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Bimbi carbonizzati: Andrea e Davide morirono prima dell’incendio. L’avvocato della madre racconta l’inferno familiare

Creato il 19 luglio 2013 da Alessiamalachiti @amalachiti

iacovoneL’avvocato Pier Luigi Milani, che si occupa di assistere Erica Patti, tentacinquenne madre di Andrea e Davide, i bambini morti durante un incendio, ha invitato la stampa ed i cittadini a non parlare di incidente. Il principale indiziato è il padre dei bimbi, Pasquale Iacovone, che attualmente è ricoverato con ustioni sul 90% del corpo.

La tragedia si è consumata a Ono San Pietro, in Vallecamonica, Provincia di Brescia, il 16 Luglio. Dai risultati dell’autopsia è emerso che i bimbi, di nove e dodici anni, sono morti prima del rogo. Nei polmoni, infatti, non vi era traccia del fumo che avrebbe dovuto esserci, se fossero morti tra le fiamme. Inoltre, non sono stati riscontrati segni di violenza. Mentre si prende in considerazione l’ipotesi dell’avvelenamento prima dell’incendio, Pasquale Iacovone rimane il principale indagato.

I genitori erano separati e da circa un anno, Iacovone ha iniziato ad ossessionare la ex moglie. L’avvocato Milani ha spiegato: «Si erano separati nel febbraio del 2010. Circa un anno fa lui ha incominciato con uno stalking senza soste, instancabile, sotto casa, vicino casa. Passava davanti e minacciava, imprecava. Siamo arrivati al punto da installare una telecamera all’ingresso per documentare tutte le molestie. Pedinava la signora, la seguiva, la inseguiva, le tagliava la strada con l’auto. Lei era così esasperata che un giorno mi ha detto: “La prossima volta che mi blocca gli vado addosso”. Non so come abbia fatto a resistere fino a oggi». Milani ha poi continuato: «In un anno abbiamo fatto una decina di denunce. Le ho portate in Procura. Il 7 Gennaio di quest’anno il gip aveva adottato il provvedimento di divieto di avvicinamento non solo alla signora, ma anche al padre e ai luoghi di lavoro».

L’avvocato ha raccontato: «Non se la prendeva solo con l’ex moglie. Il papà della signora allena una squadra di calcio in paese, andava a minacciarlo davanti a tutti. Aveva minacciato anche la mamma di un bambino coetaneo di uno dei figli che aveva testimoniato per uno di questi episodi e la signora lo aveva denunciato». Inoltre: «Lui si era licenziato ed era stato riassunto in un’altra azienda di carpenteria con uno stipendio dimezzato. Di sua iniziativa aveva dimezzato l’assegno di mantenimento: da 1.500 a 850 euro. Il 3 luglio ci siamo trovati in tribunale per l’udienza di modifica delle condizioni di separazione. La signora chiedeva di essere autorizzata a portare i bambini in terapia di supporto psicologico. È arrivato sventolando quella che ci ha detto essere la busta paga, ma senza l’intestazione e l’indirizzo della ditta. “Vedete che prendo molto meno”’, ci ha detto».

Milani ha continuato con le spiegazioni: «I bambini erano stati via con lui una decina di giorni. Avrebbe dovuro riportarli domenica sera. Quando non li ha visti arrivare, la signora gli ha telefonato senza avere risposta. Ha inviato un sms. Niente. Martedì mattina mi ha chiamato per dirmi che era arrivata la citazione, il processo per stalking era stato fissato per Ottobre. Giovedì invece l’incontro con la psicologa dei Servizi sociali di Breno. Ho consigliato alla signora di chiamare questa psicologa perché anche lei cercasse di rintracciare Iacovone. La psicologa ha chiamato senza avere risposta. Mi hanno riferito che Andrea è stato visto girare in paese. La mia segretaria mi ha detto che c’era stato un incendio a Ono e due bambini erano morti». La madre dei bambini lottava dunque da tempo per togliere a Pasquale Iacovone la patria potestà, ma l’uomo «Si giustificava sostenendo che i bambini stavano bene con lui».

Un’amica di Erica Patti e conoscente di Pasquale Iacovone, ha raccontato che il giorno prima della tragedia, ha incontrato l’uomo al parco. Moira Troncatti ha spiegato ai giornalisti: «Credo di essere rimasta l’ultima persona con cui si fermava a parlare. Lunedì sera, poche ore prima della tragedia, Era con i figli al parco giochi. Cosa mi ha detto? Le cose che mi ripeteva da quattro anni: “Mi vogliono vedere morto”. Pensava alle denunce, alla possibilità che gli togliessero i figli. Io non gli ho dato peso più di tanto. Però, anche se è ovvio pensare prima di tutto a Davide e Andrea e al dolore di Erica, non riesco a non chiedermi: “E dietro a un padre che arriva a fare una cosa del genere, che dolore ci può essere?” Pasquale mi ripeteva spesso di essere rimasto solo».

Moira ha specificato: «Nemmeno i suoi genitori, da Milano, lo chiamavano più. E negli ultimi due mesi non aveva in pratica mai lavorato. Poi lo so benissimo che non era un carattere facile. Non era un attaccabrighe, ma un impulsivo sì. Farlo ragionare non era semplice… Mai una volta che mi abbia detto qualcosa contro i suoi figli. No, nemmeno lontanamente potevo immaginare che facesse una cosa del genere. ma ripensandoci adesso, penso che forse si sentisse davvero già morto dentro».

Sabato alle ore 15.00 si terranno i funerali di Andrea e Davide Iacovone.


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