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Calazio, fastidiosa patologia oculare

Creato il 12 agosto 2013 da Molipier @pier78
Calazio, fastidiosa patologia oculare emanuele emanuele vedi altri articoli 12 agosto 2013 21:08

Molte persone conoscono l’orzaiolo e le sue manifestazioni sintomatiche ma forse non tutti sanno che cos’è il calazio, come si manifesta, quali sono le cause e i sintomi ed in che modo può essere curato anche con i classici rimedi della nonna o naturali. Prima di vedere in dettaglio le cause del calazio diamo una semplice spiegazioni su cos’è il calazio.

Il calazio, a differenza dell’orzaiolo, è una patololgia oculare consistente nel blocco meccanico del dotto oculare. In poche parole il film lacrimale non riesce più ad essere espulso poichè il condotto è ostruito. L’ostruzione è causata da sporco, piccole malformazioni a livello oculare o infiammazione varie e conseguenti alla formazione dell’orzaiolo. Per vedere qualche altra immagine di calazi potete visitare le altre sezioni gratuite del sito www.calazio.it.

Ci si accorge del calazio non dal dolore ma dall’arrossamento e dal fastidio che questa patologia oculare crea. La piccola pallina di pus può essere interna, esterna oppure sul bordo di chiusura della palpebra. Se non opportunamente curata o medicata può dar origine ad infiammazioni del tessuto limitrofo. Per questo motivo, sebbene sia sia una malattia di modesta entità, non va assolutamente trascurata e si deve ricorrere ai rimedi naturali in sussidio a quelli tradizionali e mai in sostituzione. Un impacco di acqua tiepida e camomilla ha comunque il beneficio di sgonfiare l’infiammazione e portare un pò di sollievo alla parte infetta ed ammalata.

Molto importante è non toccare il foruncolo con le mani e non sfregare violentemente il calazio onde evitare ulteriori arrossamenti oppure creare danni irreversibili a retina e palpebra. I bambini in caso di calazio deve essere attentamente osservati poichè sono soliti sfregarsi le palpebre e contaminare di conseguenza entrambe le palpebre. Il calazio se ben curato ha una prognosi di circa 30 giorni e si sono osservati anche casi di guarigioni spontanee.


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