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Calcio, intervista a Francesco Surace, vicepresidente dell’A.S.D. Luino-Maccagno: “Progetto importante, puntiamo sui giovani”

Creato il 30 settembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Nel panorama sportivo luinese è stata sicuramente la notizia dell’estate: la fusione tra il Luino e il Maccagno che ha dato vita alla nuova società calcistica dell’A.S.D. Luino-Maccagno. Il progetto è quello di puntare sui giovani, come ha spiegato nell’intervista che segue il vicepresidente Francesco Surace, non tralasciando, però, le esigenze di una prima squadra, allenata da Andrea De Berardinis, che è partita con il piglio giusto nella nuova stagione di Seconda Categoria, dove ha conquistato tre vittorie ed un pareggio nelle prime quattro partite. Per quanto riguarda il settore giovanile, nel mese di ottobre, la società, con lo scopo di avvicinare i giovani allo sport, darà la possibilità ai ragazzi della scuola calcio di provare le attività sportive gratuitamente. Ecco l’intervista.

La foto di gruppo durante la presentazione ufficiale della nuova società Luino-Maccagno A.S.D.

La foto di gruppo durante la presentazione ufficiale della nuova società Luino-Maccagno A.S.D.

Qual era la situazione del Luino Calcio quando ha iniziato a far parte della dirigenza della società?
Abbiamo ereditato dall’anno scorso una situazione societaria che non era definita, una squadra che era tenuta in piedi dal lavoro di alcune persone che hanno mantenuto in vita un club agonizzante. Si sono spese energie attraverso un buon lavoro sia quantitativo che qualitativo, visto che la società era viva nonostante le pendenze pregresse che abbiamo trovato. Vi era una situazione abbastanza confusa, ma con un suo indotto di ragazzi, tesserati, iscritti, abbastanza buona. Da questa stagione abbiamo concretizzato lo statuto e la società, dando una veste formale ed ufficiale. Ora ci siamo strutturati anche a livello territoriale per effetto della fusione con il Maccagno, un traguardo raggiunto dopo sforzi relazionali importanti.

Come è stata vissuta la fusione?
C’è stato un benestare da parte dei due sindaci, visto che le società di calcio sono un patrimonio sociale del territorio. La loro volontà era questa. Una fusione “difficile”, se possiamo usare questo aggettivo, come tutte queste dinamiche: la coesistenza di varie anime, pensieri, teste. Tutt’oggi è complesso, visto che le linee guida sono tracciate in base alle esperienze comuni che le due squadre hanno fatto. Rimane il fatto che sia il Luino 1910, sia il Maccagno erano attratti l’uno dall’altro. E’ vero che la nostra società veniva da un periodo travagliato, ma il Maccagno ha consentito alla fusione e per la storia che il Luino ha, per il progetto che avevamo e per la struttura sportiva in nostro possesso, è stata resa possibile.

Il Luino FBC, però, dopo due promozioni, è passato dal settimo posto del 2007/2008 in Eccellenza Lombardia, all’undicesimo di Terza Categoria Varese della scorsa stagione. Che idea si è fatto rispetto a quanto accaduto negli scorsi anni, nonostante non facesse parte della dirigenza?
Non ho la piena conoscenza di quanto accaduto negli ultimi anni a Luino, ma se oggi guardiamo al panorama del calcio mondiale le società che ambiscono a risultati sportivi di un certo tipo, sono squadre con investitori importanti. Oggi l’A.S.D. Luino-Maccagno non mira al campionato di Eccellenza, Serie D, Lega Pro. Il progetto è un altro, quello di continuare il cammino dei 170 ragazzi cartellinati e far crescere il bacino d’utenza. Rappresentano lo zoccolo duro della società. Sarebbe importante estendere il progetto alle scuole, per i “primi calci”, bambini di 5-6 anni e far crescere in condizioni sane di bilancio economico-societarie-sportive le prime squadre. L’idea che mi sono fatto del Luino, però, era quella delle tante società più ambiziose, presenti anche in campionati maggiori, che per effetto di finanziamenti mancati ha avuto un suo declino. Nulla di più nulla di meno rispetto a quello che è successo a società più grandi. Di sicuro non saranno commessi gli errori del passato perchè oggi il nostro obiettivo è rivolto al mantenimento del settore sportivo giovanile. Se ci saranno i presupposti la prima squadra crescerà, ma sarà amministrata come un’azienda. Non sarà speso un euro in più rispetto quello che è previsto nel bilancio preventivo.

In quegli anni in cui si puntava a raggiungere obiettivi ambiziosi il settore giovanile ne aveva risentito molto. Erano stati comprati giocatori da fuori e i ragazzi del vivaio in prima squadra erano pochi. In riferimento a questo, quali strategie state adottando per sviluppare al meglio il settore giovanile?
La strategia è molto semplice: collaborazione con i vari enti ed istituzioni locali. Una sorta di alfabetizzazione della società sportiva e del calcio all’interno delle scuole in accordo con i Comuni, che stanno effettuando questo progetto realtà sportive territoriali. Le nostre iniziative a sé stanti, invece, puntano non solo al calcio, visto che è lo sport che più di tutti attira per antonomasia, ma anche ad una società che “curi” a 360° i ragazzi ed i bambini. Stiamo facendo degli accordi strategici-funzionali, ad esempio, con posturologi, ortopedici, medici sportivi, cercando di aver cura proprio della crescita dei tesserati. I genitori che ci affidano i loro figli devono poter esser tranquilli che crescano sia in maniera sportiva, se ha del talento e saremo in grado di svilupparlo, sia dal punto di vista fisico. Strategie semplici per ora, ma crediamo sia meglio basarci su idee concrete piuttosto che pensare ad altro.

Quali e quante le squadre che avete iscritto per disputare i vari campionati nella stagione 2015/2016?
Anzitutto, gran merito per il regolare svolgersi dei campionati delle varie squadre è da dare agli allenatori che si impegnano durante il corso di tutta la stagione. I ragazzi della Scuola Calcio 2008/09/10 sono allenati da Mattia Gatta e Marco Sommalvico. I Pulcini 2007, da Salvatore Azzolina, i Pulcini 2006 da Paolo Pardo, i Pulcini 2005 da Alberto Costa, gli Esordienti 2004 da Carlo Cervaro e Ermanno Zanin. Gli Esordienti 2003/4 dall’allenatore Gilberto Castellotti, i Giovanissimi 2002/1 da Serafino Civitiello. Infine, gli Allievi 1° anno 2000, da Doriano Castellotti e gli Allievi 2° anno 2000 da Vincenzo Calderoni. A guidare la prima squadra è Andrea de Berardinis con il suo collaboratore Borriello Raffaele e la fascia da capitano è stata consegnata a Simone Lucchini. Da non dimenticare, infine, il lavoro dietro le quinte degli allenatori dei portieri del settore giovanile Gaetano Gentile ed Erminio Pesoli, l’allenatore dei portieri della prima squadra Giuseppe Crisafulli e i responsabili tecnici Angelo Perri e Giovanni Manserra.

Un ricco settore giovanile, quindi, con ben nove squadre presenti a seconda di ogni anno. Invece, agonisticamente parlando, quali sono gli obiettivi sportivi che vi siete posti per la prima squadra?
Gli obiettivi sono sempre ambiziosi, nonostante l’idea è quella di creare all’interno della società un polo di attrattività per i ragazzi e i bambini. Oggi la Prima Squadra gioca per il piacere di disputare un Campionato di Seconda Categoria e di contribuire alla crescita di questo progetto. Una volta che avremo il commitment di tutti i giocatori capiremo dove possiamo arrivare. I risultati delle prime quattro partite ci dicono che abbiamo ottenuto tre vittorie ed un pareggio. Siamo secondi in classifica, ma è ancora molto prematuro. Non vogliamo scadere negli errori del passato. Cercheremo di riportare a casa tutti quei giovani, o meno giovani, che si sono affermati o lo hanno fatto solo in parte e giocano in Provincia. Fare in modo che ritorni loro il piacere di giocare nel luogo in cui vivono, con lo spirito che avevano anni fa. Quando vedo giocare nel Varese, un giocatore come Lercara, dico che mi piacerebbe molto un domani riportarlo a Luino, come non comprendo altri giocatori luinesi che oggi giocano a Gavirate, Valceresio e da altre parti. Una squadra cresce se il giocatore sposa il progetto, che non può essere di un anno, ci vuole un percorso di medio termine.

A livello gestionale, quali difficoltà pensate di trovare in relazione agli aspetti dirigenziali interni? E rispetto all’amministrazione comunale di Luino per spese o servizi?
Questa società è stata tenuta in piedi grazie alla determinazione e alla forza di alcuni singoli. Mi riferisco, ad esempio, a due persone in particolare, quelli che hanno tenuto veramente in piedi la società: Angelo Perri ed Enzo Gualtieri, che sono delle persone che meritano di essere citati. Se oggi esiste qualcosa del genere lo dobbiamo allo sforzo negli anni passati di dirigenti come loro. Avendo dimostrato che si può tenere a galla una società che abbia uno spirito sportivo sano, noi chiederemo al Comune anzitutto di rinnovare la convenzione che c’è già in atto e, inoltre, abbiamo chiesto che il Comune si intesti e che ci garantisca il pagamento delle utenze, luce e gas. Non chiederemo contributi di nessun altro tipo, solo questo, il resto sarà a carico nostro: ci sarà una gestione equiparata ad una gestione societaria. Costi e ricavi: non sarà speso un euro di quelle che sono le previsioni delle entrate e del consuntivo.

Per i costi di gestione di una struttura vasta come quella del Parco Margorabbia invece?
Sono previsti cinque “tagli erba” all’anno e manterremo quelli. La manutenzione, in un ambiente grande come quello del Parco Margorabbia, è una cosa che non può essere sostenuta da noi, demandata ai singoli. Ci vorrebbero 200 uomini di buona volontà e ci vogliono gli strumenti adatti. Sarebbe molto difficile. Noi ci siamo impegnati alla manutenzione base, per fare in modo che sia sempre presentabile. Noi non abbiamo proprio i mezzi per farlo.

In passato alcune peculiarità del Luino FBC, credo siano state la solidarietà, il sacrificio e la passione delle famiglie con i figli iscritti, che si sono sempre spese per aiutare la società…
Si tratta di sostentamento, che normalmente in una società strutturata deriva da sponsor privati, in questo caso derivava dalla buona volontà delle famiglie che mettono il loro impegno e loro lavoro per avere degli introiti che servono a sostenere la squadra. Oggi il Luino, facendo un paragone ardito, assomiglia alle società spagnole, che sono aperte a tutti, si tesserano e danno il loro contributo per rendere la società grande. Qui ognuno di noi, per quello che riesce, da’ un contributo di tipo economico, nella pratica o in termini di lavoro. L’A.S.D. Luino-Maccagno oggi, credo di poterlo dire anche a nome del presidente Christian Lucchini, è un grande patrimonio sociale e deve servire la socialità. Dovremo cercarlo di mantenerlo in tutti i modi. Questi sono lo spirito e gli intenti con i quali stiamo lavorando. Anche per questo non vogliamo grandi sponsor, ma tanti piccoli soggetti.

Con le altre società sportive luinesi vi siete mai incontrati per esigenze o problematiche comuni?
Ci sono stati alcuni incontri, ma informali. Solo alcuni discorsi di confronto, ad esempio con Luigi Manzo della Canottieri Luino. In un ambiente così piccolo, dove abbiamo dimostrato che le aggregazioni si possono fare, credo che l’ideale sarebbe creare una Polisportiva. Quindi unire tutte queste società che ci sono e portare da ognuna di esse tutte le proprie esperienze e competenze. Concretamente, però, una cosa di questo tipo dovrebbe trovare un fattore aggregante importante. Un conto è fondere, per esigenza, due società sportive come Luino e Maccagno, un altro è unire più realtà, sopratutto blasonate come la Canottieri, che organizza eventi di risonanza mediatica mondiale, o come la Luino Volley o la Pallacanestro Verbano. Ho scoperto negli scorsi mesi che a Luino c’è anche un’associazione di Ping Pong. Il desiderata sarebbe quella di creare una Polisportiva.

La costituzione della Polisportiva, però, credo sarebbe molto complessa…
Ogni cosa può essere complessa, ma dipende dai propri obiettivi. Se si facesse un’organizzazione del genere è normale che vi sarà un solo presidente, non sette. Se ci fosse la possibilità di creare una Polisportiva avremmo bisogno di un presidente, che non sarei io, ma se contribuissi a creare qualcosa di importante mi impegnerei a farlo fino in fondo, perchè aiuterebbe tutti e rimarrebbe nella storia di Luino. Bisognerebbe mettere da parte le ambizioni personali e lavorare per la società.

E ora un ultima domanda, un po’ personale: cosa l’ha spinto ad entrare all’interno della società?
Più che spinto direi che alcuni aspetti mi hanno portato a ricoprire il ruolo di vice-presidente. Entrare a far parte dell’A.S.D. Luino-Maccagno significa aver scelto di poter lavorare ad un progetto importante. Angelo Perri ed Enzo Gualtieri, che hanno sacrificato tempo e famiglia, mi hanno chiesto una mano dal punto di vista gestionale nel sistemare la società. Era l’unica competenza che potessi portare in quel momento. Luino è il posto in cui vivo da nove anni, che ho imparato a conoscere ed ha imparato a conoscermi, nel quale ho contribuito a portare dei servizi che prima non c’erano. Così quello che mi ha portato all’interno dell’A.S.D. Luino-Maccagno, oltre al fatto che fossi lusingato dalla loro richiesta, era dare un contributo per le competenze che avevo. Vedere queste persone mettere impegno, sacrificio, passione è stato un motivo in più per dire di sì.


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