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Bonjour Tristesse, la Malinconica Ribellione di una Ragazza Fragile

Creato il 09 settembre 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Bonjour Tristesse, la Malinconica Ribellione di una Ragazza Fragile

Era l'estate del 1954 quando uscì Bonjour tristesse, romanzo d'esordio della diciannovenne Françoise Quoirez, diventata Sagan in onore di un personaggio di Proust. Incredibile caso editoriale, osannato da critica e stampa, scandalizzò la Francia ottenendo grande successo anche in Italia. Qui fu di ispirazione a quel "Buongiorno tristezza, / amica della mia malinconia, / la strada la sai / facciamoci ancor oggi compagnia" gorgheggiato da Claudio Villa e Tullio Pane nel corso di un Festival di Sanremo che li vide trionfare e che fu il primo ad essere trasmesso in televisione nel lontano gennaio 1955.

Quattro anni dopo la pubblicazione del libro, il regista Otto Preminger ne trasse un film con Deborah Kerr, David Niven e Jean Seberg. Dalla pagina scritta al set, passando per il palco sanremese, "Buongiorno tristezza" è diventato un modo di dire ma forse anche di vivere. Oggi, a sessantuno anni di distanza dal suo esordio, la storia di Cecilia, adolescente ricca e viziata che trama alle spalle del padre e delle sue amanti durante un'estate in Costa Azzurra, non scandalizza più nessuno ma si pone come degna lettura, leggera ed elegante, di quelle pigre giornate tipiche della bella stagione. Segno dei tempi che cambiano e con essi i simboli di indipendenza femminile e di ricerca della libertà ad ogni costo.

In Bonjour tristesse c'è tutta Françoise Sagan e il mondo che farà da sfondo alla sua vita personale oltre che alla sua successiva attività letteraria, che consta di una ventina di romanzi, novelle, pièce teatrali, canzoni ma anche articoli per riviste patinate e la sceneggiatura della pellicola Landru (1963) di Claude Chabrol. Occupandosi di flirt e della vacuità che riempiva la quotidianità dei suoi coetanei, la giovane Sagan si pone come musa della Francia del dopoguerra che resta scandalizzata e avvinta dalle sue opere, un Paese bramoso di voglia di vivere e di amare senza troppi ostacoli morali di cui la scrittrice si fa interprete e protagonista allo stesso tempo. I salotti bene, le feste della sfavillante Costa Azzurra e la leggerezza delle emozioni, che emerge con prepotenza nell'inconsistenza dei rapporti familiari, si trasferiscono dalle pagine del romanzo alla stessa esistenza dell'autrice francese, esistenza vissuta a cento all'ora, senza freni, dando sfogo alla sua passione per il whisky e per le auto da corsa. Una profonda solitudine unita ad un'intensa vita mondana che la rese protagonista della Parigi più trasgressiva e della Costa Azzurra più spericolata. Tanti eccessi che l'avrebbero trascinata verso un tragico epilogo. Nel 2004, difatti, concluse i suoi giorni dimenticata ed in completa miseria.

Bonjour tristesse porta con sé la bellezza effimera di una calda estate, con la brezza sui capelli e l'ebbrezza della prima volta. La prima volta dell'adolescente Cecilia che diventa adulta suo malgrado. Introdotta dal padre ai piaceri del lusso, educata in maniera indisciplinata e, di conseguenza, cresciuta ribelle e allergica alle regole, vive costantemente nell'istante presente. Quello tra il padre, quarantacinquenne vedovo, bello e ricco, e la figlia, diciassettenne viziata ed annoiata, è un ménage solidale che si nutre di movimento, agitazione e di tutto ciò che è lontano dalla monotonia e dall'abitudine. A dare vita a questo costante turbinìo ci pensano l'amante di turno del padre, Elsa, "metà bambina e metà mondana", e il giovane Cirillo, studente serioso che inizierà Cecilia alla sessualità. Ma ad incrinare gli equilibri familiari arriva Anna, l'ospite inattesa, la donna matura, fascinosa ed intelligente, che sconvolge il meccanismo creatosi ed è per questo destinata ad essere eliminata.

Sarà lei, con il suo rigore morale, la sua disapprovazione, a costringere Cecilia a pensare e a mettersi in discussione, fino ad arrivare nella seconda parte del romanzo ad interrogarsi sulla sua ostilità nei confronti di colei che si è insinuata nella coppia padre-figlia. Il tutto genera un vortice di emozioni, di rimpianti, di determinazione assoluta nell'organizzare un complotto macchinoso al fine di eliminare la rivale e allo stesso tempo di pentimento e vergogna per ciò che si è fatto. È l'introspezione che genera angoscia e disorientamento tra le pulsioni violente e contrastanti che caratterizzano quel determinato periodo della vita. Con uno stile piano e una scrittura a fotogrammi precisi, la Sagan ha condotto milioni di lettori nei meandri della perdita dell'innocenza di un'adolescente, intesa come raggiungimento della cognizione della responsabilità. È in questo modo che la tristezza trova terreno fertile per affondare le sue radici in quell'humus fatto di forti sensazioni fisiche ed emotive ed altrettanto profondi sensi di colpa che non cancellano però l'aspettativa della felicità da raggiungere con tutti i mezzi, anche quelli che si riveleranno fatali.


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