Magazine Musica

Bonzo, inizio e fine dei Led Zeppelin

Creato il 14 novembre 2014 da Lucastro79 @LucaCastrogiova
Musica Bonzo, inizio e fine dei Led Zeppelin

Published on novembre 14th, 2014 | by radiobattente

0

 

La storia di John “Bonzo” Bonham. Da suonatore di barattoli di caffè a batterista dei Led Zeppelin, fino alla tragica morte per asfissia

Bonzo è un bambino di 5 anni che inizia a suonare una batteria assemblata con lattine di caffè, barattoli di biscotti, scatole di dolci e qualunque cosa sia in grado di produrre un suono. L’enfant prodige cerca di emulare i suoi idoli, gente del calibro di Buddy Rich e Gene Krupa, uno dei più importanti batteristi jazz il cui nome è legato all’orchestra diBenny Goodman John (questo è il vero nome di Bonzo), crescendo, promette a sé stesso di mantenere vivo il suo sogno di suonare in una band. Diventa carpentiere accompagnando suo padre a lavoro, si sdoppia tra un’acerba carriera da percussionista, nei vari gruppi di Birmingham e dintorni, e quella di tuttofare.
Ma la grande occasione, la cometa di Halley che solca il cielo della fortuna una sola volta nella vita, o forse mai, bussa alla porta dell’esistenza di John quando un giovane
Robert Plant, incontrato dapprima nei Crawling King Snakes e successivamente nella Band of Joy, gli chiede di far parte del suo nuovo progetto denominato New Yardbirds, con Jimmy Page e John Paul Jones.
I New Yardbirds avrebbero poi consegnato al Mito la loro musica con il successivo nome dei Led Zeppelin, pubblicando nel 1969 due dischi sacri che hanno avuto il merito di cambiare per sempre la storia del rock: Led Zeppelin I e Led Zeppelin II, quest’ultimo tanto straordinario da riuscire a sottrarre lo scettro del primo posto delle classifiche di Billboard ad Abbey Road dei Beatles.
La tecnica batteristica di Bonzo è una sintesi perfetta di potenza e incisività raffinata e precisa.
Ma sono la sua personalità autentica e il suo approccio del tutto musicale e creativo a consacrare la potenzialità solista di uno strumento relegato, così come il basso, al ruolo di mero mezzo di accompagnamento ritmico. I suoi grooves a distanza di più di quarant’anni costituiscono un caposaldo per i batteristi di ogni genere. Accordava le pelli e colpiva i tamburi con particolari inclinazioni del polso, creando un proprio suono estremamente potente, intenso e riconoscibile.
L’assolo di Moby Dick è entrato nella leggenda, grazie a quel motore che scoppia nel suo piede destro incoronandolo God of Thunder. La sua potenza era paragonabile a quella di tre percussionisti, per stessa ammissione degli atterriti batteristi di James Brown che assistettero ad una sua esibizione in un festival, secondo l’aneddoto raccontato da John Paul Jones. L’innovazione concettuale apportata dallo straordinario autodidatta risiede nella nuova concezione di percussione incentrata su timbro e musicalità piuttosto che sulla tecnica.
“Se il tuo sound si basa solo sulla tecnica, suonerai come chiunque altro. Ciò che conta è essere originale” amava ripetere.


Ma Bonzo si lasciò travolgere dal flusso degli eventi sensazionali della sua vita, divenendone presto vittima.
Cadde sotto i colpi ritmici inferti da alcol e da eccessi di ogni tipo.
Soprannominato The Beast, per la sua natura paurosamente irascibile e per i suoi scatti d’ira indotti dall’alcol, John possedeva una duplice anima: umana e al contempo diabolica.

Il suo carattere altero lo porterà, durante un concerto dei Sex Pistols e dei Damned, a stasersene in piedi dietro la batteria digrignando i denti e sfogando una poderosa invettiva contro la band: “Dove c***o è andata la band? Hanno suonato solo quindici minuti. Noi suoniamo per tre ore, c***o, perché siamo uomini veri, non un branco di smidollati”.

Oppure a non battere ciglio alle lamentele di uno spocchioso giovane Sting: “Ehi, attento a non calpestarmi le scarpe di camoscio blu”, mentre si complimentava con il batterista dei Police Stuart Copeland dopo un’esibizione. Nel1976 si presentò dietro le quinte di un concerto dei Deep Purple completamente ubriaco, e notando un microfono libero salì sul palco prima che i roadies della band lo potessero fermare. Il gruppo cessò incredulo di suonare mentre Bonham urlava intanto al microfono: “Sono John Bonham dei Led Zeppelin e voglio semplicemente annunciarvi che abbiamo un nuovo album in uscita: si chiamaPresencee, c***o, è fantastico!”. Per poi voltarsi verso il chitarrista dei Deep Purple poco prima di andarsene ed apostrofarlo: “E per quanto riguarda Tommy Bolin, non sa suonare una m***a!”.

John “Bonzo” Bonham muore il 25 settembre 1980 a 32 anni, soffocato dal suo stesso vomito.
Il 4 dicembre dello stesso anno, attraverso un comunicato stampa, i Led Zeppelin annunciano la loro fine.
E come tutte le stelle che hanno solcato cieli e palcoscenici, per poi raggiungere altre mete e intraprendere altri viaggi, non resta che osservarne la scia che pulserà eterna.

Ilaria Coppolino

 

print

Tags: musica


About the Author



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :