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Blogtour "Te lo dico sottovoce": intervista all'autrice, Lucrezia Scali

Creato il 03 marzo 2015 da Saraguadalupi

Tutti pronti? Si? Ok, cominciamo! Ciao Lucrezia e benvenuta su I libri ci salvano! Partiamo subito da un domanda che può sembrare semplice ma che in realtà non lo è mai: chi è Lucrezia?
Chi sono? Credo che se lo chiedessi a ogni persona che mi conosce, non otterresti risposte uguali. Sono come un camaleonte e cambio il “colore” della personalità in base a chi ho davanti. Non riesco a fingere e sento a “pelle” se c’è compatibilità e fiducia con chi parlo. I miei genitori dicono che sono testarda, a volte egoista e orgogliosa, il mio compagno ha aggiunto anche pigra. Lo so, sono un bradipo per solidi principi morali. I miei difetti sono proporzionali ai pregi e confido presto in un arresto. Ovviamente mi riferisco ai difetti. Vivo a Torino con un bipede e un animale a quattro zampe, ma sogno di trasferirmi in una grande casa di campagna ( sì, voglio anche il cavallo e le galline) il giorno che diventerò ricca. Io ci spero ancora.
Hai sempre voluto scrivere un libro, oppure è un capitolo della tua vita nato per caso?
Scrivo da sempre di tutto e su ogni cosa. Se ho una penna in mano devo trovare un foglio di carta da riempire di parole, frasi, canzoni. Credo di essere nata con il bisogno di raccontare delle storie, come un comando scritto nel mio codice genetico, ed è una delle sensazioni più belle che possano esistere. La decisione di voler condividere questa mia passione con gli altri è arrivata più avanti, e si è manifestata con la volontà di separarmi dal mio romanzo perché era giusto così. Una volta scritta la parola fine il mio compito si era esaurito, e quel manoscritto era pronto per staccarsi da me.
Hai qualche autore (o autrice) a cui sei particolarmente affezionata? E al quale magari ti sei ispirata?
 Più che autori parlerei di libri. Romanzi che mi hanno accompagnato durante la crescita e che riposano tra gli scaffali della mia libreria. Leggere tanto e di tutto è la migliore soluzione per chi, come me, vuole intraprendere la strada della scrittura. Da ognuno di questi si può imparare e arricchire il proprio bagaglio personale, comprendere i punti di forza del romanzo e della penna dell’autore. Posso dire che, tralasciando autori classici, ammiro molto Joyce Carol Oates e Richard Yates, mentre nel panorama italiano Sara Rattaro.
Hai avuto dei momenti di difficoltà durante la stesura del romanzo, oppure era già tutto nella tua testa, pronto per essere scritto?
L’idea è arrivata all’improvviso. Mi sono alzata dal divano e ho incontrato due occhietti vispi che mi fissavano in attesa di una coccola. A pochi metri da me c’era il mio pc portatile acceso e il resto è venuto da sé.
In "Te lo dico sottovoce" si parla di pet therapy, un argomento importante ma di cui si sente poco parlare. Come mai hai deciso di inserirlo nel romanzo?
Nel nostro paese l’argomento pet therapy è qualcosa di molto recente e, purtroppo, se ne parla anche poco. Da laureanda in veterinaria non posso che appoggiare questa terapia “dolce” che, ricordo, non va a sostituire quella tradizionale ma aggiunge le qualità terapeutiche ottenute grazie all’interazione paziente-animale. Credo in questa terapia perché non vedo alcun tipo di controindicazione, ma solo tanto amore gratuito che è in grado di donare un animale.
Nel leggere la quarta di copertina è chiaro che la storia di Mia potrebbe essere quella di chiunque di noi. Quanto, di te, c'è nel suo personaggio?
Mia è, ovviamente, un personaggio immaginario e alcuni episodi della sua vita non hanno niente a che vedere con me. Lei è una donna forte, combattiva e determinata nel lavoro, nonostante tutte le sue debolezze, e in Mia mi rispecchio. Rivedo in lei molti aspetti del mio carattere, sogni, , amori e rinunce. E non è stata una cosa voluta, ma spesso è inevitabile calarti talmente tanto nel romanzo da non separare la realtà con la finzione.
Cosa stai provando in questi giorni di attesa, prima che il libro diventi disponibile per tutti?
Dovete sapere che sono una persona molto lunatica e, come tale, alterno giorni di estrema felicità ad altri pieni di pensieri e tormenti. Nutro una particolare simpatia nel farmi delle paranoie inutili e, quando non ci riesco, sento che mi manca qualcosa. Posso dirvi che ieri ero euforica e piena di energia mentre oggi sono passata al “lato oscuro” e devo legarmi le mani per impedire di accendere il pc e ricontrollare l’intero manoscritto… quindi valutate voi!
Che messaggio ci lascia Mia, con la sua storia?
Mia è una giovane donna che ha dovuto già affrontare tante prove nella sua vita ma da ognuna di queste è riuscita a diventare più forte. Non ha mai smesso di inseguire i suoi sogni e non si è mai accontentata, lei sa quanto vale e sa fin dove vuole arrivare. Potrebbe essere una di noi, ed è quello che voglio trasmettere al lettore. Una donna che ha delle caratteristiche in cui in lettore si rivede, che può essere una sfumatura del carattere, un sogno, una paura, un modo di pensare o altro ancora. Voglio che Mia lasci una parte di sé al lettore e, se ci riuscirà, mi sentirò soddisfatta del mio compito.
Grazie mille per l'intervista, cara Lucrezia ed in bocca al lupo per questa nuova avventura!
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Cosa ne pensate amici/amiche? So che molti di voi hanno già espresso il desiderio di leggere la storia di Mia, ma io vi chiedo qualcosa in più: se vi va, nel commentare questo post, spiegatemi perché vorreste leggerla e cosa vi aspettate da questa lettura :)  Nel frattempo vi ricordo che ci sono ancora due tappe in arrivo: 5° tappa 06.03. 2015 Beira's Heart – Estratto in anteprima e giveaway 6° tappa 13.02.2015 Il libro che pulsa - Conclusione giveaway

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