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“C’era infinite volte il Sud”, un Salento che sa di mare e Oriente

Creato il 21 settembre 2015 da Maryandthebooks @MaryTraf
“C’era infinite volte il Sud”, un Salento che sa di mare e Oriente

Perchè in questi tempi di accelerate tecnologiche è questo il senso di marcia che ci aspettiamo vero? E invece la storia di oggi va contromano, parte da uno smartphone e atterra sull'inchiostro. Però in fondo ci segnala che un incontro è possibile. Ricordate una guida del Salento di cui vi ho parlato, Sherazade, l'app che racconta il Salento attraverso le sue voci del passato e del mito? Oggi la potete trovare anche in libreria. O meglio, ha dato vita a un libro, si chiama "C'era infinite volte il sud" (Il Raggio Verde) e l'ha scritto Matteo Greco, ideatore e autore dell'app.
Con ventitre racconti e dieci "lettere" al turista, porta sulla carta le voci dei personaggi, veri, e immaginari, che fanno da cantastorie su Sherazade, e che conducono attraverso le vie del Salento: Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Otranto, Galatina, Santa Cesarea Terme, Alessano. Gagliano del Capo, Cutrofiano, Zollino, Melpignano, Soleto, Sternatia, Martignano, Martano, Corigliano d'Otranto, Melendugno, Castrignano De' Greci.
I racconti si snodano lungo due direzioni: i confini, che qui sono dettati soprattutto dal mare. E il cuore, l'entroterra.

"Il Salento è, in realtà, una finta terra. Se lo percorri lungo i suoi

confini a Oriente, a Sud, ad Occidente, troverai mare, solo

mare. C'è solo una direzione, il nord, solo uno stretto lembo

di superficie terrestre, a ricordare che si è legati a un continente. Il

vero padrone di casa, qui, non è l'uomo, e neppure gli ulivi che

fiancheggiano ossequiosamente ogni strada, ovunque si vada".

“C’era infinite volte il Sud”, un Salento che sa di mare e OrienteLungo i punti cardinali ci sono le voci della costa, dal racconto della sentinella sui bastioni di Otranto, all'arrivo dei Turchi, alla voce della sirena Leucasia di Santa Maria di Leuca, Finibus Terrae. E Giovanni, venditore di olio lampante sulla piazza di Gallipoli.

"Dopo aver costeggiato il Salento lungo i punti cardinali e i suoi diversi mari, ti porterò nell'entroterra. Saranno poche decine di chilometri, vedrai, ma il viaggio nel tempo che faremo sarà ampio. Non ti stupire, se sentirai qualche signore anziano parlare una lingua mai sentita entro i confini dell'Italia. È che i paesi in cui ti porto hanno, come dire, una sorta di doppia residenza. Sono lì, dove li vedi, ma in un certo senso sono anche in Grecia, nell'Oriente da cui venivano i bizantini che per secoli li hanno abitati".

Ecco invece un sud che è anche Oriente nel secondo fil rouge: la Grecia Salentina. Dal suo cuore di Galatina, dove certo non poteva mancare la voce di una tarantata (il racconto di Teresa) a, per esempio, un borgo meno conosciuto, Castrignano de' Greci, e un contadino del 1700 che racconta il Castello de' Gualtieris.

Racconti dal passato ma anche voci contemporanee. Lettere, pagine di diario (reali o immaginarie?), e-mail. Una guida narrativa del Tacco d'Italia.

Mi sorprende sempre ritrovare sulle pagine di un libro luoghi ai quali quasi finisci per non dare più peso, tanto fanno parte della tua "geografia" familiare. Capita anche a voi di provare queste sensazioni quando magari vi ritrovate a leggere storie ambientate là dove siete nati e cresciuti?

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