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C'e' qualcuno nel mio letto

Creato il 16 luglio 2009 da Afrodite
C'E' QUALCUNO NEL MIO LETTO
Permettemi di farmi un po' di pubblicità. E di comunicare a chi legge la mia gioia. E' uscito finalmente il mio primo libro, si intitola C'è qualcuno nel mio letto ed è edito da Albatros-Il Filo. "C'è qualcuno nel mio letto è il sentito racconto di un pezzo di storia che ancora fa male, uno scorcio di vita nell'Italia degli Anni di Piombo rivissuti con la sensibilità e l'immediatezza che caratterizzano Camilla. Sullo sfondo si affacciano le vicende politiche italiane, ma anche le tragedie che travolsero i Paesi sudamericani in quegli stessi anni...." (dalla quarta di copertina).Si dice che un libro è un po' come un figlio ed è abbastanza vero. Il mio è stato un parto lungo e piuttosto difficile ed è per questo che oggi posso dirmi soddisfatta.
Viviamo in una società in cui la carta stampata è sempre più insidiata dalle Nuove Tecnologie, ritenute a torto non un complemento di quella ma un sostituto. Viviamo anche in modo sempre più frenetico, mentre la scrittura - non quella veloce degli sms o dell'e-mail, ma quella che esprime riflessione e ricerca - richiede tempo e concentrazione. Ecco perché mi considero soddisfatta della pubblicazione di questo libro, che è il primo e quindi sicuramente manchevole in qualche suo aspetto.
Per diversi anni ho fatto la giornalista, un mestiere che mi appassionava e che per molto tempo aveva rappresentato il Sogno da realizzare. Ora anche questo mestiere è messo a dura prova: non solo e non tanto dalla concorrenza di Internet, quanto dai condizionamenti della televisione, a cui i giornali cercano spasmodicamente di uniformarsi, e da quelli delle proprietà che a loro volta condizionano i direttori. Ammiro molto quei pochi che riescono ancora a fare un lavoro onesto, ma sono pochi, per l'appunto.
Anche quando facevo la giornalista e ci mettevo tutto il mio entusiasmo e la mia professionalità sentivo comunque una mancanza. Mi sembrava spesso di essere una "fotografa" della parola, nel senso che con i miei pezzi fotografavo la realtà mentre io quella realtà avrei voluto anche interpretarla e magari, perché no? contribuire a cambiarla.
Ho intrapreso un nuovo cammino. Ancora non so come sarà la strada. Ma oggi sono contenta di aver cominciato a muovere i primi passi.

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