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Calcio, Viareggio-Foggia vietata ai pugliesi

Creato il 18 febbraio 2011 da Lalternativa

Ponzio Pilato è tornato in vita. E si è reincarnato in alcuni prefetti italiani, l’ultimo dei quali risiede a Viareggio. Sui carri allegorici del Carnevale, lo potrebbero ritrarre mentre si lava la mani, proprio come ha fatto nel momento di decidere se vietare o meno la trasferta dei tifosi del Foggia in terra toscana.

Nonostante l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive non avesse inserito la gara tra quelle a rischio (come invece avvenuto per quasi tutte le trasferte del Foggia, aperte solo ai possessori di tessera),  il prefetto di Viareggio ha deciso di non vendere biglietti ai residenti in Puglia. Eppure, si era già agevolato il compito, ottenendo di anticipare l’incontro a sabato 19, per evitare di scontrarsi con la sfilata carnascialesca della domenica. Nessun pericolo di incolumità pubblica, ma la decisione di “evitare problemi”, con il beneplacito del ministero, che concede ai prefetti il privilegio di decidere autonomamente. A Viareggio non ci saranno centinaia di tifosi del Foggia, perché questa partita non avrà mai la stessa cassa di risonanza di Lecce – Bari, quando il prefetto fu talmente “più realista del re” da decidere per un derby a porte chiuse, salvo poi riaprire i cancelli per l’intervento in prima persona del ministro Maroni. (http://www.lalternativa.it/lecce-bari-quando-in-campo-vince-il-compromesso/).
Per spiegare l’assurdità di questa decisione, che ancora una volta evidenzia le contraddizioni e i paradossi della mai troppo contestata “tessera del tifoso”, ci serviremo di una storia vera. Quella di Michele, un ragazzo di 36 anni, sposato,  papà di due splendide bimbe, lavoratore e impegnato attivamente nel volontariato. Talmente preciso, dall’essere etichettato per scherzo dagli amici l’”etico” Michele. La sua condotta di vita impeccabile, per il prefetto di Viareggio stona però con una sua passione: il calcio. Perché Michele non ha voluto sottoscrivere la tessera del tifoso, in quanto ritiene che sia un business economico e soprattutto non ritiene di doversi sottomettere a una schedatura preventiva, non comprende perché lo Stato gli chieda di giustificarsi prima di aver fatto qualcosa. Non si è fatto l’abbonamento, ma acquista regolarmente il biglietto per le partite casalinghe: ogni tagliando 15 euro, la sua coerenza non ha prezzo.

Michele non andrà a Viareggio, come tanti altri foggiani sacrificati davanti alla tv, ma il prefetto forse non sa che non ci andranno neanche le figlie e la moglie. Perché Michele da mesi aveva programmato un weekend carnevalesco con la propria famiglia (prendendosi i rimproveri degli amici dello stadio che avrebbe tradito a favore delle donne di famiglia): arrivo il venerdì sera, partita il sabato, sfilata dei carri la domenica e ripartenza alla volta di Foggia. Nel frattempo avrebbe anche incontrato la sorella, che ora vive per lavoro in Emila Romagna e lo avrebbe raggiunto per passare qualche ora insieme. Michele non andrà più a Viareggio, la sorella forse sì perché non è più ufficialmente residente in Puglia, quindi per il prefetto un cambio di domicilio garantisce sulla sicurezza allo stadio. Certo, Michele potrebbe anche saltare l’appuntamento con lo stadio e dedicarsi solo al Carnevale. Ma non sarebbe giusto. Non puoi uccidere una passione senza motivo. Porterà le sue donne a qualche sfilata di carri nella sua regione, altrettanto divertenti, e si prenderà le sue responsabilità di genitore: Ponzio Pilato non abita qui.

Fulvio Di Giuseppe


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