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C'era una volta il cinema

Creato il 16 marzo 2011 da David Incamicia @FuoriOndaBlog
C'era una volta il cinema
di David Incamicia |
Dopo 3000 film, fra i quali numerosi leggendari kolossal, e dopo 75 anni di storia Cinecittà Luce rischia di chiudere i battenti. Il governo ha ridotto ai minimi storici i finanziamenti al complesso cinematografico, in parte privato, decretandone di fatto il fallimento.
I futuri sovvenzionamenti, infatti, ammonteranno solo a poco più di 7,5 milioni di euro. Mentre solo pochi anni fa il finanziamento pubblico alla cittadella del cinema, situata alle porte di Roma, ammontava a ben 29 milioni di euro all’anno. Inoltre, il governo ha deciso di ridurre i 126 dipendenti degli studios. “Cinecittà è condannata a morte”, avverte il movimento dei registi e sceneggiatori italiani 100autori.
"Cinecittà, appartiene alla storia del Cinema, proprio come Hollywood, non si può chiuderla semplicemente", protesta la celebre critica cinematografica Laura Delli Colli. “Cinecittà è un enorme tesoro per la cultura italiana, che deve restare un patrimonio pubblico e non può essere messa in pericolo”, rincara il regista Marco Bellocchio. Anche Roberto Benigni, già premiato con l’Oscar, ha fatto appello al governo per salvare Cinecittà, e per l'altro premio Oscar, lo scenografo Dante Ferretti, il rischio di chiusura per Cinecittà Luce è ''una situazione folle''. Toccare Cinecittà, ha aggiunto ''è come smontare San Giovanni''.
Oltre ai tagli drastici sul piano economico, che hanno investito l'intero settore della cultura, Cinecittà rischia di sparire anche a causa dei nuovi programmi edilizi della giunta capitolina. In proposito, questo è l'appello del Comitato "Salviamo Cinecittà":
C'era una volta il cinemaCinecittà è la fabbrica dei sogni, vi hanno girato i più grandi registi e attori della tradizione cinematografica italiana e internazionale, ha ospitato più di 3000 film con le loro scenografie.
Cinecittà, per questo, è famosa il tutto il mondo.
Cinecittà è un laboratorio eccezionale di arti e mestieri poco conosciuti che trasformano una sceneggiatura in un film. Vi lavorano 400 dipendenti di 3 società; 6.000 tra registi, attori e maestranze specializzate; l’indotto conta 10.000 piccole e medie imprese artigianali che occupano fino a 100.000 posti di lavoro.
Cinecittà è dunque un importante settore occupazionale e industriale di Roma.
Cinecittà ha dato il suo nome a uno dei quartieri più popolosi della Capitale cresciuto intorno agli studi. Una periferia orgogliosa delle sue radici, in cui ancora oggi si ascoltano i racconti di quando si campava facendo le comparse o i bambini si intrufolavano per giocare nelle scenografie.
Cinecittà è il cuore della cultura cinematografica di Roma e, insieme, un patrimonio di tutto il Paese.
Cinecittà oggi rischia di perdere tutto questo. Si ventila la costruzione in quell’area di piscine, centri fitness, ristoranti e alberghi per 300 mila metri cubi.
Cinecittà non può diventare terreno di nuove speculazioni edilizie e finanziarie. Questa città non ha bisogno di nuovi centri commerciali in quartieri già congestionati da queste iperstrutture. Roma ha bisogno di un’industria cinematografica forte, di investimenti veri e di un piano industriale serio che ne rilancino lo sviluppo e ne potenzino la capacità produttiva e occupazionale; che ne conservino l’immenso e storico patrimonio audiovisivo attraverso la creazione di un vero e proprio museo del cinema dotato anche di strutture teatrali da situare nell’area della centralità urbana metropolitana di Torre Spaccata come originariamente previsto dal vigente PRG. Facendone in tal modo un polo attraente anche dal punto di vista turistico-culturale.
Per queste ragioni noi cittadini di Cinecittà e di tutta la città, associazioni, comitati di quartiere, sindacati, amministratori locali, artisti, registi, attori chiediamo al governo, al Sindaco Alemanno, al Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, al Presidente della Provincia Nicola Zingaretti, a tutte le forze politiche e istituzionali di adoperarsi affinchè uno dei più belli e importanti simboli di Roma e dell’Italia rimanga vivo, perché nessuna speculazione cementificatoria ne comprometta la sua vocazione originaria di industria produttiva.
Perché il Cinema, l’arte, la cultura e i sogni continuino a vivere a Cinecittà e a Roma.
Comitato "Salviamo Cinecittà"
Al nome degli studi della città tiberina sono legati grandi Maestri del calibro di Roberto Rossellini, Federico Fellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti. Ma anche alcuni registi statunitensi hanno portato autentici capolavori del cinema sulle rive del Tevere. Mervyn LeRoy girò nel 1949 il film Quo Vadis con Peter Ustinov, Robert Taylor e Deborah Kerr. William Wyler ha invece prodotto il kolossal Ben Hur con Charlton Heston, nel 1958.
Gli studi conobbero il loro culmine a cavallo fra gli anni '50 e gli anni '60, però l’età d’oro non durò a lungo. L’antico splendore è in effetti sbiadito da tempo, e con l'avvento degli anni '70 e il conseguente boom della televisione la situazione è precipitata. Ciò, tuttavia, non può e non deve autorizzare la rimozione di uno dei capisaldi dell'industria culturale del Paese, peraltro ancora redditizia per lo Stato a dispetto delle scarse risorse.
Il sospetto è che l'attuale esecutivo guidato da Berlusconi abbia una sorta di pregiudizio ideologico nei confronti della cultura, come se questa categoria corrispondesse ad una precisa e sgradita collocazione politica. Ma perdere un marchio storico tanto importante come Cinecittà vorrebbe dire impoverire irrimediabilmente sul piano della comunicazione internazionale quel che resta del Made in Italy, tanto caro a Berlusconi stesso, e non solo a livello cinematografico. Verrebbe meno, con un colpo di spugna, tutta la memoria storica del dopoguerra di questo Paese e proprio nel 150° avversario dell'Unità nazionale è un lusso che non possiamo permetterci.

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