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Bonus Mobili 2013, c’è l’OK anche per gli elettrodomestici da incasso

Creato il 01 luglio 2013 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Bonus Mobili 2013, c’è l’OK anche per gli elettrodomestici da incasso

Riparte domani dall’Aula del Senato la discussione per la conversione in Legge dello Stato del decreto legge n. 63 del 4 giugno 2013 che ha prorogato fino al 31 dicembre 2013 le agevolazioni del 50% previste per i lavori di ristrutturazione edilizia, introducendo anche il c.d. Bonus Mobili 2013 che consente un’ulteriore detrazione del 50% per l’acquisto di arredi da destinare agli immobili oggetto di ristrutturazione edilizia e fino a un limite di spesa di 10.000 euro.

Tra le proposte di modifica approvate al testo del DL 63/2013 spicca l’inclusione nel Bonus Mobili 2013 anche degli elettrodomestici da incasso: cucine, forni, frigoriferi, lavastoviglie, ecc. purché energeticamente efficienti e di classe superiore alla A+ (per i forni basta la classe energetica A).

Per ulteriori informazioni consulta la nostra Pagina Speciale Bonus Mobili 2013

Il giallo dell’inclusione del Bonus Mobili 2013 nei 96.000 euro
Ma alle notizie positive si aggiunge un “giallo”, ossia il fatto che il testo del DL 63/2013 approdato in discussione alle Camere abbia eliminato la possibilità di sfruttare l’agevolazione dei 10.000 euro per l’acquisto degli arredi “in aggiunta alle spese sostenute per la ristrutturazione edilizia”.

In altre parole, mentre fino a qualche giorno fa era pacifico il fatto che il Bonus Mobili 2013 consentiva di portare in detrazione fino a un massimo di spesa di 10.000 euro di arredi in aggiunta ai 96.000 euro previsti per i lavori edili; la versione circolata in queste ore indica, invece, un tetto massimo complessivo omnicomprensivo per la detrazione 50% di 96.000 euro, quindi con l’inclusione del Bonus Mobili.

“Sono certo che si tratta di un errore tecnico che verrà opportunamente sanato in Aula”, ha dichiarato Roberto Snaidero, il presidente di FederlegnoArredo

“Pur apprezzando che il provvedimento possa essere esteso ad altri comparti in crisi”, ha continuato infatti Snaidero, “ritengo dannosa la riduzione del tetto massimo detraibile da 106.000 euro a 96.000″.


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