Books that makes me cry


L'amore è anche questo. E' un creare e distruggere, è una costruzione e una bomba detonante che rade tutto al suolo.
Lui ci mise cinque anni per costruire quella famiglia felice, fatta di sbronze, corride, viaggi interminabili e tanta, tanta scrittura.
Una storia vera, testimonanianza della formazione di colui che ci fanno anche studiare a scuola, con Addio alle armi: Hemingway.

L'ultima pagina, infiniti singhiozzi. Era da tempo, anzi, credo sia stata addirittura la prima volta, che un libro mi faceva piangere. Ma non commuovere sommessamente; piangere, singhiozzando rumorosamente pagina dopo pagina.
Gli ultimi capitoli che arrivavano come stilettate nelle scapole, come unghie che squarciano una ferita che stava rimarginandosi, uno di quei graffi che per settere che sanguinasse ci volevano almeno tre fazzoletti con cui tamponare lo zampillo.
Dondolavo nel caldo binario di un treno, dopo una giornata faticosa e stressante. Ricca di ansia, ma povera di emozione.
Che sia stata quella mia fame chimica di emozione? Non lo so.
Però è quell'amore che ti adora e ti uccide allo stesso tempo, che ti dà e ti toglie tutto, e anche di più, nel giro di un tragitto in treno.
Non riuscivo a smettere di piangere mentre lui se ne andava da Parigi, lasciandola solo con il figlioletto Bumpy a fare di barchette di carta il loro amore, consegnarlo alle onde e vederlo andare via.
La mia mano che come un Kleenex asciugava le guance bagnate, io che soffrivo un po' con lei.
Un fucile, uno sparo. La follia di un genio che porta alla sola cosa veramente cercata: la morte.
Ma questi amori malati, talvolta, sono l'unica cosa di cui si ha bisogno.
"Una moglie a Parigi" di Paula Mc Lain. Vero, infinatamente vero.