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Beppe Montana e il polpo

Creato il 28 luglio 2014 da Stupefatti
Beppe Montana e il polpodi Giorgio D'Amato
in collaborazione con Apertura a Strappo
Stiamo per affrontare questioni non molto piacevoli. Tipico luglio. Un cane grosso e nero per strada vaga annoiato. Si avvicina ad un viandante. Passa e ‘ddrà, nun ci rumpiri ‘a minchia. (Più in là, oltre l’autostrada e il promontorio, dietro la coltre fitta di buganvillee e alberi di limoni, dietro le mura di una casa non intonacata, dietro la porta della cucina, un polpo. È ancora vivo, un po’ stordito, è stato pescato già da un paio di ore. Una mano abile lo afferra per la testa e lo cala nell’acqua che bolle. La pelle viscida si ustiona, i tentacoli si imbizzarriscono. La mano abile risolleva il polpo e lo immerge un’altra volta. La resistenza è strenue. Alla terza immersione il polpo è ormai morto. Una presa di sale. Coperchio alla pentola che riprende la sua ebollizione.) Come al solito quello lì se ne sarebbe andato a fare un giro in barca, a fare immersioni. Quando diceva lui, non c’era un giorno fisso - quel pomeriggio aveva portato con sé la fidanzata e una coppia di amici. Disse qualcosa al ragazzo del rimessaggio, tempo cinque minuti c’era un motoscafo bianco con un trenta cavalli imbracato che si librava in aria. Un giro di gru e quella barca toccava l’acqua. Commissario, può salire. Grazie, grazie. Ci vediamo stasera. Mi raccomando, noi chiudiamo col buio, non se lo scordi Commissario, che poi la barca può lasciarla attraccata alla boa. Non si preoccupi però, le barche attraccate non le tocca nessuno, qui mai nessuno ha toccato niente, e poi c’è sempre il guardiano. Troppe spiegazioni. (Controlla il polpo, che sfatto poi non si può mangiare. Il polpo è un piacere del palato, la fame è un’altra cosa. Il polpo non sazia, è uno sfizio. La mano abile prende un forchettone e lo infila tra la testa e l’attacco dei tentacoli. Ancora è duro, risponde. E rimette il coperchio sulla pentola. Nell’aria si diffonde l’odore del mare). Il pomeriggio che il commissario era al mare c’era un solo motoscafo blu che vagava per la costa. Tutti lo notarono, era un Tullio Abbate blu, bellissimo. Almeno undici metri. I motoscafi bianchi no, erano tutti più o meno uguali. Alle 20:50 il commissario aveva già attraccato e la gru sollevato il suo motoscafo. Il commissario si era tolto di dosso un po’ di sale gettandosi dell’acqua con il tubo, lo stesso con cui aveva sciacquato l’elica del trenta cavalli. Una cosa veloce. (Alla stessa ora il polpo è ancora nella sua acqua di bollitura. È tiepida. Ammollo il polpo si prende di sale, diventa più buono.) Alle 21:00 il commissario fu per terra, immerso nella pozza del suo sangue. Un po’ di folla attorno a guardare che forma ha un uomo ucciso. La fidanzata urla, la coppia di amici la sostiene e grida chiamate un’autoambulanza. Arriva quasi subito, ma non è che ci sia da sperare. Quello è morto, gli hanno sparato alla faccia. (Dietro la coltre fitta di buganvillee e alberi di limone, dietro le mura di una casa non intonacata, si sente una voce. Poi i bicchieri vengono riempiti. Tintinnano. Alle 21:40 il polpo viene tagliato a pezzi, cosparso di sale e di olio di oliva, quello sincero, fatto in casa che ti strozza. Anche di aglio, sminuzzato fino. E di prezzemolo, spezzato con le mani. Il coltello si sa, ne altera il sapore. La testa tagliata in due viene adagiata su un piatto a parte. Con l’inchiostro nerissimo in bella vista. Non si condisce, si mangia così. La testa è il boccone del buongustaio. Spetta al capofamiglia). Il commissario si chiamava Beppe Montana (1). 
Pochi giorni prima a Buonfornello aveva fatto una retata, sul tavolo c'era una tazzina di caffè fumante che nessuno aveva bevuto - era per Pino Greco detto "scarpuzzedda" (2), il pezzo più grosso della combriccola, quello che negli anni ottanta è implicato in tutti gli omicidi. Pare avesse le prove per incriminare uno che costruiva palazzi, un Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del S. Sepolcro (4). Morì a Porticello (PA) il 25/07/1985 alle ore 21:00. Poco prima aveva chiesto al titolare del cantiere il nominativo di un buon ristorantino dove mangiare bene. Magari del polpo all’insalata. Il fratello del conducente del motoscafo blu, il Tullio Abbate di undici metri, verrà arrestato e liberato qualche mese dopo. Non c’entrava niente con questa storia. Il fidanzato della figlia del titolare del cantiere, Salvatore Marino (5), viene preso e dato in pasto ai colleghi del commissario. Una volante lo accompagnerà al pronto soccorso per costatarne il decesso. Effetti collaterali di una caccia al colpevole. Ah, la mangiata fu innaffiata da vino rosso. Anche se col polpo un bianco secco e freddo si sarebbe prestato meglio.
Beppe Montana e il polpo


NOTE
1) La voce dell'enciclopedia WikiMafia su Beppe Montana.Beppe Montana e il polpo2) Un personaggio che nessuno scrittore e regista di horror e gangster movie è riuscito mai a partorire. Pino Greco "Scarpuzzedda", superkiller di Ciaculli. Era probabilmente il più crudele ed efficiente delle bestie feroci che si aggiravano per Palermo e provincia tra l'81 e '83 (seconda guerra di mafia, leggi la voce di Wikimafia). Angelo della morte che scorazzava per le strade in pieno giorno armato di kalashnikov e casco integrale, ammazzò decine di persone nel giro di pochi anni. Tagliò un braccio ad un ragazzo, figlio del boss Inzerillo. Torturò, strangolò, sciolse nell'acido. Finchè a Riina non venne a noia e lo fece sparire dalla circolazione (ndr)

3) La prima pagina de L'Ora che annuncia l'assassinio di Montana è stata digitalizzata presso L'Istituto Gramsci Siciliano

4) Il conte Arturo Cassina, cavaliere dell'Ordine del Santo Sepolcro. Ma cu è? Gestore della manutenzione stradale e fognaria per il Comune di Palermo nell'era Ciancimino e seguenti (per 36 anni rivelano La Torre e altri nella relazione di minoranza contro i lavori della maggioranza della commissione antimafia), prima con un'impresa a nome suo (che ottiene l'attribuzione dell'appalto senza alcuna gara) poi con imprese riconducibili alla sua famiglia (la Arborea che a sua volta detiene la famosa LESCA). Don Vito Ciancimino ci tiene alle finanze di questa impresa, tant'è che dieci giorni prima della fine del suo mandato (dovuto alle dimissioni seguenti alle rivelazioni della Commissione Antimafia), le firma un mandato di pagamento di tre miliardi e mezzo per operazioni di manutenzione straordinaria. Bravo don Vito! In quei tempi la manutenzione stradale a Palermo costava quattro miliardi e quattrocento milioni di lire, a Bologna solo 498 milioni; e che dire di quella fognaria, a Palermo cinque miliardi e novecento milioni di lire, a Bologna solo 200 milioni. (da www.viandante.it) A Binnu Provenzano il signor don Vito Ciancimino forse piaceva proprio per questo, a Totò un poco meno, tant'è che a Cassina sequestrarono il figlio Luciano il 16 agosto del 1972 rilasciandolo il 7 febbraio del 1973 dopo il pagamento di un miliardo e trecento milioni, tutti soldi che servirono per favorire la discesa dei Corleonesi in città. Il conte era ritenuto uno degli intoccabili di Palermo, di lui si stava occupando il vice questore di polizia Ninni Cassarà (collaborava con la polizia elvetica su alcune ipotesi di riciclaggio di denaro sporco riconducibili al conte) con l'aiuto del commissario suo amico Beppe Montana.

4-bis) Ordine di Santo Sepolcro. Negli anni ottanta certamente una piccola loggia che mette insieme, nelle cerimonie solenni che si tengono presso il duomo di Monreale, individui legati a don Vito Ciancimino ed esponenti politici quali il pidduista democristiano Vincenzo Carollo, il colonnello Serafino Licata, l'Alto Commissario per la lotta alla mafia Bruno Contrada, il capo della squadra mobile di Palermo Giacomo Salerno, l'ex-questore Giuseppe Montesanto. (da www.lesenfatsterribles.org)

5) Sul caso di Salvatore Marino leggi l'approfondimento di Apertura a Strappo.

6) L'autore del post Giorgio D'Amato e i ragazzi di Apertura a Strappo organizzano oggi un reading su Beppe Montana, a Porticello. 29 anni dopo. Grandi cose.


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