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Bonali (Pd): “A Cremona no, niente accordi col centrodestra. Ma il dramma sono quei giovani che il lavoro non lo cercano più, e sono il 4%”

Creato il 30 aprile 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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Effetto pressoché immediato. Alessia Manfredini con una lettera annuncia che chiederà spiegazioni ai parlamentari Luciano Pizzetti e Cinzia Fontana, e Daniele Bonali interviene al volo: “Piena fiducia nei nostri parlamentari, che poi si sono battuti molto per il territorio” ma la questione bruciante è il disagio degli elettori nel ritrovarsi un Berlusconi trionfante e quel che è peggio alleato del Pd.
Ce li immaginiamo Luciano Pizzetti e Cinzia Fontana nei panni del dottor Hide? C’è un limite a tutto. Alessia Manfredini vorrebbe capire, come tanti, come ci ritroviamo questo governo. Pizzetti e Fontana forse potranno aiutarci a uscire dall’oscurità.
“E’ l’emergenza – aggiunge Bonali – dopo 60 giorni e una crisi economica così che altro si poteva fare? I primi effetti però si sentono. Appena è uscita la notizia che salta l’acconto dell’Imu ho ricevuto diverse telefonate di soddisfazione da vari amici. La tassa sulla casa, bene primario, è ingiusta. Un alleggerimento fiscale dà subito sollievo”.
Daniele Bonali ammette persino che aveva ragione Rifondazione, che ai tempi del governo Dini (Pds, Lega, Ppi) non votò quella tassa, allora chiamata Ici. Una soddisfazione per la sinistra rosso antico, ma chi trionfa è Berlusconi.
E il disagio c’è: “Anch’io avrei preferito Rodotà, personalità di grandissimo valore. Ma di accordi col Pdl, dopo le prove di sé che ha dato questa amministrazione poi, non vedo affatto la possibilità. Di che cosa possiamo parlare con loro?”.
Il dramma è di chi patisce la recessione fino ad aver perso la fiducia. È quel che Bonali vuole tornare a sottolineare, come già in altre occasioni: “C’è un 4% di giovani sul nostro territorio che il lavoro non lo cerca più. Vedo che cosa succede ai miei ex allievi, io poi sono un insegnante precario. E questi giovani senza più fiducia che fanno? Cadono in depressione? E poi? Bisogna intervenire. E il Comune e l’amministrazione provinciale non fanno nulla, è come se non esistessero”.
Un tavolo delle categorie economiche e sociali esiste ma è inattivo: l’amministrazione interviene solo a crisi in corso, un piano per lo sviluppo non ha lasciato traccia. È stato presentato, anche un po’ fotocopiato, ma rimasto unter den Tisch, come dicono i tedeschi, sotto il tavolo.
Bonali fa notare che scuole come l’agraria permettono di trovare lavoro presto: “L’agricoltura è un settore che da noi può dare ancora occupazione. L’istituto agrario andrebbe pubblicizzato di più”.
La tragedia è il lavoro. L’austerità applicata in un periodo di crisi duratura ha danneggiato enormemente il tessuto sociale e l’economia locale, fatta di piccole imprese e artigianato, oltre all’agricoltura. È in condizione lo Stato, massacrato dall’illegalità, di intervenire efficacemente? O bisognerà riscoprire l’arte di arrangiarsi o anche emigrare? Ma dove?


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