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Caduta Capelli: Scoperta la proteina responsabile della caduta dei capelli.

Da Tonka @tonka59

Caduta Capelli: Forse scoperta la proteina che causa la Caduta<br /> dei Capelli

Caduta
Capelli: scoperta la proteina responsabile della caduta dei capelli

La
Notizia:

Dopo
decenni di studi e ricerche non ripagati da risultati concreti, pare
che un gruppo di ricercatori della University of Pennsylvania
abbia finalmente scoperto i fattori principali, che nell’uomo e nella
donna, determinano l’insorgere dell’alopecia (calvizie comune).

Il
team di dermatologi e ricercatori durante questi studi, ha scoperto tra
le altre cose che in particolare l’enzima Prostaglandina D2 (PGD2)
distrugge i follicoli piliferi impedendo la ricrescita naturale dei
capelli.

A
specialisti e ricercatori del settore è nota da tempo la correlazione
esistente tra il corredo genetico specifico di ogni individuo e
l’insorgere della calvizie, ma è la prima volta in assoluto che viene
individuata la causa specifica e ne viene dimostrato il meccanismo
biologico.

Il
ricercatore George Cotsarelis a capo del team,  ha annunciato di
aver già preso contatto  con diverse compagnie farmaceutiche per
sviluppare e ottimizzare i
trattamenti terapeutici, che potrebbero essere commercializzati
nell’arco di qualche anno.

Alopecia
Androgenetica (più conosciuta come: Calvizie Comune):

L’Alopecia
androgenetica, più comunemente chiamata calvizie, è una condizione di
mancanza parziale o totale dei capelli. Il fenomeno si manifesta con un
diradamento della parte fronto-occipitale dei capelli, dovuto alla
miniaturizzazione del fusto.
Come tipologia di alopecia, quella androgenetica è in assoluto la più
frequente: colpisce prevalentemente uomini e donne di razza bianca, con
diversi livelli di gravità e di percentuali. In altre etnie
(soprattutto orientali) il fenomeno è meno presente o del tutto assente
e, su questo aspetto assai rilevante ai fini della risoluzione del
problema, la “ricerca” non ha ancora fornito una risposta scientifica
esaustiva.

Esiste una ormai conclamata correlazione tra la calvizie e svariate
endocrinopatie, come carenza di GH, sindrome di Cusching,
Ipopituitarismo, Ipotiroidismo, Iperparatiroidismo. Ma pur
evidenziandone le correlazioni, sfuggono a tutt’oggi alla scienza, i
meccanismi biologici che le determinano.

Contrariamente al luogo comune, le persone con calvizie hanno meno
testosterone (e più FSH, LH e Prolatina), rispetto alle persone con una
chioma fluente, inoltre sono maggiormente predisposti all’ipertensione,
all’insulinoresistenza e quindi al diabete mellito di tipo 2.

La
svolta decisiva:

Quando
la squadra ha analizzato gli scalpi di uomini calvi sono stati trovati
livelli di PGD2, tre volte più alti nelle aree in cui i capelli stavano
diventando radi. Un lavoro precedente, condotto dalla stessa
squadra di ricerca, aveva scoperto che gli uomini calvi hanno cellule
in grado di far crescere i capelli ma la cui maturazione veniva
inibita.

Questo
ha fatto capire, che la PGD2 è la vera causa della mancata maturazione
delle cellule in grado di far crescere i capelli,
bloccando di fatto, il processo di riciclo e ricrescita.

I
successivi  test di
laboratorio condotti su cavia, hanno dimostrato che la PGD2 
arrestava la crescita dei capelli.

Il
principio attivo è già in commercio:

 La molecola (principio
attivo) in grado di bloccare la proteina PGD2,  è già presente in
farmaci (pillole) attualmente usati per  curare asma e allergie.

Questo dovrebbe abbreviare i tempi di sperimentazione e semplificare
notevolmente, le procedure per ottenere le necessarie autorizzazioni
per l’utilizzo della cura sull’uomo.
Sembrerebbe infatti verosimile, trasformare questi farmaci già
esistenti, in lozioni da applicare direttamente sulla cute.

 
  
.

A
tal riguardo è confortante la dichiarazione di Cotsarelis, che
ha detto: “La cosa bella della dermatologia è che puoi prendere
composti che probabilmente sono già stati usati in pillole e inserirli
in una formula per uso topico.

Pensiamo
che possa funzionare per
prevenire la perdita dei capelli ma non sappiamo con certezza se possa
addirittura farli ricrescere”
I test di laboratorio suggeriscono
che la cura potrebbe aiutare anche le donne che perdono i capelli.

La
perdita dei capelli femminile porta con sé implicanze
piscologiche  ancora più gravi
rispetto all’analoga condizione maschile e non è così rara come molti
credono. Infatti circa il 40 per cento delle donne soffre di qualche
forma di
perdita dei capelli come risultato dei cambiamenti ormonali che
avvengono durante la menopausa e questa percentuale sembra sia
destinata a crescere.

Per
gli uomini questo numero è
significativamente più alto. Dai 50 anni in poi circa la metà degli
uomini ha chiazze glabre sulla testa, un numero che impenna al 70 per
cento quando si raggiunge l’età di settant’anni. 
Cotsarelis ha anche detto: “Se sviluppato, il farmaco potrebbe
rivoluzionare il mercato della ricrescita dei capelli”.

Terapie
al momento disponibili:

  • Farmacologica:

Gli unici farmaci che ad oggi si sono dimostrati in grado di
rallentare, bloccare e nei soggetti “buoni risponditori”, addirittura
di invertire il processo di miniaturizzazione dei capelli causato da
“alopecia androgenetica”, sono la finasteride ed il minoxidil.

  • Finasteride:
Farmaco approvato dalla FDA
Statiunitense nel 1997, per il trattamento dell’alopecia androgenetica
maschile, il principio attivo si basa sull’inibizione della: 5 alfa reduttasi
di tipo II, viene in genere prescritto nella quantità di un mg/dì, e la
terapia una volta intrapresa, và continuata per tutta la vita, poichè è
dimostrato che dopo alcuni mesi dalla sospenzione, i capelli torneranno
a cadere ed un’eventuale ripresa della terapia, non porta agli stessi
benefici iniziali.

Il farmaco produce un significativo abbassamento dei livelli del
diidrotestosterone, sicuramente corresponsabile della caduta dei
capelli. Gli effetti collaterali noti, sono piuttosto sgradevoli:
diminuzione della libido in vario grado, sino all’impotenza,
diminuzione del liquido seminale e/o quantità spermatica minore,
diminuzione delle eiaculazioni, depressione, stanchezza cronica,
riduzione del pene, fibrosi del pene e ginecomastia.

  • Minoxidil:
Il preparato ad uso topico, viene
usato
sul bulbo pilifero e agisce da stimolante. Oltre il 70% dei pazienti
trattati, ottiene risultati estetici positivi di vario grado, dal
mantenimento sino alla ricrescita.
Anche in questo caso, una volta iniziato, l’uso deve essere prolungato
nel tempo, poiché una sua sospensione riporta in breve i capelli ad uno
stadio preterapia.
Gli effetti collaterali noti sono: ipotensione, infiammazioni,
arrossamenti e prurito.
La sua azione risulta davvero efficace solo in abbinamento con la
finasteride.
  • Chirurgica:

Alternativa o complementare alla terapia medica è quella chirurgica,
cioè l’autotrapianto. L’intervento se è effettuato da chirurghi
competenti, sempre aggionati sulle ultime tecniche, di comprovata
esperienza e con alle spalle diversi interventi specifici, dà nella
maggior parte dei casi, ottimi risultati (in base anche alle condizioni
di partenza, al diametro del capello del paziente ecc.) .

Vengono utilizzati i capelli della regione parietale ed occipitale, in
genere non soggetti a miniaturizzazione poiché resistenti all’azione
degli ormoni androgeni. La tecnica consiste nel “taglio” di una
striscia di capelli, che viene poi ritagliata in parti molto più
piccole e reimpiantata nella zona soggetta a calvizie.

La tecnica dell’autotrapianto ha avuto significativi progressi negli
ultimi 50 anni, infatti la dimensione delle regioni impiantate, sono
diventate sempre più piccole, sino a raggiungere il singolo capello.
I
trapianti di capelli sono tuttavia dolorosi e ancora molto costosi e il
grado di successo dell’operazione rispetto alle aspettative del
paziente è alquanto variabile.

  • Metodi naturali o “Olistici”:
  • La “Ginnastica Facciale”
Tecnica molto potente, ma
purtroppo pochissimo conosciuta, consiste nel praticare specifici
esercizi con i muscoli facciali, frontali, occipitali, auricolari e
dello scalpo (galea).
La sua efficacia è soprattutto preventiva, ma praticata sotto la guida
dell’esperto o con l’ausilio di appositi videotraining, si è dimostrata
in grado di bloccare, la caduta dei capelli dovuta ad alopecia
androgenetica e addiritura ai pazienti più determinati e assidui nel
praticarla, ha fatto riacquistare pressoché del tutto la chioma perduta.

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