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Il virus appartiene alla famiglia dei baculovirus, che infettano oltre 600 specie di invertebrati con una particolare predilezione per larve e bruchi, senza però disdegnare altre specie come zanzare e gamberetti.
Una volta insediatosi nel corpo di un bruco, questo virus inizia a modificarne il comportamento forzando la larva ad interrompere la muta, e a raggiungere la cima degli alberi durante il giorno, comportamento che generalmente si verifica naturalmente solo durante le ore di oscurità. In attesa di una muta che il virus non consentirà mai, il bruco muore sulle foglie più alte dell'albero che lo ospita.
"Muoiono in quel punto, e poi si sciolgono entro poche ore dalla morte, e fanno gocciolare il virus sulle foglie più in basso" spiega Kelli Hoover, ricercatrice della Pennsylvania State University. "Sapevamo da tempo che questo comportamento porta benefici al virus, ma non sapevamo cosa potesse causarlo".
Questo comportamento era già stato osservato per la prima volta circa 100 anni fa, ma solo ora, grazie al team di Hoover, si è riusciti a scoprire quale sia il singolo gene in grado di manipolare il comportamento del bruco. Il gene, chiamato egt, interferisce con l'ormone che regola le mute della larva, e sembra giocare un ruolo chiave sulla sua necessità di arrampicarsi.
La larva di limantria segue un ritmo basato sull'intensità della luce solare: durante le ore di luce, si rifugia nelle zone più basse dell'albero ospite, nascondendosi tra le fenditure della corteccia o sotto qualche ramo. Dopo il tramonto, il bruco sale verso le foglie più alte per nutrirsi, lontano dagli occhi dei predatori diurni.
Se infettati da un baculovirus privato del gene egt, i bruchi semplicemente muoiono dove si trovano, sulle foglie più basse. Se contagiati con un virus egt-attivo, non solo cercano di raggiungere la posizione più alta possibile, ma continuano a mangiare e crescere nonostante la muta imminente, cosa che non fa altro che aumentare la massa gelatinosa infetta dell'animale.
Il virus si moltiplica aggressivamente in ogni cellula del corpo del bruco. Una volta sopraggiunta la morte, l'esoscheletro del bruco si decompone e il suo corpo si liquefa in tante piccole goccioline contaminare da milioni di copie del virus che lo ha infettato.
Il virus, per massimizzare le sue possibilità di diffusione, è anche in grado di resistere allo stomaco dei predatori che si nutrono delle larve, e diventa una vera e propria bomba biologica aria-terra una volta insediatosi nelle feci del predatore.
Scoprire che un virus possa manipolare così profondamente il comportamento del suo ospite lascia stupefatti. "Chi lo sapeva che un virus potesse modificare il comportamento del suo ospite?" dice Jim Slavicek, uno degli autori della ricerca.E studiare nel dettaglio l'azione di questo virus potrebbe fornire nuove soluzioni al controllo del Bombice dispari, divenuta ormai specie infestante in alcune parti del mondo.
Negli Stati Uniti, infatti, la farfalla è stata introdotta nella seconda metà dell'800 per realizzare ibridi con i bachi da seta locali e creare una nuova varietà in grado di resistere meglio alle malattie, ma la fuga di alcuni esemplari di limantria dal laboratorio di ibridazione ha dato il via ad un'invasione su tutta la zona orientale del Paese.
I bruchi di limantria sono voraci mangiatori di foglie, e se consideriamo che possono deporre da 300 a 800 uova su ogni albero, nutrirsi di oltre 500 diverse specie di alberi, e causare problemi di salute tramite i loro peli urticanti, possiamo renderci conto del potenziale impatto della specie sulle foreste e sull'economia nordamericane.
La mortalità degli alberi, principalmente causata dalla defogliazione, può arrivare al 100% in determinate condizioni ambientali ed in presenza di altri parassiti. Anche se generalmente le popolazioni di larve di limantria rimangono relativamente poco dense, ogni 1-5 anni c'è un boom di natalità che causa milioni di dollari di danni.
Zombie Caterpillars Rain Death From Treetops
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