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Calciomercato Argentina: No money, no party!

Creato il 23 gennaio 2014 da Pablitosway1983 @TuttoCalcioEste

In Argentina stiamo vivendo il mercato di riparazione più fiacco degli ultimi cinque anni in termini di fatturazione. I club sopravvivono a stento e non possono permettersi acquisti se non dopo una cessione rilevante. Il punto è che in questa piatta estate argentina le cessioni significative le possiamo contare sulle dita di una mano.

Mugni al Flamengo e le casse del Colón respirano. (foto: oglobo.com)

Mugni al Flamengo e le casse del Colón respirano. (foto: oglobo.com)


PARTENZE SALVASOCIETÁ –
Il Colón, dopo settimane fortemente travagliate, è riuscito a ricavare 1,25 milioni di dollari (più il 10% su una futura cessione) dalla vendita del talento Lucas Mugni (classe 1992), finito al Flamengo. Soldi contanti che serviranno per risolvere un debito nei confronti dell’Atlante, squadra messicana, che la società di Santa Fe deve saldare da anni, e per consegnare stipendi arretrati a giocatori e dipendenti. Come già detto: si sopravvive. Altro club della Primera División che ha ricavato qualcosa dalla cessione di un suo gioiello è stato il Newell’s Old Boys. Pablo Pérez giocherà in Spagna, nel Málaga, che verserà alla società di Rosario 1 milione di dollari.
Infine troviamo il Boca Juniors che ha spedito Damián Escudero al Vitória per 250 mila dollari e ha ceduto in prestito per 18 mesi il trequartista Leandro Paredes alla Roma per 370 mila dollari (con riscatto fissato a circa 6 milioni). Il resto è noia, colmata da prestiti gratuiti e rescissioni contrattuali.


ALTRI MOVIMENTI DI MERCATO –
Per quanto concerne il mercato interno l’Arsenal mette sotto contratto fino a giugno Franco Zuculini – ex centrocampista di Genoa, Hoffenheim e Real Saragozza – che si stava allenando già da mesi con il club di Sarandí. Il San Lorenzo, come già menzionato qui http://www.tuttocalcioestero.it/2014/01/22/focus-argentina-boca-juniors-dna-vincente/49862, mette mano al portafogli e si aggiudica le prestazioni sportive di Nicolás Blandi per il prossimo triennio (1,85 milioni per il 50%), la punta di diamante che mancava al progetto dei detentori del titolo. Questo investimento è stato preceduto dalla vendita di Alan Ruíz al Grêmio per 400 mila dollari (con il riscatto che corrisponde a 5 milioni). Anche il Racing di Mostaza Merlo era alla ricerca di un attaccante che sapesse “metterla dentro”: è arrivato Wason Rentería dai Millonarios. Il DT dell’Academia lo definisce un fenomeno. Al campo la parola. Il River Plate, dopo l’acquisto principe di Cavenaghi, ha lasciato partire Rodrigo Mora (causa rapporti non idilliaci con l’allenatore Ramón Díaz), in prestito semestrale per una cifra che si aggira sui 100 mila dollari, e Jonathan Bottinelli, che ha trovato l’accordo con l’Universidad Católica de Chile ed entrerà a far parte della squadra dove milita anche suo fratello Darío. Altra partenza importante per il calcio argentino ma che non ha fruttato alcunché, eccetto 270.000 mila dollari risparmiati sull’ingaggio, è quella di Santiago Vergini, approdato al Sunderland dopo essere scappato dall’Estudiantes. Squadre oramai affermate come il Vélez Sarsfield e il Lanús (campione in carica della Copa Sudamericana) non si stanno muovendo sul fronte acquisti anzi stanno solamente cercando di mantenere intatte le rose attuali per consegnare ai loro tecnici, rispettivamente Flores e Barros Schelotto, formazioni perlomeno affiatate.

Tirando le somme di questo mercato, finora i club argentini hanno incassato 4,11 milioni di dollari dalle cessioni. Una cifra irrisoria rispetto alle sessioni delle annate precedenti. Per fare un esempio, nel 2013, ossia un anno fa, le partenze di Matias Fritzler e di Mauricio Pereyra, entrambi ex Lanús, in aggiunta all’acquisto in prestito con diritto di riscatto di Bianchi Arce da parte del Pescara, avevano garantito entrate pari a 7,11 milioni. Parliamo di quasi il doppio in relazione al mercato ancora in corso.

I soldi sono spariti dall’Argentina come in altre parti del mondo, sembrano essersi dileguati nel tempo. Qualcuno li ha, la maggior parte ne sente la mancanza.
No money? Che si aguzzi l’ingegno allora.


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