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Biglietti d’auguri [callista]

Creato il 09 settembre 2013 da Civediamoallesette

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Dopo la penosissima scelta dei regali di compleanno per la brigata dei settembrini, le vostre derelitte se ne sono andate a scegliere i bigliettini. In mezzo alla solita bolgia di orsetti, coniglietti, panteganine augurali, i loro occhi sono stati attirati da una serie di biglietti in plastica semitrasparente con sopra scritte delle poesie. Da donne glamour e sempre attente alle ultime novità, non potevano farsi scappare i dettagli.

Callista: Amica, guarda come sono belli.
Mafalda: Cariniiii… Costeranno otto euro l’uno, come minimo?
C: 4 e cinquanta. Vediamo cosa c’è scritto…

E leggono il primo, accompagnato da elegantissima banda laterale viola.

“Gorilla tra i giganti
proteggimi la vita
di muscoli ne hai tanti
li stringo con le dita.
Con te mi sento OK
Perché nessuna lei
Può prendere il mio posto:
per questo tu sei tosto”.

C: Amica, è uno scherzo, vero?
M: Saremo su Candid Camera. Ma come cazzazzo si fa a scrivere una cosa così?
C: Che poi, volendo proprio, “proteggimi la vita” è sbagliato, ci sono due complementi oggetto. Ignoranti. Risolvevano tutto con “proteggi la mia vita”.
M: Cally, solo tu puoi pensare ai complementi oggetto con una frase sotto che dice “Di muscoli ne hai tanti, li stringo tra le dita”. È oscena. Posso suggerire cosa stringere tra le dita?
C: Le palle che mi sono appena cadute. Prova a pensare di mandare una cosa così alle meraviglie. Ce lo tirano dietro.
M: E farebbero bene… Dai, leggiamone un altro.

«Pantera sinuosa
dai sfodera gli artigli.
Stanotte sono in vena
Quello che vuoi ti pigli.
Sei la più sexy al mondo
E in più ti voglio bene.
Niente paura, in fondo
Quello che cerchi avviene».

C: Ahh, bè, questo sì che è raffinato. Non vedo l’ora di riceverne uno.
M: Posso glossarlo? Aggiungendo “l’unica cosa che pigli è un bel vaffanculo”?
C: Mi piace. Io anche sul finale metterei “avviene che ti fa culo, vai serena”. Un altro, amica, ti prego.
M: Questo che è rosa Callista, vai…

«Esplode nel mio cuore
la voglia dell’amore.
Io sono qui per te
E tutto avrai da me.
Esplode all’improvviso.
Che grande il tuo sorriso!
Mi sembri già d’accordo:
andiamo su da me?»

M: Tutto sto casino per dire “vorrei darti due colpi”? Ma benedetto, risparmia fiato e agisci. Come se non bastasse, ci sono ottanta ripetizioni.
C: E poi, mica saranno rime? Ma mia nipote di dieci anni le fa meglio: cuore/amore, te/me… Dante in persona, eh? Ma complimentoni.
M: E poi l’ultima non è neanche una rima: era meglio “mi sembri già d’accordo, ma urla che son sordo”.
C: Esattamente. E poi, non poteva trovare un modo più carino di definire il sorriso della donna? «Grande»?
M: Vabbè, meglio il sorriso del culo, va’…

«Gattino che fa ciao
forse altrettanto miao
Gioca con me e vedrai
Cosa so fare mai
Sotto la copertina
Noi ci facciam le fusa
La notte ed al mattino
C’è ancora chi le usa».

C: No, dai, mi rifiuto, è come sparare sulla croce rossa.
M: “Cosa so fare mai»? Una figura di merda, fai, a mandare un biglietto come questo.
C: Ma scusa, poi cosa vuol dire il finale? C’è ancora chi usa le fusa? Ossia?
M: A me lo chiedi?
C: Se lo facevo scrivere da un mio studente ubriaco forse veniva fuori qualcosa di meglio.

«A te non ti conosco…
Così sorrido e chiamo
Lo sguardo non più losco
E gli occhi avviciniamo.
C’è allora la scintilla
Che solo noi vediamo
Perché negli occhi brilla:
ci provo e poi ti amo».

M: Non ho parole.
C: A TE NON TI CONOSCO??? Ma questo ha fatto almeno le elementari?
M: Amica, non soffermarti sulla grammatica: vai oltre. Interpreta. Questo non conosce lei, la chiama, scatta la scintilla, ci prova e si amano.
C: E quindi?
M: E quindi è fantascienza! Anche in questo caso era meglio «per non sbagliarmi ti trombo, poi ci penso, non voglio legarmi, però ti voglio bene».
C: Non ci sono le rime.
M: Scusa.
C: Facciamone uno per tutte le donne derelitte.
M: Da mandare alle meraviglie?
C: Ovvio…

«Meraviglie rintronate
siamo stufe di cazzate.
O ci amate per davvero
O con l’odio più sincero
Vi diciamo a muso duro
Tanti auguri e VAFFANCULO!»

M: Abbiamo un futuro, eh…
C: Creatrici di biglietti di auguri. E noi che volevamo fare le scrittrici…


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