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Boris vian, sputerò sulle vostre tombe: la recensione

Creato il 26 aprile 2014 da Postpopuli @PostPopuli

 

di Francesco Gori

Boris Vian, poliedrico artista francese, conobbe grande successo con il romanzo-scandalo Sputerò sulle vostre tombe, scritto per scommessa in soli quindici giorni nel 1946, per l’editore Jean d’Halluin.

Boris vian sputerò sulle vostre tombe BORIS VIAN, SPUTERÒ SULLE VOSTRE TOMBE: LA RECENSIONE

Fingendosi autore americano, con lo pseudonimo di Vernon Sullivan, ci viene raccontata in poco più di cento pagine la vicenda di Lee Anderson, nero “per più di un ottavo” ma dalla pelle bianca. Dopo la morte del fratello per mano dei bianchi, il desiderio di una fredda vendetta si instilla nel cuore del ragazzo, alimentandosi ogni giorno di più. Trasferitosi a Buckton grazie all’amica Clem, che gli trova un lavoro da libraio, entra in contatto con i giovani (bianchi) del luogo: Judy, Jicky, Dick, Dexter e le sorelle Asquith, Lou e Jean. Saranno quest’ultime l’obiettivo di conquista, non solo amorosa, di Lee. In loro cercherà quella “V” per celebrare il riscatto dei neri.

Un breve romanzo che all’epoca garantì allo scrittore-musicista migliaia di copie vendute, ma anche un processo per “offesa alla pubblica morale”. Non solo. Il libro venne vietato, Vian multato e costretto a confessare la vera identità di un’opera costruita per seguire le orme del genere americano, tanto in voga a quel tempo. Un prodotto commerciale perfetto, confezionato ad arte con giuste dosi di alcol, sesso e violenza, in un mix di pulp ed erotismo. Potremmo definirlo un antesignano letterario di quella gioventù bruciata che troverà nel film di James Dean il corrispondente cinematografico: le automobili che sfrecciano a tutta velocità, la giovinezza con le sue turbolenze fatte di sesso e violenza in una quotidianità apparentemente calma, ovattata, in realtà premonitrice di drammi senza punti di ritorno. Perché in gioco c’è la vita.

Le prime pagine di Sputerò sulle vostre tombe conducono proprio ad un gioco, tutto sommato accettabile, quasi simpatico, di seduzione. Un 26enne aitante che cerca nuove avventure e nelle nuova cerchia diventa invincibile a suon di bourbon, chitarra e muscoli scolpiti. Ma, come le tacche del contachilometri della sua Nash, la violenza repressa di Anderson aumenta pian piano, testandosi con l’amico Dex in un abuso sui minori prima, ed esplodendo nel finale poi, dopo un’escalation incontrollabile.

Un romanzo con finale da thriller puro, una trama con fondamenta dark, temi che solcano il limite della decenza, dialoghi brevi e ficcanti in una scrittura asciutta, che non esagera, pur mantenendo sulla corda. Interessante notare come nel finale, la narrazione passi dalla prima alla terza persona, quasi a voler sottolineare il distacco con l’intimità del protagonista, a scopo ormai raggiunto.

Una storia raccontata in modo lineare, senza scossoni, con una grande scorrevolezza che porta dritta all’epilogo spietato. Un rapido tratto insieme a vite immerse in una società dove domina ancora il razzismo - che l’autore denuncia con la sua stessa arma, la crudeltà - da percorrere tutto d’un fiato.

Sputerò sulle vostre tombe è stato, nella vita del poeta-romanziere-critico-traduttore-trombettista-ingegnere, libro maledetto, crocevia tra la vita e la morte: conduce Boris Vian alla fama controversa prima e alla fine prematura poi, nel 1949 a soli 39 anni, stroncato da un infarto durante la proiezione della versione cinematografica.

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