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Brevi appunti sull’evoluzione

Creato il 28 aprile 2011 da Emmecola

Brevi appunti sull’evoluzione

Ieri, su segnalazione di Marco Ferrari (Leucophaea), mi sono imbattuto in questo articolo a cura di Carlo Bellieni, in cui si parla di creazionismo ed evoluzione. Ho già espresso il mio malcontento per come è stato trattato l’argomento “evoluzione” con un commento all’articolo, ma poiché l’autore ha chiesto maggiori delucidazioni ho deciso di scrivere questo post in cui citerò alcune delle sue frasi e spiegherò che cosa c’è che non va.

La teoria dell’evoluzione, ipotesi utile e geniale, è ancor oggi una “teoria”, ben lungi dunque da essere una “legge”;

La teoria dell’evoluzione è una teoria, certo, ma è supportata da molte prove e rappresenta la migliore spiegazione scientifica che abbiamo per descrivere gli esseri viventi. Se si pretende che la teoria dell’evoluzione possa essere dimostrata così come si farebbe per un teorema matematico, è assai probabile che una dimostrazione del genere non l’avremo mai. Vabbè, questa era giusto una puntualizzazione.

La teoria di Darwin viene oggi a cozzare con le nuove scoperte della genetica, che mostrano l’importanza dell’influsso dell’ambiente sull’espressione del genoma (Ginsburg S, Jablonka E. Epigenetic learning in non-neural organisms. J Biosci. 2009 Oct), proprio l’opposto dell’idea che il genoma è l’unico motore della vita e che la vita stessa dipende da mutazioni casuali e dalla violenza con cui queste mutazioni casuali sia affermano per far trionfare il “più adatto”, cosa che d’altronde tornava a pennello con il clima dell’epoca di Darwin, in cui l’Impero inglese – autodefinitosi il più civile e il più evoluto- cercava una giustificazione biologica per la conquista con le armi di mezzo mondo.

Sinceramente, questo contrasto tra epigenetica e Darwin non lo vedo, tutt’al più si aggiunge un nuovo livello di complessità. E’ vero che le alterazioni epigenetiche prodotte dall’ambiente possono anche essere ereditate, ma per quel che ne so io possono essere ereditate solo per alcune generazioni, non credo possano influire sull’evoluzione. Comunque, è il caso di ribadire un concetto: l’evoluzione è fatta di DNA e di ambiente, non solo di DNA. Entrambe queste componenti guidano il percorso evolutivo degli esseri viventi, non dimentichiamoci che la selezione naturale è operata dall’ambiente. Per quanto riguarda l’impero inglese, beh, quanto detto non intacca minimamente la teoria di Darwin, a meno che non vogliamo accusare Darwin di aver inventato la sua teoria appositamente per favorire le conquiste inglesi. Il darwinismo sociale è un’altra cosa rispetto al darwinismo serio, che riguarda la scienza e non la politica.

D’altronde non si capisce perché, se tutto è casuale, l’uomo sia il massimo dell’espressione dell’evoluzione

Dire che tutto è casuale è una grossa imprecisione: le mutazioni del DNA sono casuali, ok, ma la selezione è intrinsecamente legata all’ambiente. Non è che uno ha tirato un dado ed è comparso l’uomo bell’e fatto. Sul fatto che l’uomo sia il massimo dell’espressione dell’evoluzione ci sarebbe da discutere, l’uomo è una specie come le altre che ha avuto la fortuna di imboccare un percorso evolutivo che l’ha portato ad avere coscienza di sé e intelligenza, sebbene anche altri animali abbiano dei rudimenti di queste caratteristiche.

nell’iconografia si vede sempre al culmine della scala evoluzionistica non un generico “uomo”, ma l’uomo bianco, maschio (e quando cesseranno nei libri scolastici queste immagini maschiliste e razziste?).

Il generico “uomo” quale sarebbe? Ad ogni modo, se gli illustratori sono razzisti è colpa loro, mica di Darwin.

sembra non esserci nessuna prospettiva per un’ulteriore evoluzione, come se l’uomo (bianco, maschio) fosse il culmine di tutto

L’evoluzione continua a fare il suo corso. Solo che, a parte rari casi, le nuove specie nascono in tempi molto lunghi. In India, la separazione delle caste sta portando a un isolamento progressivo di gruppi di persone che stanno cambiando il proprio codice genetico, a tal punto che i medici devono chiedere ai pazienti la propria casta per scegliere che anestetico utilizzare negli interventi chirurgici (vedi clip). E’ da piccole cose come questa, e da un lungo periodo di isolamento, che nascono le nuove specie.

E non si capisce, se tutto è casuale, perché l’uomo (maschio e bianco) e non il gabbiano o il pescespada siano il culmine della natura, dato che anch’essi sono frutto di mutazioni ancestrali e di cambiamenti genomici.

Qui bisogna mettersi d’accordo sul significato di “culmine della natura”.

Oltretutto, il Big Bang è stato teorizzato da un gesuita belga, cosa che evidentemente ridicolizza il mito di un gap tra fede e ragione;

Esatto! E l’uomo che scoprì le leggi dell’ereditarietà dei caratteri era un monaco. Significa che, per fortuna, alcuni credenti hanno una mentalità aperta, si pongono domande e utilizzano la loro intelligenza per comprendere il mondo, invece di nascondersi dietro un dogma.

se una giraffa improvvisamente acquisisce un collo lunghissimo perché le cambia il DNA e questo cambiamento è casuale, con chi si riprodurrà, dato che è impossibile che proprio nello stesso praticello avvenga l’unico altro cambiamento casuale dei DNA?

“Se una giraffa improvvisamente acquisisce un collo lunghissimo” è un’espressione repellente, che niente ha a che vedere con la teoria di Darwin. Ricorda più che altro Lamarck, che però non ha trovato molti seguaci. L’evoluzione procede a passi piccolissimi, non avviene all’improvviso. L’autore non sa o fa finta di non sapere?

E se le mutazioni di DNA possono portare a far sopravvivere alcuni e morire tutti gli altri meno adatti, questo evidentemente vale solo per alcune mutazioni macroscopiche; ma cosa dire per le mutazioni minime, quelle che fanno essere più o meno belli ma non aiutano la sopravvivenza?

Le mutazioni “macroscopiche”, che cioè producono un vantaggio o uno svantaggio nell’adattamento all’ambiente e nella capacità di riprodursi, sono sottoposte al vaglio della selezione naturale. In generale la frequenza di qualsiasi mutazione, anche di quelle meno influenti, oscilla in modo casuale in una popolazione, ed è descritta dalla deriva genetica, un concetto noto fin dagli anni ’30.

Concludendo, le argomentazioni di Carlo Bellieni non sono convincenti perché si basano su concetti errati, imprecisi o distorti. Detto questo non voglio entrare nello sterile dibattito tra evoluzionismo e creazionismo, ma semplicemente fare le dovute precisazioni sulla questione. Tentare di imporre una teoria usando argomentazioni sciocche è un insulto alla libertà e all’intelligenza umana, e questo vale sia per uno schieramento sia per l’altro.

Brevi appunti sull’evoluzione

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