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Calciopoli: Moggi a tutto campo a Matrix

Creato il 05 maggio 2010 da Juveincampo

«Non ho mai dato schede svizzere agli arbitri»

Luciano Moggi, ex dirigente della Juve

«Credo che su di me la presunzione di innocenza è stata trascurata nonosntante sia un cardine della nostra costituzione»....«Su questo argomento non voglio provare nulla di particolare - le parole dell'ex direttore generale della Juventus - anche perché non ho mai detto la frase "tutti colpevoli, tutti innocenti", me lo hanno fatto dire. Semplicemente hanno detto che non telefonavano e invece lo facevano tutti, ma siamo stati colpiti solo io, Giraudo e la Juventus».

Nel corso dell'anteprima di "Matrix" sono state fatte ascoltare due telefonate. La prima tra l'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, e il designatore arbitrale Paolo Bergamo in cui si parla di "regalini" da ritirare e dello "score" dell'arbitro Bertini con i nerazzurri. Nella seconda i protagonsiti sono invece l'ex vicepresidente Figc Innocenzo Mazzini e Franco Baldini, ex dirigente della Roma.
Nella telefonata tra Giacinto Facchetti e Paolo Bergamo si parla soprattutto dell'arbitro Paolo Bertini e del suo "score" con i nerazzurri. Il presidente nerazzurro, dopo aver saputo che i 12 precedenti col fischietto sono in perfetta parità (4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte) chiede a Bergamo che il prossimo arbitraggio vada ad inserirsi dalla parte giusta, «quella delle V». «Non ti preoccupare, glielo faccio capire io», la risposta di Bergamo al numero uno dell'Inter. «La telefonata di Facchetti - ha spiegato Moggi - dimostra che era un sistema che veniva portato avanti da tutti e nessuno diceva niente, anzi. Telefonavano tutti anche perché non era proibito, adesso invece è diverso». Moggi ha poi attaccato Attilio Auricchio, il colonnello che portò avanti le indagini su Calciopoli: «Ha preso i tabellini delle gare dalla Gazzetta dello Sport senza vedere le partite e ha fatto un processo sulla pelle delle persone. Farò di tutto per difendere Pieri, Dattilo, Cassarà, poveri diavoli che non hanno fatto niente».


«L'Inter non vinceva non perché c'ero io, ma perchè sbagliava campagna acquisti». ...«quando hanno cominciato a prendere giocatori validi. Solo questo è il segreto. Stanno lavorando bene e se questo vuol dire avere potere, allora va bene».


«Non ho mai dato schede telefoniche svizzere a nessun arbitro».....«due schede ai designatori Bergamo e Pairetto. Me la hanno chieste loro, io ne avevo due in più e le ho date. Non può essere un problema mio, al massimo è loro». «Le schede svizzere le ho prese per proteggermi dallo spionaggio sul calciomercato... E poi è emerso che nel negozio dove le ho acquistate si sono serviti altri uomini del calcio tra cui anche Marco Branca (dirigente dell'Inter, ndr)...chi mi dice che queste schede non hanno fatto un giro particolare?». «Gli arbitri? Non le avevano, ma se si credeva il contrario perché non si è fatto un blitz notturno a Coverciano per sequestrarle? Non lo hanno fatto perchè sapevano che non le avrebbero trovate .... E poi non è vero nemmeno che non si potevano intercettare, per farlo infatti non sarebbe servita alcuna rogatoria internazionale».
Moggi ha portato alcune statistiche, in termini di punti guadagnati dalla Juventus quando la Vecchia Signora si è trovata ad essere arbitrata da quegli arbitri indicati come possessori di schede svizzere: «Con loro avevamo una media di 1,80 mentre con Collina e gli altri si arriva a 2,60». Moggi, però, nel corso della trasmissione è anche tornato sul "memoriale Facchetti", consegnato dal figlio dell'ex presidente nerazzurro alla procura di Napoli. Su quei fogli, Giacinto Facchetti aveva annotato le circostanze che gli erano state confidate da Danilo Nucini, arbitro fino al 2005, circa i rapporti fra Moggi, esponenti della classe arbitrale e i dirigenti di alcune società: «Nucini era un arbitro in attività e frequentava la sede dell'Inter, perché l'ufficio inchiesta non si è mosso?» si è domandato Moggi, che poi è passato ad attaccare anche il Milan e, nello specifico, l'addetto agli arbitri Leonardo Meani: «Perché Collina gli diceva di voler parlare con i suoi dirigenti a tarda sera nel suo ristorante, entrando magari dalla porta posteriore per non essere visto? E perché me lo sono ritrovato a parlare sempre con Collina e con la terna arbitrale prima della finale di Supercoppa italiana a New York? Come si dice, a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si prende».


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