Bettoni? Si superino finalmente i conflitti d’interesse locali

Accurato e attento l’articolo del Fatto Quotidiano su Francesco Bettoni. Il link è questo.
Lo spunto di Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia, individua un drammatico groviglio di conflitti d’interesse che attraversano Brescia e trovano nella persona di Francesco Bettoni un crocevia incredibile.
C’è una questione di princìpio in questo attacco di Legambiente: l’economia ha bisogno che i settori diversi e contrapposti restino tali, rappresentati da persone diverse, inseriti in un quadro generale che garantisca responsabilità da parte di ciascuno. Altrimenti si creano doppioni come la A4 e la Brebemi, si penalizza l’agricoltura mentre chi la rappresenta lavora per il lavoro autostradale, si alzano le tariffe delle autostrade, Bettoni consenziente, mentre i camionisti protestano, con Bettoni in Uniontrasporti. Bettoni è nel consiglio d’amministrazione della banca e dell’autostrada che chiede il mutuo. Bettoni espropria le aziende agricole che rappresentava in Confagricoltura per decenni.
Venti poltrone, ridottesi dopo le trenta contate un anno fa. Ma non è una questione personale fra le tante. I manager presenti in vari cda sono molti. Bettoni è uno dei simboli di un periodo che infine ha nuociuto al territorio
È il sistema lombardo, sviluppatosi con Formigoni. I poteri contrapposti per loro natura si uniscono in un nodo indivisibile, che tende inevitabilmente a tacitare il dissenso, la discussione, le proposte alternative.
Maroni non sta innovando. Il cambiamento sarà lento, forse impossibile finché nemmeno si apre un dibattito o tutto si riduce a un attacco personale.
Diranno che Bettoni ha compiuto grandi opere. È vero. Ma è un libero mercato che almeno limita il consumo di suolo, protegge i pendolari, in generale i deboli? O non fa che rincorrere uno sviluppo impossibile e distruttivo del territorio, e premia solo i grandi affari?
Il conflitto d’interesse mortifica, i monopoli o comunque la concentrazione dei poteri nuoce, addormenta lo spirito di competizione (a dir poco).

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