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Bye Bye Mario

Creato il 22 agosto 2014 da Ilnazionale @ilNazionale

balo22 AGOSTO  – Sembrava una storia destinata a durare  molti anni, quella tra Mario Balotelli e il Milan. I presupposti d’altronde c’erano tutti, dall’amore mai nascosto per la maglia rossonera da parte di Mario alla stima e alle continue coccole di Adriano Galliani al suo numero 45. Oggi invece, dopo soli 19 mesi dal ritorno a Milano della punta della Nazionale, l’ addio. Mario Balotelli è un giocatore del Liverpool, l’accordo è stato trovato nella notte sulla base di 20 milioni di euro più bonus, mentre al giocatore andrà un quadriennale da ben 6 milioni a stagione.

Balotelli ritorna in Premier League alla corte di Brendan Rodgers senza aver lasciato grandi segni nella nostra serie A. In diciannove mesi ancora una volta ha fatto parlare di sè più per la sua vita fuori dal campo che per le sue imprese sul rettangolo di gioco, tanto che sia il nuovo allenatore del Milan Filippo Inzaghi sia la società  hanno deciso di non puntare sul loro attaccante più prolifico e rappresentativo per la  stagione 2014/2015, cercando giocatori più funzionali al progetto tattico del mister. L’identikit del nuovo attaccante rossonero è un rapace dell’area di rigore, un giocatore di grande movimento e con una grande vena realizzativa, caratteristiche che rispondono perfettamente ai nomi di Jackson Martinez, attaccante colombiano del Porto, e Alvaro Negredo, formidabile cecchino del Manchester City e della nazionale spagnola.

Balotelli e l’Inghilterra, Balotelli e la Premier League, ancora una volta. Nel campionato più bello e affascinante del mondo Mario ha lasciato un ricordo bellissimo, tanto che in numerosi sondaggi i tifosi dei club inglesi lo ritenevano il rinforzo ideale per il proprio club, dall’Arsenal al Tottenham, da un clamoroso ritorno al City a, appunto, il Liverpool. E chissà che proprio sotto la Kop, la curva storica e più calda dei Reds, sotto la guida di un maestro come Rodgers e accerchiato da persone che lo apprezzano, Mario non possa diventare quello che ancora non è. Un campione.

 Matteo Depoliti

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