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Berlusconi paragona figli a ebrei in Germania nazista

Creato il 06 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Berlusconi, nel nuovo libro di Vespa, parlando della possibilità di lasciare l'Italia, ha paragonato i suoi figli agli ebrei perseguitati durante il nazismo

Photo credit: Abode of Chaos / Foter / CC BY

Continuano a fare notizia le rivelazioni su Berlusconi nel nuovo libro di Bruno Vespa, intitolato Sale, zucchero e caffè. L’ultima è una confessione dello stesso Berlusconi, che racconta del disagio dei suoi figli nei confronti di quella che lui definisce una persecuzione giudiziaria. ”I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso”. Questa è la frase detta da Berlusconi a Vespa, quando il conduttore di Porta a Porta gli ha chiesto se fosse vero che i suoi figli gli avessero chiesto di vendere tutto e di andare via dall’Italia. La frase di Berlusconi, piuttosto pesante nel suo paragone con una vicenda storica così delicata come la persecuzione degli ebrei nella Germania nazista, ha ovviamente provocato una serie di reazioni da parte della comunità ebraica romana, con il presidente Riccardo Pacifici che ha dichiarato “frase molto infelice, ho bisogno di tempo per riflettere”. Anche dall’Unione delle comunità ebraiche italiane sono arrivate prese di distanza, con il presidente Gattegna che giudica “ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa”. Berlusconi, nelle pagine del libro di Vespa, specifica poi come non abbia mai avuto l’intenzione di lasciare l’Italia, proprio per il profondo intreccio della sua storia umana, persona, imprenditoriale e politica con il nostro Paese. Le parole usate da Berlusconi in questo caso non lasciano spazio a dubbi: ”Sono italiano al 100 per cento. In Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l’imprenditore, l’uomo di sport, il leader politico. Questo è il mio paese, il paese che amo, il paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato. Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l’Italia”.


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