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Buona scrittura e trama noiosa

Creato il 28 agosto 2015 da Annalife @Annalisa
Noia ben scritta

Noia ben scritta

Ho letto, dei due, diversi libri, passando da donne della domenica a cretini prevalenti a enigmi in luoghi di mare, così che probabilmente avevo certe aspettative che sono andate deluse da un ritmo leeeento, personaggi poco accattivanti, situazioni poco chiare.
Che, poi, la situazione poco chiara è il perno del racconto, perciò ci sta che uno legga per dipanarla e per capire almeno come si andrà a finire.
Il ritmo lento e spezzettato in più rivoli, invece, è fastidioso, a volte turistico (immagino che chi conosce bene Venezia ci si ritroverà con piacere), a volte erudito, ma senza la passione che mi avrebbe trattenuto più volentieri sulle pagine d’arte (quadri, mostre, antiquariato e piccole beghe tra mercantesse d’arte sono una delle sottotrame della storia).

Un mondo di ricconi e feste che rimane estraneo e lontano, non tanto per la scarsa verosimiglianza di queste figure (che pare ricercata dagli autori con distacco voluto), ma per la noia che lo pervade, nonostante i guizzi di qualche personaggio.
Alla fine, c’è un protagonista maschile che fa il misterioso ma si sopporta volentieri, lui, le sue toppe sulla giacca, la sua aria svagata, e le incongruenze del comportamento (impenetrabile e sfuggente a qualunque domanda dell’amata, d’improvviso rivela la sua identità, una sera, a signora bene del tutto estranea, che gli crede subito e rimane in estatica catalessi fino al giorno dopo); una protagonista femminile che passa dall’abulia alla professionalità da casa d’aste, dalla passione sfrenata (serie: strappami i vestiti anche se ti ho incontrato ieri) al sogno, dal pianto desolato alla comprensione del destino avverso, dalla gelosia chiassosa al silenzio indulgente, in un’altalena di comportamenti velocissima e preoccupante; una serie di figure secondarie alcune delle quali sono (per me) le meglio riuscite: il vecchio concierge, l’amico confidente, la ragazzina innamorata della guida turistica. Altre sono sopra le righe, ma vabbe’, accompagnano bene la protagonista.
Sono arrivata alla fine?
Sì, con fatica, ma dovevo sapere se Lui era un deficiente imbroglione o un dolce e riservato principe azzurro.
Sì, perché fa piacere leggere qualcuno che sa che cosa è l’italiano, dove vanno messe le virgole e come si cambia il tempo del verbo secondo le necessità e gli sbalzi del punto di vista (una prosa colta, bella, ricercata; non certo vivace, però).
Sì, anche se la soluzione finale (un po’ pasticciata, se vogliamo, nei passaggi che ritardano il ritorno di Lui da Lei) è, sì, costruita con pazienza attraverso tutti i silenzi del Nostro protagonista, ma risulta deludente: un coniglio fatto uscire dal cappello senza preliminari.



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