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Ca’ della Nave: Gianni Rigo firma la nuova sede di Banca Santo Stefano

Creato il 14 giugno 2011 da Urdesign

Ca’ della Nave: Gianni Rigo firma la nuova sede di Banca Santo Stefano

L’ex fattoria di Villa Grimani Morosini di Martellago detta Ca’ della Nave, nuova sede della Banca Santo Stefano, doveva accogliere uffici, spazi commerciali, museali, una sala convegni, un ristorante e un parcheggio interrato, e ricucire il rapporto con il paese riconfigurando il vuoto urbano della corte interna il cui pregio derivava dalla molteplicità dei caratteri architettonici dei manufatti che su di essa prospettavano. Era essenziale, riportando alla luce il valore di quei luoghi, preservarne la ruralità in quanto esempio di costruzione protoindustriale in cui è utilizzato il cemento armato con tamponamenti di laterizio. Il progetto non ha cercato compromessi o mediazioni: si è scelto di preservare e consolidare filologicamente, anche a costo di sofisticate soluzioni tecnologiche, ma anche di rendere l’intervento contemporaneo riconoscibile e autonomo, per accrescere l’interesse per il preesistente e la riscoperta dell’intero complesso. Sono stati adottati materiali nobili e poveri, ma tutti con la prerogativa della durevolezza per evitare di intervenire su un edificio antico con materiali o strutture destinate a degradarsi in breve tempo, rivolgendosi spesso alla cultura veneta: dai tenui marmorini interni e esterni, al terrazzo alla veneziana.

Il sagrato dell’oratorio è stato assorbito dal marciapiede pubblico; da una mappa storica si è appreso che risultava delimitato da colonne a emiciclo, uguali alle 2 di pietra d’Istria rimaste ai lati della facciata, con una sfera di trachite a loro protezione. È stata riproposta la stessa configurazione, stilizzandola. L’interno dell’oratorio del XVIsec. in un avanzato stato di degrado, mostrava la sobrietà di un’architettura classica. È stata effettuata la revisione e la pulitura a mano di altari, balaustre e statue lapidee, e realizzato il riscaldamento a pavimento previo lo smontaggio e ripristino dei quadri di marmo. Il fregio continuo della trabeazione di stucco è stato sottoposto a restauro conservativo con la tecnica dello spolvero e dipintura con tempera a secco: tecnica e pigmentazione rispettano quelle originali, ma con un leggero abbassamento di tono. Il controsoffitto di cantinelle è stato ricostruito con la stessa tecnica e materiali di un tempo. A finitura è stato realizzato l’intonaco con grezzo in cocciopesto e stabilitura a finire in malta di calce spenta. Il marmorino delle pareti è stato restaurato con tecniche tradizionali. Specifiche esigenze funzionali sono state risolte con interventi diventati a loro volta preziosi oggetti architettonici, come il tunnel e il cilindro di vetro, studiati in funzione della leggibilità del manufatto esistente. La cura del particolare fornisce il “valore aggiunto” e in quest’ottica il singolo pezzo di arredo o di dettaglio va inteso come parte integrante di tutto l’organismo cui contribuisce a dare unità. L’innovazione non svolge un ruolo dominante o fine a se stesso, ma è a servizio del vecchio edificio e lo aiuta a riempirsi di nuovi significati.

fonte | archiportale

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