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Buone notizie per Umbria e Toscana

Creato il 28 marzo 2015 da Carteinregola @carteinregola

ISimone_Martini Guidoriccio promotori dell’  appello (sottoscritto anche da Carteinregola Salviamo il Paesaggio dell’Umbria, intervenga il governo) (1)  contro la legge numero 1 del 2015 della Regione Umbria, che era una specie di grande condono preventivo, palesemente incostituzionale, hanno ricevuto ieri  la tempestiva risposta del Ministro Franceschini, che ha comunicato  l’impugnazione  nel Consiglio dei Ministri  (2). In  Toscana approvato ieri  il Piano Paesaggistico, dopo il tira e molla tra Il Presidente Rossi e l’assessore Marson, da un lato, e Partito Democratico e centrodestra dall’altro. Dopo un lungo lavoro  insieme al  Ministro Franceschini e ai suoi tecnici, nelle scorse settimane, per trovare un punto di accordo tra il Codice dei Beni culturali, la legge Galasso e il Piano, il documento approvato  nel Consiglio regionanle di ieri non è quello  dagli emendamenti del PD e del Centrodestra, ma rispetta la filosofia e l’impianto del Piano Marson.

(da Il Manifesto 27 marzo 2015) “Emen­da­mento su emen­da­mento, le ori­gi­na­rie norme di sal­va­guar­dia ela­bo­rate da Anna Mar­son…erano state pro­gres­si­va­mente stra­volte. Su tutti, ave­vano fatto inor­ri­dire gli emen­da­menti che face­vano ripar­tire le esca­va­zioni del marmo sulle Apuane in maniera pesan­tis­sima (via libera alla ria­per­tura di cave dismesse, cave seco­lari, anche cave su vette e cri­nali ancora inte­gri), e quelli che nei fatti ria­pri­vano all’edificazione costiera anche sul lun­go­mare, e per­fino sugli arenili…Le pole­mi­che che ne sono seguite, e che hanno por­tato il mini­stro Fran­ce­schini a pren­dere pub­bli­ca­mente le difese dell’assessora Mar­son …hanno ripor­tato il Piano toscano del pae­sag­gio alle sue coor­di­nate ori­gi­na­rie, gra­zie a un super-emendamento coor­di­nato in sede mini­ste­riale.(3).  In difesa del Piano Paesaggistico toscano si era levato un altro appello promosso da un ampissimo fronte ( e sottoscritto da Carteinregola) (4)

(1) Salviamo il Paesaggio dell’Umbria, intervenga il governo

Siamo costretti ad un’altra allarmata denuncia per l’ennesimo episodio di distruzione del paesaggio: quello straordinario dell’Umbria, uno dei più ammirati d’Italia. Infatti sabato 28 marzo, cioè domani, scadono, infatti, i termini entro i quali il Governo può impugnare davanti alla Corte Costituzionale il Programma Strategico Territoriale approvato dal Consiglio regionale dell’Umbria (legge regionale 1 del 2015). E ci sono ottimi motivi per il quale dovrebbe essere il Ministro per i Beni culturali Dario Franceschini a proporre al Consiglio dei ministri di rivolgersi alla Corte.

Il Programma umbro non è soltanto finalizzato unicamente allo sviluppo economico, ma pretende di essere sovraordinato al futuro Piano Paesaggistico. In altre parole, quello stravolgimento del Piano in senso di consumo del territorio che i consiglieri toscani del Pd e di Forza Italia hanno fatto nella fase finale del lavoro delle commissioni del Consiglio Regionale, in Umbria si fa – più comodamente – prima ancora di scrivere il Piano. E i comuni umbri saranno addirittura obbligati a seguire il Programma Strategico (sovraordinato) e a disattendere il Piano Paesaggistico (sottoordinato), quando essi, prevedibilmente, saranno in contrasto. Chi parla più della “Verde Umbria”? Le stesse Soprintendenze non avranno, in pratica, più gli strumenti per far applicare i vincoli, che saranno ridotti a mere invocazioni. Un delitto perfetto.

Tutto ciò contrasta frontalmente con gli articoli 135 e 143 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, ma è soprattutto radicalmente incostituzionale. Perché straccia il secondo comma dell’articolo 9 della Carta Costituzionale, che essendo un principio fondamentale non può essere subordinato a nessun’altra esigenza. Non posso prima decidere cosa voglio cementificare e poi decidere cosa devo tutelare: devo fare esattamente il contrario, o sono fuori dalla Costituzione.

Il primo caso di applicazione di questo scempio giuridico è l’attuale superstrada Orte-Mestre trasformata in una inutile autostrada di 400 km promossa dal politico del Nuovo Centro Destra Vito Bonsignore (indagato nell’inchiesta di Firenze), finanziata con uno sgravio fiscale di 2 miliardi e mezzo di euro dallo Sblocca Italia Renzi-Lupi. In Umbria – che ne sarà integralmente attraversata, da sud a nord – e approvata, nel gennaio 2014 (mentre si lavorava a questa legge),  dal Consiglio regionale col voto bipartisan di FI e PD all’unisono. Ormai sta emergendo che – oltre al consumo di suolo e al devastante scempio paesaggistico del ‘cuore verde’ d’Italia – i cittadini e le imprese umbri ne sarebbero robustamente penalizzati a causa dei pedaggi per remunerare il concessionario. Soltanto un forte movimento di opinione può costringere il Partito Democratico a ricordasi di non essere (ancora) del tutto identico a Forza Italia. Solo così possiamo sperare di salvare il futuro dell’Umbria.

Bruno Toscano, storico dell’arte, Tomaso Montanari, storico dell’arte, Desideria Pasolini dall’Onda, fondatrice di Italia Nostra, Vezio De Lucia, urbanista, presidente Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Vittorio Emiliani, presidente Comitato per la Bellezza, Paolo Berdini, urbanista,  Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, Maria Pia Guermandi, consigliere nazionale Italia Nostra, Andrea Emiliani, storico dell’arte, Sauro Turroni, architetto, Cesare De Seta, storico dell’arte e del paesaggio, Alberto Asor Rosa, scrittore e saggista, Massimo Bray, Enciclopedia Treccani, Ebe Giacometti e Maria Rita Signorini, consiglieri nazionali di Italia Nostra, Marisa Dalai storica dell’arte, Marilena Ballestriero, Salviamo il Paesaggio Legnano, Assotecnici, Cristiana Mancinelli Scotti, Salviamo il Paesaggio Roma, Maria Teresa Liguori, vice-pres. nazionale Italia Nostra, Edoardo Salzano, direttore Eddyburg, Antonio Pinelli, storico dell’arte, Anna Maria Bianchi Carteinregola, Anna Donati ambientalista, Domenico Finiguerra, fondatore Movimento Stop al consumo di suolo, Enzo Rossi direttore del mensile Altrapagina Città di Castello, Antonio Guerrini, presidente Centro Studi Altrapagina Città di Castello, Livio Marini, sindaco Corchiano (Viterbo), pres. Ass. Comuni virtuosi,Achille Rossi parroco di Riosecco di Città di Castello, Annarita Bartolomei, operatrice culturale, Sergio Brenna, architetto, docente Milano, Claudio Arbib, Università dell’Aquila, Giuliana Ricci, già Politecnico di Milano, Orietta Rossi Pinelli, storica dell’arte, Giovanni Emiliani, Ass. Economia della Cultura,Francesca Valli, storica dell’arte Brera, Angelo Torricelli, preside Scuola Arch. Politecnico Milano, Amedeo Bellini, prof. restauro architettonico, Politecnico Milano, Cecilia Ghibaudi, giù funzionario Mibac, Lorenzo De Stefani, Politecnico Milano, Fabrizio Cianci urbanista, Federico Sandrone, Salviamo il Paesaggio Cuneo, Alberto Tagliaferri, Graziella Tonon, Giancarlo Consonni, Politecnico Milano, Mario Cresci, Giorgio Panizza, docente Università Pavia, Giorgio Osti, Tor Carbone, Carlo Samori, Flaminio Borgonovo, Arturo Baron, Pellegrino Bonaretti, Maria Cristina Tanzi, Luca Marescotti, Stefano Crespi Reghizzi (tutti del Politecnico Milano), Bernado Peissel, Istituto Tumori, Giuliana Cardazzi, docente restauro, Michele Boato, pres. Istituto Alexander Langer, Oreste Magni, presidente Ist. Valle Ticino, Claudia Petrucci, Ist. Scienze Umane,  Cristiana Quattrini, Beni culturali, Sony Kperia, Fernando Ferigno, giornalista e scrittore, Nino Criscenti, giornalista, Barbara Bonomi Slow Food, Gino Scarsi Salviamo il Paesaggio Roero/Cuneo, Fiorenzo Rossetto Salviamo Bracciano, Lorenza Bolognini, Salviamo il Paesaggio, Giorgio Zanchetti storico dell’arte, Giovanni Donato, storico dell’arte, Alessandra Pugassi.

(2) FRANCESCHINI IMPUGNA LA LEGGE DELL’UMBRIA. E ANCHE LA VICENDA DEL PIANO PAESAGGISTICO DELLA TOSCANA HA UN EPILOGO DIGNITOSO. Il Governo impugna il ‘condono preventivo’ dell’Umbria. Un’ottima notizia per chi ha a cuore il futuro del paesaggio italiano: su proposta del ministro per i Beni culturali e di quello dell’Ambiente, il Consiglio dei Ministri ha appena deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge numero 1 del 2015 della Regione Umbria, che era una specie di grande condono preventivo, palesemente incostituzionale.http://articolo9.blogautore.repubblica.it/…/il-governo-imp…

(3) 27 marzo ore 20.54 GONEWS Piano paesaggistico, c’è l’accordo con l’opposizione: la destra ‘abbandona’ l’ostruzionismo. Passa a maggioranza il Pit 

Leggi l’articolo de IL Manifesto “Paesaggio Toscano salvato” di Riccardo Chiari Ambiente. Via libera del consiglio regionale al piano elaborato dall’assessora e urbanista Anna Marson, che insieme al Mibac e allo stesso Enrico Rossi ha cancellato gli emendamenti cementificatori inseriti dal Pd locale. Ok anche di Sel e Rifondazione: “E’ stato sconfitto il partito renziano”.

via libera è arri­vato all’ora di cena. Insieme alla cer­tezza che il Piano del pae­sag­gio della Toscana è tor­nato sui binari ori­gi­nari. Con un impianto all’avanguardia e di esem­pio per l’intero paese, stu­diato con cer­to­sina pazienza in quat­tro lun­ghi anni di lavoro dall’assessora Anna Mar­son, nella con­sa­pe­vo­lezza di dover comun­que gover­nare i fisio­lo­gici cam­bia­menti ope­rati sul ter­ri­to­rio dalla mano dell’uomo. “Il Piano – ha cer­ti­fi­cato Enrico Rossi — intende offrire una cor­nice di regole certe, fina­liz­zate a man­te­nere il valore del pae­sag­gio anche nelle tra­sfor­ma­zioni di cui è con­ti­nua­mente oggetto”. Il con­si­glio regio­nale lo ha appro­vato con il sì dei 32 con­si­glieri di cen­tro e di sini­stra, e il no dei 15 di centrodestra.

Quanta fatica però. Anche se il rican­di­dato pre­si­dente regio­nale del Pd ne ha riven­di­cato la pater­nità (“è il mio piano, non quello del governo”), è fuor di dub­bio che un inter­vento deci­sivo per sbloc­care una situa­zione diven­tata kaf­kiana sia arri­vato dal mini­stero dei beni cul­tu­rali. La cui firma sul prov­ve­di­mento è obbli­ga­to­ria – già una volta il piano era stato rin­viato al mit­tente – e che ha svolto, insieme a Rossi e alla stessa Mar­son, una vera e pro­pria riscrit­tura del Piano. Mossa obbli­gata, dopo lo stra­vol­gi­mento ope­rato in com­mis­sione da parte di un ampio pezzo di Pd che non si ras­se­gnava allo stop di con­sumo del suolo. Uno stop che peral­tro era stato già deciso nel Piano di indi­rizzo ter­ri­to­riale, di cui il Piano pae­sag­gi­stico è una integrazione.

Emen­da­mento su emen­da­mento, le ori­gi­na­rie norme di sal­va­guar­dia ela­bo­rate da Anna Mar­son, docente di tec­nica e pia­ni­fi­ca­zione urba­ni­stica all’ateneo vene­ziano, erano state pro­gres­si­va­mente stra­volte. Su tutti, ave­vano fatto inor­ri­dire gli emen­da­menti che face­vano ripar­tire le esca­va­zioni del marmo sulle Apuane in maniera pesan­tis­sima (via libera alla ria­per­tura di cave dismesse, cave seco­lari, anche cave su vette e cri­nali ancora inte­gri), e quelli che nei fatti ria­pri­vano all’edificazione costiera anche sul lun­go­mare, e per­fino sugli arenili.

Le pole­mi­che che ne sono seguite, e che hanno por­tato il mini­stro Fran­ce­schini a pren­dere pub­bli­ca­mente le difese dell’assessora Mar­son (“lei è stata capace di met­tere d’accordo Asor Rosa e Set­tis, Repub­blica e Cor­riere della Sera…”), hanno ripor­tato il Piano toscano del pae­sag­gio alle sue coor­di­nate ori­gi­na­rie, gra­zie a un super-emendamento coor­di­nato in sede mini­ste­riale. “Il testo che emerge dopo la pre­sen­ta­zione del maxi emen­da­mento è un buon risul­tato – cer­ti­fica Monica Sgherri di Rifon­da­zione — per­ché riporta il piano sostan­zial­mente a quanto adot­tato nel luglio scorso. Quindi can­cel­lando quello stra­vol­gi­mento, soprat­tutto in tema di esca­va­zione sulle Apuane e di sal­va­guar­dia delle coste, per­pe­trato in commissione”.

Il risul­tato è stato l’ok al Piano anche di Sel, Prc e Pcdi, che pure cor­rono alle ele­zioni regio­nali in alter­na­tiva al Pd e a Enrico Rossi, soste­nendo l’ottima can­di­da­tura di Tom­maso Fat­tori. Sul fronte oppo­sto, il ritardo nel via libera è stato pro­vo­cato dall’ostruzionismo di Forza Ita­lia e Fdi, che hanno depo­sto le armi solo dopo aver otte­nuto di veder moni­to­rati gli effetti del Piano sulle atti­vità estrat­tive. A cose fatte, Enrico Rossi ha ricor­dato: “Non è vero che discu­tere col mini­stero è stato umi­liante, il pae­sag­gio è un bene tute­lato dall’articolo 9 della Costi­tu­zione, che rende neces­sa­ria la copia­ni­fi­ca­zione. E’ la nostra iden­tità, il nostro mar­chio nel mondo, bel­lezza che si è pro­dotta anche attra­verso il lavoro. E con il piano siamo riu­sciti a rico­struire l’equilibrio necessario”

(4) Vai alla pagina con l’appello e le firme sul nostro sito



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