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Black Pool Match - #3

Da Bebbo

Black Pool Match - #3
È tutta una questione di scie. Ognuno di noi lo è.Ognuno di noi traccia un percorso, e ne lascia una scia alpassaggio. Alcuni di noi hanno una scia luminosa e breve, passano in fretta elasciano poco tempo per la messa a fuoco. Altri passano più lentamente, seppur la scia sia menoluminosa e brillante rimane costante nel suo tempo e si dissolve piùlentamente.E poi ci sono scie, quelle scie, che rimangono brillanti pertutto il loro lento passaggio, offuscando le altre.Non c’è una messa a fuoco giusta, non c’è una scia miglioredi altre, quello che fa la differenza è solo la nostra messa a fuoco, quelloche si vuole trasmettere, quello che si vuole evidenziare, quello che si vuoledire.Lei era una di quelle scie e questo  Press lo sapeva. Sapeva che se si fossesoffermato su quella scia avrebbe automaticamente perso tutte le altre. Maormai aveva deciso e solo lei valeva più di tutte le altre scie. Quella era lafoto giusta per lui, la giusta messa a fuoco, l’inquadratura giusta tra altremille.Il pensiero gli lacerava il cervello.Finì la sua birra e mise il suo live preferito dalla primatraccia. Echoes suonava dolcemente tra le mura del suo soggiorno lievementeilluminato. Mise una mano in tasca e tirò fuori il suo morbido pacchetto disigarette. Infilò il dito, niente, neanche una, finite.Infilò la mano nella tasca del giubbotto di pelle, vuota.Cercò nel cassetto della libreria, nulla.Infine controllò sul tavolo, nel vassoio grande vicino aipiatti del giorno prima: bollette, multe, vari memo, un paio di accendini,bracciali, anelli, una foto, uno scontrino del Burger King, le chiavi di casa,una prevendita con omaggio del Black Pool, 3 dollari e 75 cent, un plettro, unachiave sfusa, un barattolo di aspirine, una caramella al mirtillo, due gettoniper il telefono, il numero del pronto taxi, le chiavi dell’auto, un buonocarburante. Niente sigarette.Prese la foto di Mary dal vassoio, si diresse in cucina egirò le dita nel posacenere pieno in cerca di un mozzicone lasciato a metà.Raddrizzò la cicca con le dita e diede fuoco.Dopo un paio di avidi tiri il mozzicone finì, e diventòrovente tra le dita.Aprì il frigo e prese un’altra birra. Tagliò un pezzo distagnola dal cassetto della cucina e si mise sul divano.Dal giubbotto di pelle tirò fuori la sua pipa di vetro, lapulì con un pezzo di fil di ferro che aveva sul tavolino davanti al divano. Poidal portafogli prese un incarto di cellophane che conteneva una pallinad’oppio, la mise sul foglio di stagnola e diede fuoco. Non appena la pallina siriscaldò iniziò ad emettere un denso fumo bianco, Press mise la pipa in bocca etirò più volte fino a far arrivare il fumo nei polmoni. Lo trattene a lungo elo sputò fuori lentamente. Lasciò tutto sul tavolino e si sdraiò sul divano,con la foto di Mary tra le dita. Chiuse gli occhi e si lasciò andare tra i riffelettrici della sua band.Il suo cervello lo portò nel mezzo di un’autostrada. Lapioggia scendeva velocemente ed i lampioni illuminavano appena le carreggiatecon un lieve cono di luce ambrata. Era solo, nel mezzo della linea tratteggiata. Le macchinesfrecciavano veloci ed i suoni dei clacson sparivano in un attimo tra milleechi.L’acqua scendeva sopra la sua testa, lungo il suo giubbottodi pelle, fino alle dita delle sue mani. Nella destra teneva stretta la sua 38,con un solo colpo, perché non aveva bisogno di altro. Un colpo, un solo colpo,e avrebbe messo fine a tutti i suoi pensieri. Un solo colpo e sarebbe statofinalmente libero, un solo colpo e avrebbe ricominciato a respirare. Un solocolpo per sotterrare tutti i suoi problemi, un solo colpo per la sua più grande ossessione. Nox gliel’ aveva portata via. Se non poteva essere sua, non doveva essere di nessun’altro.Un solo colpo, per Mary.

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