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Cacciati per far spazio a fabbriche. Contadini cinesi in rivolta da 4 giorni

Creato il 27 settembre 2011 da Informasalus @informasalus
CATEGORIE: Denuncia sanitaria
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Cina in rivolta contro l'esproprio di terreni coltivabili

Cina in rivolta contro l'esproprio di terreni coltivabili. Succede nella ricca provincia meridionale di Guangdong, dove in centinaia da giorni scendono in strada per battersi contro l'appropriazione e la vendita illegittima della terra destinata all'agricoltura.

Una protesta così forte che è riuscita a superare la dura censura cinese, arrivando fino ai media occidentali. Teatro degli scontri la città di Lufeng, dove sono stati accerchiati gli edifici governati, danneggiati sei veicoli della polizia e feriti diversi tra agenti (almeno 12 secondo il doverso della regione dello Shanwei, dove si trova Lufeng) e cittadini (a decine quelli arrestati).

L'episodio più grave di come è sfociato il malcontento popolare che monta da tempo in seguito ai ripetuti episodi del cosiddetto "land grab", divenuto ormai consuetudine e di fronte al quale le amministrazioni hanno più volte chiuso un occhio: società private o collegate allo Stato si appropriano di terreni coltivabili con il tacito consenso delle autorità locali.

Nel mirino - scrive il quotidiano South China Morning - c'è la società Country Garden, che si è aggiudicata commesse per 156 milioni di dollari.

I numeri sul fenomeno sono impressionanti: ogni anno in Cina si verificano più di 90.000 proteste sociali contro corruzione e requisizioni forzate. I testimoni riferiscono che nella zona non si sono visti agenti di polizia nelle ultime 24 ore e hanno ricordato che la protesta è stata pacifica.

Uno dei dimostranti, Zhang Jiancheng, ha dichiarato che la popolazione "vuole un'indagine del governo centrale" sulla situazione a Lufeng, una città di 1,7 milioni di abitanti che si trova in una regione, quella di Guangdong, tra le più ricche e popolate del paese, con oltre 100 milioni di abitanti.

Nessuno ormai nasconte più l'impennata delle proteste sociali. Il malcontento popolare e gli episodi di insurrezioni hanno registrato negli ultimi anni un aumento. Arriva ad ammetterlo Zhou Ruijin, ex vice redattore-capo del People's Daily (quotidiano del Partito comunista cinese) ed editorialista della rivista "China through the ages". Tra il 1993 e il 2006, riferisce il giornalista, il numero di proteste è salito da 8.708 a 90.000, una soglia al di sotto della quale dal 2007 al 2009 non è più sceso.



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