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Brian eno: una discografia ancora attuale

Creato il 15 maggio 2013 da Postpopuli @PostPopuli

 

 

di Leonardo Masi

Brian Eno (da Wikipedia)

Brian Eno (da Wikipedia)

Oggi Brian Eno compie 65 anni, ma la sua discografia è ancora attuale. Forse le sue ultime prove non sono memorabili, ma Eno è tutt’altro che un dinosauro del rock. E comunque i suoi dischi di trenta-quarant’anni fa sono così moderni che sembrano usciti ieri.

Brian Eno ha una cosa in comune con alcune delle altre persone che hanno rivoluzionato la musica: di formazione non è un musicista, bensì proviene da studi artistici, a dimostrazione di come con una visione, un’idea, insomma con la creatività si possano scavalcare le difficoltà tecniche. La tecnica senza un pensiero invece non porta da nessuna parte. Il pensiero di Brian Eno è stato sempre in movimento: non si è mai seduto sugli allori, e ciò ha permesso a questo “non-musicista”, come si definisce lui stesso, di creare dei lavori che hanno fatto la storia della musica e influenzato generazioni di artisti.

Dei fatti della vita del versatile Brian ci siamo limitati a ricordare la data di nascita: il resto della sua biografia si trova su Wikipedia, anche se lettura ben più affascinante – e, per chi si occupa di musica, inevitabile – sono i suoi scritti teorici sulla musica per non musicisti, sull’ambient, sullo studio di registrazione come strumento a disposizione del compositore, ecc. Eno è, tra l’altro,anche artista video e scultore. Ma per chi non lo conosce vorrei qui fare una lista minima – personalissima, è ovvio – dei dischi dai quali dovrebbe cominciare.

1974 – Taking Tiger Mountain (By Strategy) è il secondo lavoro da solista. Finita l’avventura con i Roxy Music (Eno era stato il principale artefice della fisionomia dei primi due dischi della band di Brian Ferry), prosegue sulla strada di un pop intelligente, o meglio: fintamente idiota. In questo album, che vede la collaborazione di Robert Wyatt alle percussioni, ci sono più canzoni memorabili rispetto al precedente Here Come the Warm Jets. Si, è vero, il canto di Eno non sempre è intonato, ma il tutto ha una sua coerenza e i testi sono comunque spiritosi. C’è spazio anche per esperimenti di musica concreta (il battere della macchina da scrivere che sostituisce la batteria inChina My China), ma il disco funzionerebbe benissimo anche solo con l’orecchiabilità di canzoni come Mother Whale Eyeless o Burning Airlines Give You So Much More.

“Before and After Science” (da flaneri.com)

1977 – Before and After Science. Ultimo dei primi quattro dischi pop di Eno ma, come anche il precedente Another Green World, già lanciato verso altri mondi. Probabilmente il capolavoro dell’artista britannico, nel quale ogni canzone è praticamente un’apertura sulle diverse direzioni nelle quali può andare (e andrà negli anni successivi) il rock. Si apre con No One Receiving, con Phil Collins alla batteria, canzone che anticipa quella specie di etno-funk che sarà uno dei sound più caratteristici della musica ballabile alla fine degli anni Settanta, sviluppato poi dallo stesso Eno nei lavori dei Talking Heads di cui fu produttore e nello stupendo My Life in the Bush of Ghosts (1981) firmato con David Byrne, uno dei dischi più importanti di sempre. In Before and After Science ci sono anche momenti “ambient”, sia strumentali (come nel disco precedente e nel successivo Music for Airports) che in forma di canzone. Fra i primi spicca Through Hollow Lands, fra i secondi citerei Julie With… e la famosa By This River. Sono canzoni che sembrano fermare il tempo, suoni che ora si sciolgono in un contesto fluttuante, ora si stagliano nitidi su un paesaggio rarefatto. Before and After Science fu registrato a Berlino, nello stesso anno in cui Eno produceva il suo terzo per David Bowie,Heroes: per certi aspetti sono due dischi speculari.

1978 – Music for Airports – con questo disco nasce la musica “ambient”. L’idea è quella di una musica che si integri con il luogo nel quale risuona, senza essere invasiva. Un nuovo modo di (non) ascoltare la musica. I suoni di questo disco sono creati con l’intento di fare da sottofondo musicale all’attesa dei passeggeri negli aeroporti, di integrarsi col momento di sospensione che precede il volo.

 

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