento Cinque Stelle è scosso da divisioni interne e come scritto nel nostro ultimo articolo rischia di rimanere intrappolato dalla casta e di fare la fine del Fronte dell’Uomo Qualunque. Quindi, a parte qualsiasi altra considerazione, una rivoluzione può essere l’ultima seria carta da giocare per Beppe Grillo per riformare radicalmente l’Italia.

Quindi esistono dei fattori che possono sicuramente suggerire una deriva rivoluzionaria del M5S. Ovviamente molti si chiederanno come può innescarsi materialmente una rivoluzione; quello che serve è come detto prima, un casus belli, questo a nostro avviso può essere uno di questo nel seguente elenco:
1) Accordo PDL-PD per una legge elettorale anti M5S.
2) Governo inciucio PDL-PD, con totale esclusione del M5S.
3) Presidenza della Repubblica a Berlusconi o a qualche altro “impresentabile”.
4) Richiesta di aiuti all’Europa e varo di un’altra manovra lacrime e sangue.
5) Fine dei soldi per gli ammortizzatori sociali e clima di scontro sociale.
6) Prelievo straordinario dei conti correnti.

Se si realizzasse una di queste situazioni sicuramente l’ex comico genovese potrebbe aver gioco facile del chiamare a raccolta la piazza e iniziare una protesta contro il governo. Inoltre basterebbe che una parte dei militari o della polizia (magari suggeriti dagli americani) appoggiasse un’eventuale rivolta e la rivoluzione diventerebbe una realtà.
A nostro avviso non è così remota l’avverarsi di una situazione del genere, perché abbiamo visto tutti come Beppe Grillo sappia richiamare centinaia di migliaia di persone e sappiamo anche che stiamo vivendo la crisi economica “da guerra”. Quindi le premesse ci sono e penso che ci possa essere una probabilità intorno al 30% che da esse scaturisca un colpo di stato, una rivoluzione o peggio ancora una guerra civile.
Personalmente, penso che la via rivoluzionaria sia strategicamente la migliore per Beppe Grillo, perché altrimenti il suo movimento si ridurrà ad essere un movimento di scopo e rischia seriamente di spaccarsi.

P.S: questo articolo non è una notizia e nemmeno una previsione. Esso vuole fornire un’ipotesi che possa invogliare il lettore a verificare nelle realtà le affermazioni in essa contenute ed eventualmente a monitorarne gli sviluppi. In alcun modo si vuole accusare Beppe Grillo o gli USA di preparare un colpo di stato in Italia e in alcun modo si vuole sostenere una rivoluzione o un colpo di stato contro la Stato italiano.


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