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C’è un partito che resiste malgrado una persecuzione mediatica infame

Creato il 01 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

E’ Rifondazione comunista, che fa parte della Federazione della Sinistra. Persecuzione mediatica infame, certo. Il gusto si farsi del male ha perseguitato la cosiddetta sinistra moderata che per anni non ha compiuto altro, su se stessa, che una scientifica opera di alterazione genetica e uno sradicamento violento della sua storia e della sua memoria per potersi adeguare un rinnovamento degli schemi del liberismo, risultando naturalmente perdente.

Veltroni e D’Alema e tutta la classe dirigente che proveniva dal Pci (socialdemocratico da tanto tempo, almeno dal ’43, non certo rivoluzionario), tranne una minoranza, hanno devastato il patrimonio marxista e la sua ricchezza straordinaria di idee, la sua forza critica devastante verso il sistema borghese che non fa che ampliare le disuguaglianze economiche giustificandole con leggi approvate da Parlamenti “democratici”.

Era il patrimonio di un piccolo partito che nel 1921 ha lasciato il partito socialista, con una scissione, ed è stato sistematicamente perseguitato dai fascisti e dai nazisti, combattuto in tutto il mondo e ostacolato in ogni modo perché lasciava intravvedere la speranza di un mondo diverso e più uguale. Un piccolo partito che nel dopoguerra in Italia era il vincitore morale, assieme ai socialisti e ai democratici cristiani, ai liberali più progrediti. Le follie sovietiche hanno qualcosa in comune col fascismo (cioè il nazionalismo e la repressione) non con la storia della critica della borghesia e del capitalismo.

Il pensiero che ha ripercorso il cammino di Karl Marx ha continuato a confrontarsi con la società borghese e il pensiero dominante e in Europa non ha mai smesso di perdere e di parlare di un mondo migliore. E’ per questo che ci interessa: per lo slancio critico, la passione di leggere la contemporaneità e costruire un metodo che la spieghi e ne possa svelare l’inganno.

La storia non cambia se non i metodi e si fa psicologicamente violenta, quando non lo può essere materialmente. Questo è il capitalismo e un altro mondo non esiste. Così ci raccontano. Lo raccontavano anche a chi nell’Ottocento si è ribellato a una vita assurda e ingiusta, ucciso da regimi violenti e incivili.

Il bisogno di non perdere il senso storico e della critica del mondo contemporaneo è però ancora vivo, confrontandosi col mondo cristiano più sensibile, con la borghesia più progressista, ma soprattutto con il mondo del lavoro. Che non ha parola, che non conta nulla e viene stravolto e sfruttato nei modi più vergognosi ma legalizzati dal Parlamento che ci chiede enormi sacrifici in nome dei potenti.

Si può leggere, cliccando qui, un’intervista a Paolo Ferrero, ex ministro del governo Prodi e segretario di Rifondazione.


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