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Bisogna dirlo.

Da Seavessi
Una volta, Il blog era molto giovane e anche Seavessi era più giovane di una figlia e di un milione di bloganni, era comparso un commento di una sedicente psicologa, che dispensava a Seavessi consigli su come mantenere vivo e vivace il rapporto con MaritoNP. Seavessi lo linkerebbe ma non le viene dove sia, magari qualcuna delle blogamiche dei primordi se lo ricorda.
Seavessi aveva risposto, abbastanza banalmente, che da una che si definisce sociopatica anaffettiva e malmostosa non ci si possono aspettare dettagliate descrizioni della vita di coppia. Fisica o affettiva che sia.
Per cui questo post non ha molti post-fratellini. Se Seavessi avesse mai imparato ad usare decentemente i tag, nella nuvoletta questo avrebbe un posto piccolo piccolo.
Si sa che le nuvolette ingannano, lo sa anche Uinnipù.
Perchè se si dice quando MaritoNP fa girare l'anima, per dovere di cronaca ancor prima che per dovere coniugale bisogna dire anche quando regge la baracca.
Bisogna dire anche quando raccatta i pezzi.
Bisogna dire quando sopporta il palesemente insopportabile, quando ascolta per delle mezz'ore una donna che da di matto per delle scemenze globali, che si strugge per la lunghezza del tunnel dei neutrini, che coglie nei discorsi sulla ricetta della marmellata di pesche improbabili presagi di infausto futuro.
Bisogna dire quando più che il marito fa il paracolpi per impedire a Seavessi di prendere testate contro ostacoli immaginari.
Bisogna dire anche quando fa la boa, e quando non sa che altro fare e compra un chilo di cioccolatini e un barattolo di crema corpo profumata. E funziona per far passare una serata brutta.
Certo tocca anche ammettere che Seavessi in questo momento è una piaga.
Ma bisogna dirlo.
Bisognerebbe dirlo anche a lui, ma Seavessi aspetta di riuscire a farlo senza piangere per la ventottesima volta nella giornata.

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