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Buona lettura! In anteprima, le prime pagine del mio ultimo romanzo!

Creato il 30 agosto 2015 da Tania_01

E come promesso, il post per l'uscita del mio ultimo romanzo!

Con in più una grossa sorpresa. Se lo scorrerete, troverete le prime pagine del libro da leggere in anteprima!

Dunque, il titolo del libro è Non voglio essere Famosa!  e direi che è già tutto un programma, no? Senza fare troppe anticipazioni, eccovi l'indirizzo della pagina del libro sul sito della casa editrice, la Centoautori:
 http://www.centoautori.com/novita-non-vo...

Lì potrete leggere ogni informazione e anche lasciare dei commenti. Beh, potete farlo anche su Ibs o Amazon, insomma, vi lascio ogni rimando perchè possiate lasciare commenti, recensioni o cercare altre informazioni sul libro, che sarà in vendita dal 1 settembre.

Eccovi la copertina del libro, con la quarta in visione, e subito dopo, gli estratti dalle prime pagine del libro, così che possiate farvene un'idea.

Buona lettura!
 http://www.ibs.it/code/9788868720322/dep...

Non voglio essere famosa!
Titolo Non voglio essere famosa!

Autore Depaoli Elena

Dati 2015, 157 p., brossura

Editore Cento Autori (collana A cuor leggero)


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nectar

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Descrizione

Il grande momento di Victoria è arrivato. Dopo anni di gavetta, ha ricevuto finalmente l'occasione giornalistica della sua vita: l'intervista a Mike LoSanto, suo idolo e amatissimo divo di telenovele. Ma, invece che nel sognato tête-à-tête in una stanza d'hotel, l'incontro si trasforma in un disastro: un imprevisto rivela a sorpresa alla giornalista che Mike, in realtà, è ben diverso da come lo conoscono le fan. Grazie a uno scatto fotografico di troppo, Victoria viene suo malgrado coinvolta nella vita privata del fascinoso attore e si ritrova proiettata, all'improvviso, nell'olimpo dorato delle celebrità. è la sua grande occasione: fingersi la fidanzata di Mike in cambio di molti, molti soldi!E allora, non resta che cavalcare l'onda del successo, mantenendosi in bilico tra aspirazioni professionali nel difficile mondo editoriale e fantasie da jet-set. Che, a quanto pare, è ormai possibile realizzare. Condurre un'esistenza da star, però, è più impegnativo di come sembri! Soprattutto quando influenza la propria vita personale, trascinandola in direzioni inaspettate e non sempre gradite. Victoria si trova ben presto a dover pagare il conto per essere ammirata e invidiata, scoprendo quanto può essere salato...

NON VOGLIO ESSERE FAMOSA!

1 settembre
Salve! Sono Victoria Sanders, per gli amici Tori.
Poche parole, e già non so come proseguire.
E poi, quale diario rispettabile inizia con Salve, dando per scontato che qualcuno leggerà le sue pagine private?
Però, perché escludere questa possibilità…? Se un giorno diventassi famosa, queste pagine potrebbero essere l’inizio della mia autobiografia. Immagino già i critici letterari passare al setaccio i miei scritti, con commenti del tipo: un vero peccato che la scrittura della Sanders sia così inespressiva, stringata alla Twitter e rivolta a sé stessa da rendere impossibile immedesimarsi nelle incredibili esperienze della sua carriera di giornalista.
Lo so: parlare dell’eventualità di diventare famosa, quando la propria vita professionale è a un punto morto, indica un totale egocentrismo punteggiato da immaturità, ma… Vi siete mai ritrovati in preda all’entusiasmo? Quel sentimento che vi prende il buonsenso, lo getta dalla finestra più vicina e balla la lambada con le vostre più nascoste speranze, facendovi credere che tutto possa accadere.
Mentre ero in questo stato, sono passata davanti a una cartoleria. Il diario era lì, in vetrina, vestigio di un’epoca in cui si custodivano i segreti con un lucchetto invece di metterli in bella mostra su Facebook. Quando si dice il destino: con questo diario celebrerò il giorno in cui la mia vita ha finalmente segnato uno strike.
Sì, perché oggi ho avuto, finalmente, un meritatissimo colpo di fortuna con il quale spero di migliorare:
1) le mie finanze,
2) la mia carriera,
3) la mia autostima, grazie a un miglioramento delle mie finanze e della mia carriera.
Oggi ci ha lasciati Michael. Non temete, non è morto. Ha solo trovato un lavoro migliore.
Non che ci voglia molto rispetto al fare l’articolista per Notizie!, il quotidiano che potete trovare in qualunque gabbiotto di distribuzione gratuita nella metro. Nella scala sociale del giornalismo, siamo equiparabili alla posizione del plancton sulla scala alimentare oceanica. Più in basso ci sono gli scrittori di blog non retribuiti, ma al contrario di noi possono farsi un pubblico e venir reclutati da qualche rivista. Il marchio del quotidiano gratuito, invece, ha la stessa potenza ostracizzante di una lettera scarlatta tatuata in fronte. Qualunque direttore di testata di distribuzione nazionale evita di prenderti sul serio.
Tornando a Michael, noi quattro, che costituiamo la redazione restante, siamo entusiasti della sua partenza. Non solo per la sua antipatia degna di Scrooge prima della visita dei tre fantasmi, ma anche perché gli era stata affidata la doppia pagina dedicata alle interviste che Notizie! realizza una sola volta alla settimana.
Chi se ne occupa ottiene un dieci per cento in più in busta paga, trascorre un intero giorno spesato fuori dall’ufficio e, se scova soggetti interessanti, riceve offerte da altre redazioni.
In cinque anni a Notizie! è la prima volta che si profila all’orizzonte un’occasione per migliorare la mia posizione professionale. Il buco lasciato da Michael va colmato alla svelta e sono sicura che toccherà a me. Smetterò di morire di noia copiando comunicati stampa per riempire i vuoti tra gli spazi pubblicitari e potrò uscire dalla redazione, parlare con gente importante; sarò invitata a party esclusivi e, alleluia, avrò un aumento di stipendio. Questione di pochi giorni e su questo diario leggerete della mia inarrestabile scalata al successo!

2 settembre
Da bambina, usavo quasi tutto l’intervallo a scuola per osservare dalle finestre le persone correre nelle strade. Mi sembrava che la vita vera fosse fuori, mentre noi eravamo relegati in una gabbia. Ancor oggi, se il lavoro è opprimente, sbircio dalla finestra e osservo la gente che si affretta sotto la pioggerella londinese, ripetendomi che prima o poi sarò una di loro.
Nel frattempo, la mia quotidianità. Dritta in ufficio, dopo la tappa da Starbucks per un cappuccino extralarge. Appena arrivata poso il bicchierone sulla scrivania e accendo il pc. Nell’open space con cinque scrivanie, ci guardiamo tutti in faccia, tranne il quinto che funge da capotavola. Secondo il capo è un buon sistema per sorvegliarci a vicenda e controllare che nessuno stia con le mani in mano. Funzionerebbe, se non passassimo il tempo a cercare di non guardarci per fare quello che ci pare.
Il coordinatore editoriale è Robin Cook, che alle spalle chiamiamo Spaccacentesimi: la sua ossessione è escogitare espedienti per tagliare le spese di gestione, a discapito nostro. Per ridurre all’osso i costi della cancelleria ci fa usare le minuscole matite dell’Ikea, quelle per segnare le misure dei mobili. Ci va apposta e ne mette in tasca manciate.
La sua massima priorità è, tuttavia, farsi offrire i pasti. Finché non ha rimediato un invito a pranzo o a cena da uno degli inserzionisti a caccia di sconti, non si stacca dal telefono nel suo ufficio. Questo ci garantisce una certa libertà di movimento.
Al mio fianco siede Carole, 47 anni, sposata, due figli e cinque volte vincitrice del premio di quartiere per i migliori addobbi natalizi.
Davanti a me, Max, 69 anni. Potrebbe essere in pensione da un pezzo, ma lo terrorizza l’idea di dover trascorrere intere giornate con la moglie, una virago che gli sequestra lo stipendio appena arriva e gli passa una paghetta settimanale.
A fianco di Max sedeva Michael. A capotavola, il caporedattore, Paul, 50 anni, meglio noto come Principe Consorte. Ha una moglie di 13 anni più vecchia che possiede una catena di librerie e che gli ha fatto ottenere questo lavoro per dimostrare che non è un mantenuto.
Poi ci sono io, la miglior candidata per diventare intervistatrice, a mio modesto parere. So bene che non dovrei dar per scontato di ottenere il posto, ma… Andiamo!
Max appartiene all’epoca del pennino e non riesce a scrivere al computer: i pezzi glieli correggiamo io e Carole. Lei non fa che lagnarsi delle ore di lavoro che la tengono lontana da casa e figli, perciò non vorrà un incarico che le porti via altro tempo. Quanto a Paul, c’è più da temere da un procione che dalla sua ambizione carrieristica.
La mia nomina è una pura formalità.

Sono basita. Robert era appena uscito dall’ufficio, tutto contento per il pranzo che di sicuro aveva appena scroccato, e Carole lo ha invitato a cena con una prontezza che ha tradito la pianificazione.
Io, Max e Paul ci siamo guardati, stupiti; lei ha guardato noi sorridendo con superiorità. E ci siamo resi conto che vogliamo tutti diventare il nuovo intervistatore! L’aria è carica di tensione mentre lavoriamo chini sulle tastiere.
Ogni tanto alzo lo sguardo, becco qualcuno che mi fissa e subito distogliamo gli occhi, imbarazzati. Forse è solo Carole la mia rivale. Sì, non è possibile che la cariatide e il Principe Consorte vogliano affannarsi per pochi soldi in più.
Be’, se vuole giocare sporco, non mi tirerò indietro. Non posso organizzare cenette nel mio appartamento per accattivarmi Robert, in parte perché lo spazio è veramente poco per dare cene, in parte perché c’è sempre il rischio che scambi l’invito per un tête-à-tête con lui, e credetemi, nessuna donna gradirebbe una simile eventualità.
Sarò subdola. In pausa pranzo, cercherò un regalo per Robert e glielo farò trovare in ufficio senza che nessuno mi veda. Non devono sapere che non resto con le mani in mano.

Sono ricorsa alla carta di credito per una lussuosa scatola di cioccolatini belgi. Devo solo dire a Robert che me l’hanno regalata, ma non amo questa marca di cioccolato e ho pensato di darla a lui.

Vigliacchi traditori! Cercavo di nascondere la scatola di cioccolatini in modo che nessuno la vedesse, quando Max e Paul sono rientrati contemporaneamente, tenendo dietro la schiena una scatola di cioccolatini a testa!

Sono le venti. A quest’ora Robert starà gustando una quiche di spinaci con purè al cumino fatti in casa. Spero gli vada di traverso. Oggi ha rimediato proprio un bel bottino.

3 settembre
Ci siamo affrontati. È stato inevitabile, dopo che Robert si è complimentato con Carole per l’ottima cena (lamentandosi en passant che non gli aveva dato la borsa con gli avanzi da portar via) e ha buttato lì che non vede l’ora di ripetere l’esperienza...


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