L’evento più straordinario della storia del Cristianesimo, la Resurrezione di Gesù che lo restituisce al mondo, ma anche che lo distingue definitivamente da tutti gli altri uomini, è forse quello che i Vangeli descrivono con il minor numero di parole e di particolari: una tomba vuota e lo stupore dei pochi presenti di fronte alla sparizione del corpo. L’iconografia orientale, in particolare, si inserisce sulla scia del silenzio dei Vangeli circa l’evento e propone icone che raffigurano le donne al sepolcro o la discesa agli inferi: Gesù già vestito di bianco (il colore della Resurrezione) scende nell’Ade e strappa il progenitore Adamo dalle millenarie catene del peccato.
L’iconografia occidentale della Pasqua, invece, si cura in modo particolare di rappresentare il corpo di Gesù nell’atto di risorgere: le icone della Resurrezione del Signore mostrano la pietra del sepolcro spostata, le bende abbandonate e Cristo che si rivela a Maria di Magdala, la prima delle donne accorse presso la tomba. A sigillare il tripudio della Resurrezione due angeli ai due lati dell’ingresso del sepolcro: quello che era un luogo di lacrime ora è un luogo di gioia perché Gesù ha vinto la morte e può ascendere al cielo, non prima di aver però lasciato un messaggio d’amore e speranza ai suoi e a quanti hanno creduto e crederanno in lui.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)