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Blancanieves

Creato il 07 maggio 2014 da In Central Perk @InCentralPerk
E' già Ieri -2012-
Mai come negli ultimi anni la celebre favola dei fratelli Grimm è tornata a solcare il grande schermo.
Da una sopraccigliata d'eccezione come Lily Collins contro Julia Roberts, a una monoespressiva Kristen Stewart contro Charlize Theron, passando anche per il televisivo Once Upon a Time, la storia del bene contro il male, dell'innocenza contro l'invidia continua ad essere attuale e un ottimo spunto per sceneggiatori e produttori.
Molto più originale, nella sua realizzazione come nel suo adattamento, è questo progetto di Pablo Berger di due anni fa, che rivede il racconto della povera orfana vessata e odiata dalla matrigna ambientandola nella Spagna degli anni '20, tra toreri e ballerine di flamenco, in un bianco e nero evocativo e soprattutto muto.
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Sì, certo, il pensiero non può che andare al gioiellino che è stato The Artist, che dopo aver fatto incetta di premi tra Croisette e Los Angeles, sembra ora aver spianato la strada a una rivisitazione del genere del primo cinema.
Ma se la produzione francese puntava tutto sull'effetto nostalgia, con tanto di romanticismo grazie alla bellezza di Jean Dujardin e Bérénice Bejo, qui l'operazione sembra più mirata a far rivivere i drammi gotici dell'epoca, con una rilettura dei fratelli Grimm che va ben oltre il cambio di scenario.
I genitori di Biancaneve, o meglio, Carmen, sono infatti il famoso e indomito torero Antonio Altavilla e la bellissima ballerina Carmen de Triana, che muore dandola alla nascita mentre il padre è ancora in convalescenza dopo essere stato attaccato da un toro. Paralizzato dal collo in giù, l'uomo non accetterà la figlia nella sua vita, anche perchè l'infermiera arrivista Encarna lo convince a sposarla.
Cresciuta con la nonna e il gallo Pepe, la piccola Carmen dovrà ben presto andare a vivere con la matrigna, umiliata e costretta a vivere in una cantina, a servire la casa con i lavori più faticosi e continuamente sopraffatta dalla cattiveria della donna.
Ma gli anni passano, l'invidia cresce causata non tanto dalla bellezza ma dall'amore, e la "strega cattiva" ordina l'uccisione, che, non riuscita, causerà alla ragazza la perdita della memoria ma il ritrovamento di una nuova famiglia che l'accoglie festosa: dei toreri nani itineranti!
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Come si evince dalla trama, per quanto gli elementi base del racconto siano tutti presenti, questi vengono piegati ad un'ambientazione che si presta notevolmente alla modalità della realizzazione: la musica, composta da canzoni malinconiche e da improvvisi sprazzi di gioia del flamenco, si intesse alla perfezione con le immagini polverose e ricche di un'estetica d'altri tempi che la Spagna delle corride, delle morti tumultuose e delle donne fatali ha da sempre.
Berger è così capace di rendere il suo progetto non solo solido e godibile anche ad un pubblico non più abituato a questo genere di cinema, ma di ricreare un'atmosfera perduta rendendola ancora attuale e ancora sentita. Ad aiutarlo è soprattutto la grande prova della perfida Maribel Verdù che oscura di gran lunga Macarena Garcìa, e non mancano piccoli accorgimenti che rendono intelligente e sincero il suo film, attraverso fotogrammi nascosti e astute dissolvenze.
Un'intelligenza e una sincerità che si estendono anche al finale, dove il "e vissero felici e contenti" è solo una questione di speranza.
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