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Bisogni e reazioni alla separazione genitoriale nell’infanzia. 2 parte

Da Psychomer
by Cristina Rizzi on luglio 6, 2012

Da quanto emerso nella prima parte, sembrano prevalere disagi e somatizzazioni di tipo regressivo, come distacco emotivo, rifiuto del gioco e, nei casi più gravi, perdita del controllo sfinterico, alopecia, eccessi di pianto, aggressività, balbuzie, dolori addominali, disturbi del sonno e del comportamento sessuale mostrando come bambini abiano una certa sfiducia verso le relazioni umane e la paura di essere traditi.

Spesso si sentono costretti a reprimere i propri sentimenti nei confronti del genitore non convivente, verso il quale continuano a nutrire desideri: è come se si accettasse l’alleanza con il genitore con cui si vive perché si comprende che è l’unica possibilità per garantirsi una certa tranquillità, accettando compromessi anche a costo di una grande sofferenza.

I figli di età superiore, dai 7 ai 10 anni, più consapevoli della separazione genitoriale e delle sue implicazioni, manifestano principalmente sentimenti di tristezza, dolore, paura d’abbandono, vissuti di perdita e, allo stesso tempo, una collera più consapevole, ben organizzata e diretta in modo preciso verso un oggetto (padre e/o madre). Possono comparire disturbi ossessivi, disordini alimentari e talvolta accessi di vomito dopo l’incontro con un genitore.

Nella maggior parte dei casi risentono molto della mancanza del genitore assente: parlano frequentemente di lui idealizzandolo, accusano il genitore presente di esserne la causa dell’allontanamento e sperano ancora in una riconciliazione, attuando la negazione come meccanismo difensivo.

Nelle situazioni più patologiche, come nella sindrome da alienazione genitoriale, si possono sviluppare anche reazioni fobico-repulsive e/o accuse e denunce infondate di abusi perpetrati dal genitore alienato.

Bibliografia

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