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Brace yourself, Christmas is coming. Again.

Creato il 26 novembre 2012 da Tabata
Brace yourself, Christmas is coming. Again.
Per quanto il titolo del post possa far pensare il contrario, io adoro il Natale.
Le luci, il profumo dei mandarini, il rituale dell'albero di Natale e quella magia che sembra avvolgere qualsiasi cosa.
Quello che ultimamente (e parlo di almeno gli ultimi dieci anni) mi infastidisce parecchio sono le luminarie natalizie subito dopo la festa dei morti e i panettoni a fine settembre. Sono le vetrine dei negozi che ti aggrediscono violentemente con i loro colori e l'ondata di odori misti che ti stordisce quando entri nei centri commerciali. Il marketing aggressivo, che punta alle fasce più deboli, ossia i genitori con bambini piccoli e tiranni. Giuro che se avrò mai dei figli in questo periodo la televisione resterà sempre spenta. Pubblicità  di giochi tanto costosi quanto inutili vengono trasmesse durante le ore dei cartoni animati: se passi in soggiorno in questi momenti rischi di vedere la tua prole che fissa lo schermo con la bocca semi aperta e lo sguardo vitreo, mentre il loro cervello viene inesorabilmente riprogrammato. Quando la pubblicità termina i tuoi bambini non esistono più, ci sono solo delle macchine da guerra che non hanno nulla di invidiare a Terminator e non si fermeranno fino a quando non avranno portato a termine la loro missione. Fare impazzire i genitori e avere fra le mani l'oggetto del desiderio, che nel giro di 48 ore verrà dimenticato in un angolo e si riempirà di polvere. Ma poco importa, ciò che conta è far girare l'economia.
No grazie.
Il Natale che amo è completamente diverso.
È fatto di profumo di biscotti che si sparge per casa, di regali scelti con attenzione, magari confezionati da me e incartati con un po' di fantasia. Natale è rileggere per l'ennesima volta "Orgoglio e pregiudizio" e "How the Grinch stole Christmas", è iniziare a sferruzzare una sciarpa che probabilmente non finirò mai o un quadro a punto croce.
Il Natale è farmi una playlist delle canzoni che me lo ricordano, in cui non possono mancare brani come "Last Christmas" o "I'll be home for Christmas" cantata rigorosamente da Bing Crosby.
È aspettare la mezzanotte della vigilia in piedi per guardare l'espressione di chi ami mentre scopre cosa c'è in quel pacchetto magari un po' approssimativo.
È il profumo del vino o della tisana speziata che distribuiscono alle feste di paese, con il bicchiere di plastica che scotta ma che ti scalda anche le mani.
È  il riunirsi attorno ad un tavolo per il pranzo che si gira lentamente in cena, ma è soprattutto il momento in cui i divani diventano delle isole felici sulle quali rilassarsi e i tappeti un terreno fertile sui quali sbocciano i mille giochi dei bambini.
Ha una velocità inversa e una direzione ostinatamente contraria al Natale dei centri commerciali o quello televisivo.

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