Magazine Cinema

Bis ans Ende der Welt

Creato il 09 luglio 2010 da Sogniebisogni

Salvador Dali

Non vi illudete, ma non abbiate neppure paura. Nel 1991, Wim Wenders fece uscire nei cinema Fino alla fine del mondo, un film che è un road movie, una fuga, una caccia al tesoro e una storia di amore e sogni tutto insieme. Ma soprattutto è ambientato nel futuro, in un pianeta Terra tenuto in scacco da un satellite nucleare che sta precipitando e che potrebbe fare dei danni gravissimi. La temuta fine del mondo però non arriva. Sembrava suggerire Wenders: viviamo sempre come se fosse la fine del mondo, ma in realtà il mondo galleggia, continua a esistere, se necessario anche senza di noi. Anche nel Settimo Sigillo, film che cita l’Apocalisse fin dal titolo, i personaggi medievali di Ingmar Bergman attendono invano la fine del mondo fra guerre e pestilenze. Arriva magari la fine per i protagonisti, la Morte se li porta tutti via in una malinconica Totentanz, ma il mondo continua sempre. Forse non è un caso che Wenders abbia fatto recitare Max Von Sydow, che giocava a scacchi con la Morte, anche nel suo film.

Ma certo la catastrofe è pur sempre un’epifania. Se c’è la fine ecco che la creazione assume improvvisamente un senso che nel flusso continuo sembra andare irrimediabilmente smarrito. Perciò forse l’uomo la cerca, la desidera, la sogna addirittura. Anche al cinema, dove pure è impossibile perché la pellicola inesorabilmente si riavvolgerà su se stessa e ricomincerà da capo. Passeggio nei pressi di Santa Maria Maggiore e osservo le rovine romane incassate nelle mura cinquecentesche poi incluse nei palazzoni umbertini. Quanti mondi finiti, ma finiti uno nell’altro e tutti ancora prolungati nella nostra esistenza. Come le esistenze di quelli che ho conosciuto sono prolungate nella mia. E la mia prolungata nella vostra. Il mondo non finisce mai veramente (soprattutto al cinema).


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines