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Berlusconi non si ricandida: "Possibile Monti candidato premier"

Creato il 15 febbraio 2013 da Laperonza

ARTICOLO DE "IL GIORNALE" DEL 09/10/2012

Il piano di Silvio Berlusconi per il centrodestra sembra ormai chiaro: il Cavaliere farà un passo indietro per consentire il rinnovamento del partito. A dirlo è lo stesso ex premier che a La Telefonata su Canale 5 sostiene: "È una linea assolutamente coerente con tutto ciò che è stato fatto da quando nel ’94 ho deciso di lasciare il mestiere di imprenditore e scendere in campo nella politica al servizio del Paese.

Anche allora c’era l’ipotesi che l’Italia potesse essere consegnata alla sinistra, che in quel momento era chiaramente comunista. Se i moderati si uniranno saranno la maggioranza del Paese e potranno avere le responsabilità di governo, se parteciperanno alle elezioni divisi, la maggioranza sarà della sinistra".

Al suo posto, tanti potrebbero essere i candidati premier alle prossime elezioni: "È difficile fare nomi perchè dietro i nomi si instaurerebbero polemiche. Saranno tutti i moderati insieme a decidere chi debba rappresentarli". Del resto, il Cavaliere non esclude nemmeno un Monti bis. Parlando del possibile candidato a Palazzo Chigi, Berlusconi non esclude "che possa essere Mario Monti il quale è sempre stato nel campo dei liberali e dei moderati. Potrebbe essere lui, ma ci sono anche altri nomi che possono essere condivisi. Ne ho sondati qualcuno, penso che ci possa essere la possibilità di mettere insieme i moderati".

Berlusconi lancia un appello proprio ai moderati "che rappresentano la maggioranza degli italiani e non si riconoscono nella sinistra, guidata dalla Cgil, dalla Fiom e da Vendola". Nessuna paura dei sondaggi e della fiducia sempre minore dei cittadini verso la politica in genere. "Con una buona comunicazione anche gli italiani sfiduciati possano essere convinti che è un dovere votare per chi rappresenta tutti gli italiani che non vogliono lasciare il Paese nelle mani della sinistra delle tasse che continua a pensare che i cittadini devono essere al servizio dello Stato e non lo Stato al servizio dei cittadini".

E non rinuncia a togliersi anche qualche sassolino e risponde a Pier Ferdinando Casini che lo aveva accusato di "giravolta": "Io non ho mai effettuato giravolte nella mia vita privata, imprenditoriale e politica, non vedo come Casini si permetta un’espressione infelice e lontana da verità".

Anche il partito, in realtà, resterà sostanziamente quello, anche perché la rottamazione della vecchia politica "è una cosa che non esiste". Il centrodestra, però, correrà comunque sotto un'altra bandiera: "Il simbolo lo cambiamo in quanto il Popolo della libertà è un bel nome, ma l’acronimo Pdl non comunica nessuna emozione. Abbiamo studiato un nuovo simbolo. Vogliamo fare qualcosa di importante per unire i moderati".

Quello che cambierà, però, sarà sicuramente il suo ruolo all'interno del centrodestra. "Posso lavorare nell'ambito del movimento che ho creato dal '94 per dare un supporto, per formare i giovani", assicura il Cavaliere ribadendo che "la rottamazione dei vecchi non esiste: quello che ieri ha detto Alfano non è una notizia, lo avevo detto io in diverse occasioni. Eravamo al telefono ed io gli ho detto di insitere sull’unione dei moderati e sulla possibilità che io per consentire ciò facessi un passo indietro".

L'ipotesi che il centrodestra candidi l'attuale premier ha suscitato immediatamente diverse reazioni. A partire proprio da quei moderati a cui si appella il Cavaliere. "Il passo indietro di Berlusconi rappresenta un fatto importante e un gesto di responsabilità", commenta Italia Futura, l'associazione di Montezemolo, "Siamo convinti che il rinnovamento della politica debba andare ben oltre i leader di partiti e investire tutta la classe dirigente politica locale e nazionale".

Non piace invece a Pier Luigi Bersani secondo cui "chi tira per la giacca a fini elettorali Monti non fa un buon servizio né a Monti, né all’Italia. Il Paese deve tornare alla normalità. Dopo di che il contributo di personalità e il tasso tecnico è un optional. Il punto è se abbiamo il diritto di votare e di avere come gli altri Paesi una maggioranza politica". Poco convinto anche Gianfranco Fini: "Le parole di Berlusconi possono avere un seguito solo ed esclusivamente se l’unità dei moderati la si intende e la si costruisce sulla base di un comune programma di governo fortemente riformatore".

IlGiornale.it - Chiara Sarra- 09/10/2012


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