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Birrah di girasole e granturco

Creato il 22 agosto 2011 da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
“Tanto vale che mi porti un cespo di asparagi!”
Ieri sera eravamo a farci una birra in un pub, in una imprecisabile località tra Roma, Vicenza e Milano.
Si discorreva:della produzione letteraria scaturita dalla travagliata vita di Sarah Kane (“Dannati” mi sa che l’ho visto a teatro),
dell’incidenza delle lampade solari nell’insorgenza del tumore della pelle,
del dramma dell’artrosi alla rotula in soggetti femminili affetti da cronica predisposizione al "blow for job" aziendale (nota alla scienza medica come “sindrome di Lewinsky”),
del minimale scarto d’età per far copulare i cuori,
del maggior successo che avrebbe conseguito Cyrano se avesse avuto a disposizione tutte le droghe odierne, come facilitatori di seduzione post-alcool e pre-coito,
del punto di spartiacque tra granaglie da semina ed essenze floreali.
Insomma, i soliti discorsi fra blogger, tre blogger.
Così si montavano e si smentivano corrispondenze tra la Saraconlacca scrittrice britannica e un’omonima nostrana, quint’essenza di tante blowjobiste del nostro sottobosco di scrivania, e pareva insomma che, per togliere d’imbarazzo entrambe, il collegamento si potesse spingere non oltre il nome di battesimo.
Mentre loro due si confrontavano appassionatamente, io fissavo la schiuma nella pinta di Kilkenny e facevo mumble mumble: Sarah Kane, di vita traumatica ma di morte non certo precoce. Che cazzata l’espressione “precocemente scomparsa”. Si muore quando si può. Mai che si dica “tardivamente scomparsa”. Ventotto anni di nonsense life di Sarah valgono forse più di ottantadue anni di good sense di immaturi che crepano raggrinziti nella cute ed eternamente acerbi nei pensieri.
A volte l’alcool mi immalinconisce, magari complice una bionda irlandese che mi riporta indietro negli anni quando scorrazzai nel reame di Dolores O'Riordan. Vabbeh, tempi antichi oramai.
E insomma, Kisciotte, sei in un pub con due blogger, non puoi metterti a sproloquiare da solo nella tua testa, serba i monologhi con la tua solitudine quando sarai a scrivere sul blog! Eccheccazzo!
Così mi ributto nella conversazione, e suggerisco l’eventualità che magari il tumore all’epidermide si può arginare invitando la Saraconlacca che probabilmente scomparirà comunque tardivamente, a fare una sana, disinteressata, mentalmente lucida sessione di sesso notturno.Magari non serve renderla brilla in anticipo, magari potrebbe trovare brillante una aranciameccanicosa “sana dose di dolce su e giù”, così, natural rather than chimical. 
L’altro blogger, decisamente più pratico di questioni sessuali nonché impresario pornografico (non è ironica modestia, è drammatica comparazione biografica) ci spiega che bisogna andare con il preservativo di piombo in questi casi, che a una bocchinara di professione, lasciare intravvedere lo spiraglio che non si tromba solo per dovere aziendale, può causare una breccia insanabile nella diga delle emozioni represse e in men che non si dica ti ritrovi davvero alla rottura delle acque.
O almeno è quanto mi fa comodo capire, perché l'alcool non cattura la chimera della totale comunicabilità dei significati, la diluisce soltanto, la sommerge un poco, ti illudi non possa volare via, e infatti si immerge, e resta lì, come un coccodrillo, sbirciandoti irraggiungibile da sotto la schiuma.
Io tiro fuori il block notes e prendo appunti, seriamente, perché quando non si hanno argomenti si finisce col parlare d’aria fritta, e pure nel sesso quando non si hanno decenni (o magari non sono decenni, ma solo lustri) d’esperienza, si cade nelle sabbie mobili delle romanticherie.
Beh siamo al terzo giro di birre e tocca a lei offrire.
La lei blogger pensa sia orribile la fine di Saraconlacca drammaturga. E poi dice come sia romantico considerare l’ipotesi di incastrarsi genitalmente senza per forza essere ridotti in uno stato di incoscienza, e insomma che l’unica discriminante è stare magari attenti a non irretire un blogger di quindici anni che già è piccolino, ma se poi è ancora fermo all’amor cortese allora, pure avesse dieci anni di più, sempre abuso di minorato mentale sarebbe!
E mentre cado a peso morto dentro la quarta caraffa, prima di addormentarmi con la birra che mi esce dal naso, riesco solo a udire che uno dei due (e non posso giurare chi dei due) mi dice: “ti verrei a cercare con un mazzo di girasoli in mano :)”
Non so come siamo giunti fino a Candy Candy, ormai il tasso alcolico non ha il grado per obiettare a parole, quindi mi limito a farfugliare nel dormiveglia interiore: “Un mazzo di girasoli?!?! Allora già che ci sei, perché non con un cespo di asparagi o una fascina di pannocchie?!”
Per me il girasole non è un fiore, è un ortaggio, una granaglia! Si sgranocchia, come un fagiolo o un granturco. E se non si sgranocchia, di certo si spreme come le olive o le arachidi. E io non sono Super Pippo!
(lui non se ne vorrà, ma preferisco pensare sia stata lei a parlare) Ma dove sei andata  a scuola di romanticismo?! Alla facoltà di Agraria?!Certe donne hanno la sensibilità di un grizzly, kristo d'un dio!
E poi io ho poche certezze nella vita, una di queste è che mi piacciono le margherite e i ciclamini (quelli veri, piccoli, selvatici e color ciclamino; non quelli transgenici che sono più grossi di un tulipano e sono color pesca melba, mango e papaia).
Beh, a dirla tutta, o a pensarla tutta, non so se ero così sbronzo da pensare la replica senza dirla o di pensare di pensarla soltanto, mentre in realtà l’ho detta ad alta voce.
So solo che mi sono svegliato la mattina dopo, ricondotto a casa dai due pii blogger, tutto appiccicato d’afa, lenzuola al luppolo, sudore e olio di semi.
E allora mi salvo in corner, ringraziando per il pensiero di un bel mazzo di girasoli.
Li avrebbe graditi anche Sarah.
Qualunque Sarah.
K.
ps: e un grazie a Obi e Cerex, per avermi riportato a casa ;)

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