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Big eyes, film di Tim Burton: la storia della pittrice dei figli di nessuno

Creato il 12 aprile 2015 da Alessiamocci

“La mia musa è una bambina dai grandi occhi” – Tim Burton

 

Nel 2014 Tim Burton, il regista de “La fabbrica di cioccolato” e “La sposa cadavere”, porta al cinema un personale omaggio al genio di Margaret, e lo fa raccontando le vicende vissute col suo secondo marito, Walter Keane, tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio del decennio successivo.

Negli anni cinquanta e sessanta la vita delle donne non era certo facile, anche se erano artiste scrittrici o possedevano un particolare talento. Anche per Margaret Keane, artista e pittrice americana, la vita fu tormentata e frustrante e persino artisticamente espropriata. Negli anni ’60 la sua arte ebbe un estremo successo, aveva cominciato a invadere ogni angolo d’America con quei suoi ritratti di bimbi dagli occhi grandi e tristi e le sue opere vennero vendute con grande determinazione, ma non a suo nome bensì a nome del suo secondo marito, Walter Keane.

Così Margerat all’ombra del marito che la usava come una catena di montaggio del proprio business miliardario produceva a ritmo di macchina quadri per il successo e i soldi del marito. Mentre Walter appariva in pubblico per godersi il successo, Margaret rimaneva nell’ombra di una delle più grandi frodi dell’arte contemporanea. Ma non è solo la storia di una truffa: è la storia di un’artista (donna) che non può riconoscersi nella sua opera; è la storia dell’opera d’arte trascinata in un mercato che la corrompe da chi è solo più abile a vendere; è la storia della fortuna, che può divinizzare il banale e l’ovvio; è la storia di una donna, apparentemente fragile, che riesce a difendere se stessa, quando sembra troppo tardi.

La storia di Margaret Keane (una storia vera) rappresenta una delle più incredibili e leggendarie frodi artistiche della storia.

Nel film come nella storia vera Margaret, Interpretata da Amy Adams, è una donna divorziata. È una pittrice molto brava, e la sua specialità è dipingere bambini melanconici con grandi occhi. Per mantenere se stessa e sua figlia s’improvvisa artista di strada. Qui incontra Walter Keane, Christoph Waltz, anch’egli pittore, affettuoso, stravagante, sbruffone e che la fa innamorare. I due si sposano, e Walter, grazie alla sua capacità comunicativa, riesce a trasformare il talento di sua moglie in un business mondiale, rubandole però identità, arte e dignità.

Big Eyes è un film anomalo rispetto alla solita produzione di Tim Burton.

A differenza degli altri film di Burton, in questo egli mette da parte la deformazione fantastica e si diletta in un film biografico “tradizionale”, costruendo un’opera che ricerca la sua forza narrativa nel valore aggiunto della storia vera e nella potenza espressiva che la sintonia della coppia Adams (Waltz) emana per l’intera durata della pellicola.

Il film meno “fantastico” del solito rispetto agli altri film del regista dimostra di essere credibile, di raccontare una bella storia con le giuste dosi di ironia e passione. Burton racconta, attraverso le disavventure di una donna sfruttata e malinconica, le storture del sogno americano, l’affarismo sfrenato tendenti della società americana. Big eyes è una pellicola gradevole, armoniosa, fresca e colorata proprio come i quadri della Keane.

Il film è veramente ottimo, l’unica pecca forse è la “superficialità” della sceneggiatura perché non scava molto a fondo nel dramma artistico ed umano di una donna così straordinaria. La regia indubbiamente ottima e una fotografia che solo Tim Burton poteva dare, con la sua fantasia e il suo tocco.

La storia straordinaria di Margaret Keane e dei suoi occhi enormi sono specchio di un’anima venduta a peso d’oro con la brama di inseguire un sogno viziato dal denaro e dal successo. Così Burton ci racconta di Margaret, una donna forte che riuscirà a riscattarsi con un improvvisa rivincita.

 

Written by Amani Salama

 


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