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Calcio femminile in Namibia: un calcio all'AIDS

Da Raffaella @carrot_afro

Calcio femminile in Namibia: un calcio all'AIDS

Jacqui Shipanga è l'allenatrice della nazionale femminile di calcio della Namibia. A lei viene attribuito il cambio d'atteggiamento dei suoi connazionali nei confronti dello sport femminile.

Shipanga ha 35 anni. Intervistata dalla CNN, ripercorre gli anni in cui era bambina e adolescente: "Una donna non poteva praticare alcun tipo di sport. Jogging? Perfino quello era considerato un tabù. [...] Mi dicevano che lo sport rendeva sterili, che nessuno mi avrebbe sposata".

Nonostante la disapprovazione della famiglia e della comunità, a 15 anni Shipanga inizia a giocare a calcio con i maschi del villaggio. Una passione che continua ad alimentare, nonostante le difficoltà, fino all'università, quando comincia a farsi un nome.

Calcio femminile in Namibia: un calcio all'AIDS

Il passaparola sul suo talento arriva fino ai responsabili della creazione della nazionale femminile di calcio, e Shipanga viene subito chiamata a partecipare. Nel 2006, diventa allenatrice della nazionale e si fa subito notare dalla FIFA, che la nomina 'international coaching instructor' nel 2008.

Nonostante il calcio sia diventato il primo sport femminile in Namibia, per Shipanga il calcio va oltre lo sport: è un elemento che contribuisce allo sviluppo della società e all'empowerment delle donne.

"Le bambine e le ragazze che giocano a calcio si divertono, vivono in modo sano e trascorrono poco tempo per strada. La percentuale di gravidanze tra le adolescenti che praticano questo sport si è molto abbassata".

Shipanga, infatti, promuove una serie di iniziative per l'educazione sessuale delle ragazze, oltre che per lo sviluppo delle loro abilità e l'aumento dell'autostima. Uno di questi progetti è Galz & Goals (ragazze e gol), sostenuto dall'Unicef.

"Oggi, nei villaggi c'è molto rispetto per le ragazze che giocano a calcio, che sono diventate un modello da imitare per la comunità".


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