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C’era una volta il berlusconismo… Sulla facezia dei 12.000 club di Forza Italia (stile vecchio PCI) e su altre favole dei nostri tempi.

Creato il 25 marzo 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

800px-1895_Dictionary_-_Castle_SCHEMAdi Rina Brundu. C’era una volta il berlusconismo ma adesso che è morto e sepolto parliamone, ecchessaramai! Leggo della dura presa di posizione di Silvio Berlusconi: la politica è in crisi e noi dobbiamo rinnovarci. Si tratta di “uno sforzo che dobbiamo affrontare tutti insieme mettendo da parte interessi personali, ambizioni individuali e la difesa di rendite di posizione”. Alla stregua, insomma, di un cucciolo di ippopotamo che mentre si rivolta nel fango ha una improvvisa crisi esistenziale: mamma, voglio diventare farfalla!

Il problema è che sarebbe più facile che un ippopotamo diventi farfalla e che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un forzista (un berlusconista) cambi pelle. Impossibile!, anche perché ciascuno di quegli elementi costitutivi di Forza Italia (i.e. i forzisti), che Berlusconi vorrebbe cambiare è fatto a sua immagine e somiglianza. Riflette il capo. Purtroppo, quasi mai ne riflette i pregi, per lo più ne riflette i difetti. Non vi è nulla di strano in questo perché non è dato principato dove a vassalli, valvassori e valvassini sia concesso splendere più del principe; qualora questo avvenisse si porrebbe immediatamente un problema, da risolvere.

Ne deriva – Machiavelli lo sapeva bene – che tutto ciò che può offrire una tale reggia è un parterre di cortigiani, di yes-men (e tantissime yes-women, un merito, nulla da eccepire!), pronti a compiacere il principe pur di risplendere di luce riflessa o di godere della sua imperitura riconoscenza. Dentro un principato come è quello forzista – che ha comunque caratteri di apparente democraticità e non ripropone intatte le dinamiche degli antichi principati descritti dall’immenso Segretario fiorentino (Niccolò non Matteo!) – si verificano situazioni anche distopiche, da mondo all’incontrario, laddove si può incontrare l’onesto-belief del “comandato” di essere effettivamente libero, di trovarsi insomma in una posizione di potere compiere una scelta e, finanche, l’onesto-belief del “comandante” di essere in grado di “concedere” quella libertà.

Non è così! Per nessuno degli attori. L’unico modo per far sentire una voce diversa (che risulterà sempre “stonata”) dentro Forza Italia è quello di abbandonarla come hanno fatto innumerevoli “traditori”. Ad un tempo, l’unica modo perché il comandante raggiunga davvero il target di cui sopra è che lui stesso metta da parte gli “interessi personali, ambizioni individuali e la difesa di rendite di posizione”. Detto altrimenti non si tratta, forse, di cambiare la squadra quanto piuttosto di cambiare l’allenatore.

Da questo punto di vista fa pure sorridere l’idea dei 12.000 club di Forza Italia sparsi sul territorio. L’impressione è che Silvio Berlusconi voglia copiare le vecchie dinamiche PCI, ma Berlusconi dimentica che il grande boom-locale di quel partito non fu dovuto alla tipologia di credo propugnato dal berlusconismo, quanto piuttosto al suo esatto contrario. E se è vero che le dinamiche descritte da Machiavelli per quanto riguarda principi e principati saranno sempre quelle e non muteranno mai, è pure vero che gli uomini – gli altri uomini, la maggior parte degli uomini – sono per loro natura inclini a ripudiare-servitù, si ribellano. Questo per dire che quel “miracolo” di cooptazione ideologica fortissima che riuscì a realizzare il comunismo italiano non è assolutamente alla portata del berlusconismo, there’s no doubts about that!

E senza dimenticare che al tempo di Internet la sola idea di impegnarsi nella costituzione di 12.000 club “reali” di un partito non ha capo né coda. La gente oggidì non ha tempo di frequentare sedi di partito e l’unico modo per raggiungere i potenziali elettori è di essere presenti online, fare un pop-up su un tablet o su uno smartphone (40 milioni di italiani sono collegati via smartphone, immagina!), etc etc etc. Ma questo naturalmente Berlusconi – chiuso nel suo avito castello circondato da coccodrilli famelici e fatto muovere da dinamiche obsolete come quelle dei suoi programmi tv - non lo sa, forse qualcuno dentro Forza Italia avrebbe pure voluto dirglielo ma poi… meglio non contraddirlo… il capo. Sic.

Featured image, il castello di Pierrefonds.

 


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