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Bestie, uomini e dei

Creato il 11 settembre 2013 da Cicciotopo1972 @tincazzi

Domenico Quirico e Pierre Piccinin sono stati liberati dopo 5 mesi di prigionia. E fin qui tutto bene, ne siamo tutti contenti. E’ stata una sollevazione per tutti noi sapere che questo incubo era finito.

Bestie, uomini e dei

Ma forse sarebbe il caso che si incominciasse a fare e a farci una serie di domande e a chiarire alcuni punti. La vicenda del loro rapimento non è mai stata chiarita, come in questi mesi la Farnesina ha evitato sempre di nominare il compagno di viaggio di Quirico. Perché?

1- Chi è Pierre Piccinin. Professore di liceo, belga, non parla l’arabo. Un personaggio particolare, definito senza mezzi termini da Jonathan Littel, autore del libro ‘Taccuino siriano‘ come “il cretino di Gembloux” e da Cristophe Ayad di Le Monde come un “turista di guerra“. All’inizio della rivolta Piccinin, sostiene il regime e si scaglia contro l’informazione mainstream. Non contento va in Siria e si reca a Homs ”Je suis venu pour voir vraiment ce qui se passe parce que je ne crois pas le discours des médias et des militants. On prétendait qu’il y avait des bombardements et je cherchais le quartier. Mais je n’ai rien vu.

Insomma per Piccinin a Homs non succedeva nulla…

Nel libro di Littell, che è entrato a Homs il 18 dicembre 2012, Piccinin viene citato in due date diverse: 25 e 28 gennaio 2012.  Il 25 Littell vede il suo nome sul computer di un attivista ribelle. Leggiamo: “Pierre Enrico Piccinin, un journaliste belge apparemment (né à Gembloux!), entré officiellement en Syrie, qui s’est échappé de son groupe pour venir à Homs…”

Il 28 gennaio ritrova il nome di Piccinin nel computer di Abu Brahim, uno dei responsabili della sollevazione popolare a Homs.  In sostanza, i ribelli sono convinti che lui sia una spia

Mani, il fotografo di Littell, riesce ad avere il telefono. “L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha detto un sacco di balle, Le Monde anche“, gli dice Piccinin. Littell, infuriato per le sue dichiarazioni, la chiude così: “En vérité, il y a un dieu pour les crétins de Gembloux”.

Piccinin – scrive nelle note Littell – présente une version des événements en Syrie entièrement conforme à la propagande du régime, minimisant au maximum les tueries ainsi que l’ampleur du soulèvement”.

Poi la conversione sulla via di Damasco: il 12 maggio 2012 viene arrestato ad un check point governativo. qui potete leggere la cronaca della sua disavventura. Dopo aver assaggiato le galere siriane, il nostro cambia totalmente idea e si schiera dall’altra parte, invocando addirittura l’intervento della Nato.

E allora:

1) Perché Domenico Quirico faceva coppia fissa con Piccinin? Non pensava forse che girare con un non giornalista in zona di guerra, considerato una spia e un traditore a seconda del fronte, dove la paranoia per spie e tradimenti è a livelli altissimi, gli avrebbe causato seri problemi?

2) Perché entrare dal Libano quando tutti sapevano che era estremamente rischioso passare in quella striscia di terra? Nessun giornalista passava più da quelle parti. Della pericolosità del confine libanese ne avevamo parlato in questo post

3) Chi ha portato Quirico e Piccinin dentro la Siria?

Nel suo racconto pubblicato sulla Stampa Quirico dice “Siamo entrati in Siria il 6 aprile con il consenso e sotto la protezione dell’Armata siriana libera, come tutte le volte precedenti. Ho cercato di raggiungere Damasco e di verificare di persona le notizie sulla battaglia decisiva di questa guerra civile, come faccio sempre. Ma ci hanno detto che avremmo dovuto aspettare alcuni giorni prima di poter raggiungere la capitale siriana e così abbiamo accettato la proposta di andare in una città che si chiama Al Qusayr”.

Sotto la protezione di chi? Quale brigata li ha presi in consegna per portarli a Quasyr? Da Qusayr è praticamente quasi impossibile arrivare a Damasco, tanto che chiunque interpelliate vi sconsiglia fortemente di arrivare da lì nella capitale. Questo da mesi e mesi. Si combatteva duramente in quella zona. L’unica via sarebbe dalla Turchia attraverso un lungo e pericoloso giro, ma nessun giornalista negli ultimi mesi ci ha provato. Il motivo è chiaro: nessuna certezza di arrivarci interi e quando si è là non ci sono possibilità di movimento, soprattutto per due stranieri che non sembrano arabi e non parlano arabo. L’americano Austin Tice è sparito da oltre un anno nel tentativo di raggiungere Damasco.

Ma la domanda madre alla quale non viene data risposta è perché li hanno arrestati? Perché la brigata Farouq (1), che non è una banda di criminali, quando li prende in consegna non li libera o ne chiarisce la posizione e li riaffida a un sottogruppo alle sue dipendenze definito criminale anche dal Ministro Bonino? Perché lo stesso fa Jabhat al Nusra? Il motivo non viene spiegato da nessuno dei due.

Sulle dichiarazioni rese dopo il loro rilascio c’è molta confusione. Parlano di aver sentito conversazioni in inglese sull’uso di armi chimiche, uno poi smentisce l’altro dopo poche ore. Il riferimento a Dio e al demonio, la Siria come il paese “del male”, la pietas cristiana. Forse i serbi ortodossi e i cristiani croati erano meno violenti quando combattevano in Bosnia? Capisco la detenzione, la prigionia, i soprusi. Deve essere stato terribile. Ma allora, proprio per quello, perché le domande vere nessuno le pone e risposte non vengono date, sarebbe meglio prendersi una pausa e magari capire se si sono anche commessi degli errori di valutazione sui rischi (2).

In Siria però in questi giorni ci sono Gabriele del Grande e Andrea Glioti. Due freelance. Uno ad Aleppo, l’altro nel ‘Kurdistan‘ siriano. Ci stanno parlando di un’altra Siria. Fatta di gente, colori, odori, tragedie. E la stampa italiana, al posto di riciclare pezzi con le agenzie, potrebbe far raccontare cosa succede nel paese a questi due ragazzi.

Perché la Siria non è solo ‘il paese dove il male trionfa’ come ha affermato Quirico .

Pietà l´è morta!”, cantavano i partigiani. La guerra, purtroppo, è questo.

Note

1- La brigata Farouq, che opera in quelle zone, è una brigata (forte di circa 20mila uomini) regolare del Syrian Liberation Front. Gli esperti del Washington Institute of Near East Policy e dell’Institute for the study of war la classificano come moderatamente islamista.

 2- Nell’agosto 2011 Quirico viene arrestato a Tripoli dai lealisti di Gheddafi insieme ad altri 3 giornalisti. Viaggiavano su una macchina, proveniente dalla Tunisia, guidata da un autista che non era di Tripoli e non conosceva bene la città. Finiscono nelle zone dei gheddafiani. L’autista viene ucciso sul posto.


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