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Cagliari: è la volta di un sindaco donna?

Creato il 04 settembre 2015 da Alessandro Zorco @alessandrozorco
Cagliari: è la volta di un sindaco donna?

Entra nel vivo la battaglia elettorale per le prossime amministrative. Tra meno di un anno i cagliaritani dovranno scegliere il nuovo sindaco. In molti sono consapevoli che in questi cinque anni il centrosinistra ha deluso moltissimi cittadini. E non solo di parte avversa. Massimo Zedda, per la sua giovane età, doveva essere il nuovo che avanza dopo anni di governo del centrodestra. Avrebbe dovuto strappare Cagliari dalle vecchie logiche politiche con una gestione snella e agile. Giovane. Avrebbe dovuto essere libero da condizionamenti da parte delle segreterie dei partiti e delle lobbies economiche che da tempo immemore paiono governare realmente la città, soffocando ogni istanza di cambiamento. Avrebbe dovuto dare impulso alla cultura e valorizzare l'immenso patrimonio di cui dispone la città.

Cagliari: è la volta di un sindaco donna?

Eppure quella che nel libro dei sogni del centrosinistra sarebbe dovuta diventale una smart city, una città eco sostenibile e moderna, è ancora una città sporca e invecchiata. Piena di rifiuti. Spesso non fruibile né da parte dei cittadini né dei turisti. Una città dove tante strutture, scuole, piazze e mercati, cadono a pezzi. E dove tanti monumenti, uno su tutti l'Anfiteatro romano, sono ancora in uno stato di degrado.

Non si può dire, come fanno in molti, che è tutta colpa del sindaco Zedda, ma non si può nemmeno dire che in questi anni Cagliari sia stata ringiovanita dalle piste ciclabili, praticamente inutilizzate dai ciclisti, o da qualche postazione di auto elettriche. E non si può dire che la cultura, cavallo di battaglia del centrosinistra, sia stata valorizzata dai soliti e autoreferenziali eventi culturali.

Come spesso è accaduto nella storia del centrosinistra sardo, forse in questi cinque anni si è voluto strafare. Troppi lavori sono stati avviati e troppo pochi sono stati conclusi. Cagliari, e molti elettori se ne lamentano, è diventata la città delle transenne. Sarebbe stato meglio andare per gradi, fare una cosa per volta ma almeno portarla a termine.

I cittadini, d'altronde, non chiedono a un sindaco di fare cose impossibili. Non gli chiedono di intervenire nei grandi sistemi. Gli chiedono semplicemente di amministrare bene la propria città e di risolvere i problemi che mano a mano si presentano. Ed è proprio nella gestione concreta della città e dei suoi problemi che spesso Massimo Zedda è caduto. Gettando letteralmente la spugna ogni qual volta il suo intervento, la sua passione e il suo attaccamento alla città si sarebbero dovuti maggiormente sentire. In tutti quei casi, ultimo e più eclatante quello in cui i migranti che protestavano davanti al porto sono stati lasciati per giorni e giorni a bivaccare in piazza Matteotti indisponendo tanti cittadini, quel che si è sentito è stata soprattutto l'assenza di un sindaco autorevole.

Un sindaco donna?

L'amministrazione di una città non è molto diversa da quella di una casa. Ha necessità di estrema concretezza. E forse a questo punto Cagliari avrebbe davvero bisogno per la prima volta di un sindaco donna, di una padrona di casa attenta (con tutto il valore positivo che puoi avere questa definizione) che la governi utilizzando quella sensibilità e quel senso pratico che sono tipicamente femminili.

Ma non serve una donna imposta dall'alto per ottenere consensi elettorali, che sia espressione di questo o quel partito e che ne debba necessariamente seguire le direttive. E soprattutto non serve una donna che scimmiotti i politici maschi che magari discutono animatamente e si contrappongono nelle aule parlamentari e consiliari ma poi, pochi minuti dopo, al bar sono culo e camicia. Quanti ce ne sono in politica di personaggi così, che peraltro hanno sempre cercato di penalizzare la presenza femminile nei palazzi del potere.

Cagliari avrebbe bisogno di un sindaco carismatico che la ami profondamente e la governi scavalcando i giochetti e gli artifizi di parte e che soprattutto abbia la capacità e la forza di scontentare tutte quelle consorterie che, nei vari settori, fanno il bello e il cattivo tempo spartendosi contributi, finanziamenti e opportunità. Tutte quelle consorterie che stanno condannando la nostra città alla mediocrità. Un ruolo, quello del sindaco totalmente al di sopra dei giochi di parte, che in questo momento è probabilmente più adatto ad una donna. Ovviamente una donna con gli attributi.

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