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Birdman [in 500 parole]

Creato il 08 febbraio 2015 da Paopru
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Fare un film di supereroi senza fare un film di supereroi non era proprio la cosa più facile del mondo, ma il regista messicano Alejandro González Iñárritu trova l’espediente giusto sbattendoci in faccia una pellicola che narra le disavventure di un ormai vecchio attore di Hollywood (Keaton) divenuto famoso a suo tempo proprio perchè interprete del celebre supereroe Birdman. Riggan (Keaton) tenta il passaggio dal cinema al teatro in base al complimento (forse solo alcolico) ricevuto da un importante regista teatrale dopo una sua performance e che lo segna il tanto giusto da donargli il coraggio per svestire i panni dell’uomo uccello e indossare quelli da teatrante impegnanto e carismatico. Il film è un colossale scimmiottamento dei cinecomic, sia attraverso la sceneggiatura (che li cita in continuazione in chiavi differenti), sia attraverso i protagonisti (molti dei quali ex Incredibili Hulk, Batman o fidanzate di Spiderman). Il piano sequenza con cui Birdman viene girato è spesso estenuante, non regalando mai uno stacco di inquadratura che possa far riposare il cervello. Una lunghissima unica totale scena forma il film, seguendo gli attori nei meandri di questo teatro di Broadway dove si inscena la fatica teatrale del protagonista Riggan, tormentato dal suo alterego pennuto come un demonio che lo spinge a fare cose che lui tenta di rinnegare, ma che è anche la personificazione di ciò che lo gratifica di più: l’essere celebre in un mondo di persone più celebri di lui e che ne oscurano la notorietà.

birdman

Inoltre, Riggan è davvero un supereroe o viviamo da spettatori i prodigi che compie attraverso i suoi occhi? E’ davvero un telecineta che sa volare o no? E qui sorge quel piccolo dilemma che mi porterebbe a dare a Iñárritu dello stronzo. Perchè non puoi per tutto il film far credere una cosa, e poi attraverso quella stupenda inquadratura finale sugli occhi sproporzionati di Emma Stone smonatare ogni certezza insinuando il dubbio. C’è del perverso in questo fare le cose, o solo un po di assenza di coraggio del regista nel prendere posizione.

Birdman regge bene i suoi 120 minuti grazie a un cast che si fa davvero apprezzare. Edward Norton è un ritrovato talento che si era un po perso per strada e che qui recita perfettamente il ruolo dell’attore di teatro a due facce, viscerale e tormentato. Emma Stone oramai riesce a destreggiarsi tra film di merda come Spiderman, commedie totally teen e drammi impegnati da Oscar. Neomi Watts e Zack Galifianakis confermano il proprio talento con sfumature recitative coerenti al proprio passato per la prima (l’inciucio lesbico classico) e incoerenti per il secondo, finalmente calatosi in un ruolo serio e per la prima volta equilibrato.

Impossibile non citare il mezzo morto-ex batman Michael Keaton, ritornato in auge solo di recente con film anche più spazzatura come Robocop o Need for Speed e che qui si abbandona alla mano del regista messicano, esplodendo in una performance attoriale che forse lo porterà a conquistarsi un premio Oscar, il primo della sua lunga e altalentante carriera.


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