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Borgo Pliss (18): Larve dei Sogni

Creato il 07 febbraio 2012 da Mcnab75

Borgo Pliss (18): Larve dei Sogni

26 settembre

La Traction Avant procede a fari spenti tra le Strade di Nessuno. White è alla guida e sostiene di vederci bene al buio, anche laddove non ci sono lampioni accesi tanto che le vie sembrano macchie d’inchiostro tridimensionali.

Nemmeno la benzina dovrebbe essere un problema, visto che i poteri di conservazione del Borgo fanno sì che non si consumi mai del tutto. O almeno questo è ciò che sostiene il vigilante.

White ha scelto un percorso arzigogolato, molto diverso da quello calcato da Massimo nei giorni scorsi.

Gli edifici vuoti e bui attorno a loro sono animati di tanto in tanto di movimenti furtivi, appena percettibili. Ombre che si muovono tra le ombre, quasi invisibili.

«Non sono i reclutatori di Steno quelli di cui aver paura», gli ha spiegato l’eroe mascherato al momento della partenza. «Loro si sono mossi la notte del tuo arrivo perché hanno percepito le vibrazioni provocate da ogni nuovo ingresso al Borgo. Oggi non verranno.»

E allora di chi deve avere paura?

Il loro piano è apparentemente semplice: ottenere un incontro faccia a faccia con la gorgone. Non per ucciderla, visto che è un intento fuori dalla portata di Maschera Bianca. No, Massimo vuole parlare con lei senza avere nessuno tra i piedi.

Questo per rispondere a un interrogativo fondamentale: la Signora è in realtà manipolata dai suoi stessi seguaci? Il cui leader, guarda caso, è Gustav Pliss, il nipote nazista dell’architetto. È un dubbio su cui occorre indagare, visto che potrebbe nascondere la chiave per uscire dal Borgo.

Certo, sulla carta tutto sembra fin troppo semplice.

White decelera e poi frena, senza spegnere il motore. Sono in un vicolo buio, coi lampioni spenti simili a tanti pali da impiccagione. Massimo si china in avanti per cercare di scorgere qualcosa, quando nell’oscurità si materializza un groviglio di ombre in mezzo alla strada, a una decina di metri dall’auto. Sembrano tentacoli di ossidiana liquida, tanto lucidi da riflettere perfino il buio.

«Ma che cazzo…»

Lo scrittore non fa in tempo a finire la frase. Il vigilante inserisce la retro e proietta la macchina indietro a tutta velocità. I tentacoli scattano in avanti cercando di afferrarla. Da vicino assomigliano a fasci muscolari punteggiati da orifizi che sbuffano vapore nerastro. Veri e propri incubi lovecraftiani.

Uno di essi si appoggia al cofano della Citroën facendo gemere il metallo. White compie un testa-coda sfiorando l’angolo di un palazzo col fianco destro. Scintille illuminano la notte, ma solo per un attimo.

Massimo si regge al sedile, paralizzato dal terrore. Anche Danilo è immobile, raggelato. Maschera Bianca invece è saldo al volante. Una volta raddrizzata l’auto ingrana rapidamente la marcia e prende la direzione opposta, lasciandosi i tentacoli alle spalle, finché si rimpiccioliscono nei retrovisore, per poi scomparire.

«Speravo di non incontrarli. Per fortuna ci è andata bene comunque.» White non nasconde un sospiro di sollievo.

«Ma cosa diavolo erano?»

«Larve del Mondo dei Sogni. Così le chiamano quelli della Cerchia. Sono generate da chi, in questi anni, ha sognato di noi persi quaggiù. Solo che una qualche magia li ha trasformati in mostri al servizio di Steno.»

“La donna che vogliamo incontrare, perfetto”. Massimo si rattrippisce sul sedile mentre l’auto si perde nell’oscurità delle Strade di Nessuno.

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