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Bolla del credito in Cina, crisi nel settore dei prestiti tra privati

Da Mrinvest
Possibile bolla del credito in Cina per crisi di liquidità dopo due tentativi falliti della People’s Bank of China di frenare l’eccesso di credito.

Bolla del credito in Cina, crisi nel settore dei prestiti tra privatiSi cominciano a vedere i primi segnali dello scoppio della bolla del credito in Cina con la crisi del peer-to-peer lending, o social lending, il sistema dei prestiti tra privati che negli ultimi anni ha visto nel Paese la nascita di una miriade di società online specializzate, ma molto spesso prive di un piano aziendale.
Il business del peer-to-peer ammontava a soli 30 milioni di dollari nel 2008, salvo impennarsi quasi ad un miliardo di qualche mese fa. Ma la tendenza alla crescita esponenziale del settore potrebbe subire un freno traumatico, visto che nell’ultimo trimestre del 2013 sono fallite 58 società su 1.000 a seguito dei problemi riscontrati nella

riscossione dei crediti verso famiglie e imprese.
Questa situazione di rischio di scoppio di una bolla del credito in Cina è molto seria e, quel che è peggio, manca una soluzione immediata al problema.

Debito cinese alle stelle.

E’ accaduto, infatti, che negli ultimi 5 anni il debito cinese totale (pubblico e privato) sia esploso dal 130% al 215% del Pil registrando la dinamica più alta per un’economia avanzata. In particolare, gli impieghi delle banche sono cresciuti di 15.400 miliardi di dollari, arrivando a 24.000 miliardi. Il guaio è che 14.000 miliardi di questi sono stati erogati a grandi società gestite dallo Stato, alle amministrazioni pubbliche locali ed a grosse realtà immobiliari private, tutte alle prese con problemi nella restituzione dei prestiti, visto che le prime generano utili bassi, le seconde godono di finanze poco solide e le terze sono troppo indebitate.

La People’s Bank of China non risolve il problema.

Visto il rischio di una bolla del credito in Cina, la banca centrale nel 2013 ha provato per ben due volte a frenare l’eccesso di credito chiudendo i rubinetti della liquidità e riservandoli alle sole grandi banche del Paese, tagliando fuori il sistema bancario collaterale (o sistema bancario ombra – shadow banking system), cioè quel complesso di intermediari finanziari non bancari che operano al di fuori delle regole a cui sono soggetti gli istituti.
Ma al solo accenno di un cambio di passo, a giugno dello scorso anno i tassi interbancari si impennarono in poche ore superando il 25%, segnalando dunque l’assenza di liquidità, tanto che la People’s Bank of China dovette tornare sui suoi passi. Una cosa simile è accaduta anche a dicembre, quando i tassi sono cresciuti fino ad oltre il 9%. Anche in questo caso, la banca centrale è indietreggiata su pressione del Governo di Pechino.

Il peer-to-peer rischia di essere il primo settore travolto dalla bolla del credito in Cina. Ma il vero incubo potrebbe rivelarsi quando, nel corso del 2014, arriveranno in scadenza 300 miliardi di dollari di debiti a carico delle aziende e 1.200 miliardi dal sistema delle banche-ombra. Si ripeterà una situazione alla Lehman Brothers?


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